"Desidero ringraziare molto il Presidente Lula per quanto ha detto e per l’accoglienza calorosa che ha riservato a me e alla delegazione che mi accompagna.
Gli sono grato dell’invito a effettuare questa visita. Me lo ha rivolto l’anno passato nel nostro incontro a Roma. Gli sono davvero grato. E questa mia visita - come il Presidente ha cortesemente ricordato - riguarderà diversi luoghi.
In questo splendido Paese mi recherò a Rio de Janeiro, a San Paolo, a Salvador; ma domattina, anzitutto, mi recherò a Porto Alegre, per testimoniare la vicinanza dell’Italia alle popolazioni colpite dalle alluvioni che hanno provocato tante vittime e danni così gravi.
Ringrazio il Presidente Lula per le parole che ha usato nei confronti dell’Italia. Ma la nostra amicizia è davvero solida e si vede sempre, anche nei momenti di impegno particolare.
Questo anno - il 2024 - è un anno particolarmente significativo per i nostri rapporti - tra Brasile e Italia - per diversi aspetti: è l’anno in cui il Brasile presiede il G20 e l’Italia il G7, come poc’anzi il Presidente Lula rammentava; quest’anno ricorre il centocinquantesimo anniversario dell’inizio della migrazione italiana in Brasile. Anche questo lo ha rammentato il Presidente Lula. Quei primi migranti italiani, qui in Brasile, trovarono accoglienza e opportunità di vita, così come in seguito è avvenuto per tanti altri che li hanno seguiti, che sono giunti qui, in questo grande e accogliente Paese.
Vi è un’altra ricorrenza che vorrei sottolineare, in maniera particolare: quella dello sbarco in Italia del contingente brasiliano che combatté in Italia accanto agli alleati. Quello sbarco è avvenuto esattamente ottant’anni fa, il 16 luglio del ‘44. Ho rinnovato al Presidente Lula la riconoscenza della Repubblica italiana per il contributo dei giovani brasiliani per la nostra liberazione dall’oppressione nazista e fascista.
Abbiamo, insieme, constatato l’andamento davvero ottimo delle nostre relazioni bilaterali. E questo è motivo di soddisfazione.
Abbiamo - come il Presidente Lula poc’anzi sottolineava - concordato nell’interpretarlo anche come sollecitazione a incrementare ulteriormente l’ampiezza della nostra collaborazione in ogni ambito di comune interesse. Questo vale, certamente, anzitutto per i rapporti economici, commerciali.
Vi è un forte impegno di aziende italiane qui in Brasile, sia in settori tradizionali che in settori più avanzati e di maggiore valore aggiunto. Questo delle imprese italiane è un impegno che intendiamo, da Roma, sostenere e incoraggiare per stimolare la collaborazione tra imprese brasiliane e imprese italiane nel comune sforzo di crescita economica e commerciale.
Desidero anche sottolineare l’ampiezza delle collaborazioni in campo culturale, in campo scientifico e tecnologico. Le intese poc’anzi sottoscritte riguardano sia l’ambito economico, che commerciale, che l’ambito culturale e scientifico.
Questo rapporto di collaborazione culturale tra Brasile e Italia è particolarmente ampio. Ne sono sorte, nel tempo, iniziative di grandissimo rilievo.
Esiste un rapporto di attrazione reciproca che deriva dal fascino che la cultura brasiliana esercita per gli italiani e dalla risposta brasiliana alle espressioni di cultura italiana. Basta pensare alla profonda amicizia che nacque, nel secolo scorso, tra due grandi esponenti della poesia mondiale: Vinícius de Moraes e Giuseppe Ungaretti.
Vorrei aggiungere, signor Presidente, che il bossa nova e il samba, di cui Vinícius fu un ambasciatore straordinario nel mondo, ha trovato in Italia grandissimo favore, influenzando i nostri musicisti e inaugurando una stagione di preziose collaborazioni artistiche che proseguono tuttora felicemente.
Riveste altrettanta importanza anche il rapporto collaborativo, con tante intese che esistono - qualcuna di questa mattina - tra Università brasiliane e Università italiane. Così come quello – ripeto - nel campo della scienza e della tecnologia.
Per l’Italia, il Brasile rappresenta un partner di punta per alcuni settori particolarmente avanzati sul piano scientifico-tecnologico come avanguardia.
Abbiamo ricordato la presidenza gemella del Brasile del G20 e dell’Italia del G7 quest’anno.
Sono molte le sinergie che Brasile e Italia hanno manifestato in questo anno, in questa occasione, in queste responsabilità rispettive, per quanto riguarda i temi posti al centro dell’Agenda internazionale in quell’occasione: penso ai cambiamenti climatici, alla transizione energetica, alla sicurezza alimentare, all’impegno indispensabile per il superamento delle disuguaglianze. Sono questi i temi su cui si decide il futuro delle giovani generazioni e di quelle che verranno in seguito.
Abbiamo registrato, quindi, con soddisfazione, le consonanze che caratterizzano i lavori di questi due grandi consessi multilaterali, di così ampio rilievo. E ho ringraziato il Presidente Lula per la sua presenza al summit in Italia - in Puglia, al G7 - nelle settimane passate.
E ho assicurato a lui, naturalmente, l’impegno italiano per il pieno successo del summit del G20 di Rio de Janeiro, a cominciare dalla grande scelta, dal grande progetto che il Brasile lancia per l’alleanza globale contro la fame e la povertà.
Su questo sfondo abbiamo anche parlato, naturalmente, di questioni allarmanti che contrassegnano la vita internazionale. Particolarmente per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, sorprendentemente scatenato con un’aggressione da parte di un membro permanente del Consiglio di sicurezza: la Federazione russa. E per quanto riguarda la condizione del conflitto israelo-palestinese.
Abbiamo concordato, pienamente, che il mondo ha autentico bisogno di pace. Questa è un’aspirazione comune, diffusa tra i popoli.
E abbiamo concordato sull’importanza di adoperarsi sul primo piano perché si giunga a una pace, che non può che essere una pace giusta perché sia duratura e quindi basata sul diritto internazionale, sul rispetto degli altri Stati, e sul rispetto delle regole dell’ONU.
Quello del rispetto della pari dignità di ogni Stato è un canone irrinunziabile nella politica internazionale.
In Ucraina è stato violato. E questo va ripristinato, cercando in ogni modo, ostinatamente, percorsi di pace.
Per quanto riguarda il Medio Oriente, abbiamo concordato non soltanto sulla valutazione su quanto è avvenuto con quegli orribili attacchi terroristici di Hamas il 7 ottobre, con il rapimento di ostaggi, e, dall’altra parte, con le immani sofferenze della popolazione civile di Gaza, che ha un immenso numero di vittime, tra donne e bambini, abbiamo concordato anche sull’esigenza che si giunga finalmente a porre sul tavolo la prospettiva e la soluzione unica possibile dei due Stati, l’unica che può dare sicurezza e prospettive di sviluppo all’uno e all’altro popolo: questa spirale di odio va interrotta, perché si ripropone periodicamente in misura sempre più allarmante e sempre più grave.
Infine, vorrei - richiamando anche il contenuto del nostro colloquio a Roma, un anno fa, con il Presidente Lula - ricordare l’importanza - ne parlava poc’anzi il Presidente - del rapporto tra Mercosur e Unione europea. E quindi la portata storica che riveste l’accordo tra Mercosur e Unione europea.
Noi riteniamo che sia indispensabile approdare velocemente a questa storica decisione, che riguarda un accordo tra due grandi realtà di collaborazione e di pace - che sono Mercosur e Unione europea - a beneficio del mondo.
Questo tessuto di collaborazioni tra integrazioni continentali è un elemento che garantisce e promuove la pace nel mondo.
Noi abbiamo apprezzato molto quanto detto a Rio de Janeiro a dicembre, nell’incontro tra i Capi di Stato e di governo dei Paesi del Mercosur, sull’importanza - ed è indispensabile e doveroso per tutti - di giungere velocemente all’accordo.
Vorrei concludere, signor Presidente, ringraziandola ancora, ricordando ancora una volta il carattere eccezionale del vincolo che unisce il mio Paese al Brasile, anche grazie alla presenza, qui, della più numerosa comunità al mondo di ascendenza italiana.
Ringrazio ancora una volta il Presidente Lula per la sua amichevole ospitalità e per l’invito a venire in questo grande Paese amico.
Grazie, signor Presidente.