di CONCETTO VECCHIO
“Ogni atto rivolto contro la libera informazione è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”, scandisce Sergio Mattarella “con riferimento ai fatti di Torino”. Dove un giovane giornalista è stato pestato come ai tempi del fascismo soltanto perché, in una pubblica via, stava riprendendo col suo cellulare un raduno neofascista di CasaPound.
Andrea Joly stava soltanto facendo il suo mestiere. Ed è stato malmenato. Dieci contro uno.
Atto eversivo.
Le parole di Mattarella sono pietre.
E che contrasto oggi, qui nel Salone dei Corrazzieri gremito di direttori dei giornali, i quirinalisti al gran completo, le firme di agenzie, tv e radio, con quel che si era visto ieri al Senato, dove Ignazio La Russa aveva colpevolizzato Joly, per non essersi dichiarato un rappresentante della stampa.
La Russa con l’aria del guascone aveva detto terribili cose. Mattarella, serio, ritto, deve ricordare quali sono i fondamentali in una democrazia. (Triste il Paese dove un Capo dello Stato deve ricordare cose ovvie).
Cosa ne pensa dell’inchiesta di Fanpage, gli domanda il presidente dell’Associazione stampa parlamentare Adalberto Signore, che gli consegna il Ventaglio, una tradizione lunga 131 anni.
Anche Giorgia Meloni, quella notte a Bruxelles, aveva tirato in ballo il Quirinale, per l’inchiesta su Gioventù nazionale, che rivelava antisemitismo e culto del Duce. Che ne pensa Mattarella, aveva detto.
Ecco come la pensa Mattarella: “Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni, nei confronti dei giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo”.
L’informazione è questo.
“Documentazione dell’esistente, senza obblighi di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Per citare Tocqueville: democrazia è il potere di un popolo informato”.
I giornalisti – ammonisce – si trovano ad “esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico attivo”.
La democrazia è conoscenza. L’informazione è un anticorpo.
Si può, guardando in controluce le affermazioni del presidente della Repubblica su CasaPound, essere autorizzati a pensare che al Quirinale ritengono che un movimento che fa della violenza parte della sua identità debba essere sciolto, perché in contrasto con la Costituzione?
Il Capo dello Stato ha quindi invitato a eleggere il quindicesimo giudice della Consulta, “un invito con garbo”, lo definisce. Eleggetelo subito, dice al Parlamento. E l’altra immagine che colpisce è quella di una lettera ricevuta dai detenuti di Brescia, “straziante”, la definisce, sulle condizioni in cui sono costretti a vivere. Di carceri, (la civiltà di un Paese si vede dalle sue galere), Mattarella non si stanca di parlare. Come non si stanca di parlare di Ucraina: Ue e Nato “sostenendo l'Ucraina difendono la pace”.
Mentre non manca una stoccata alla Lega. "Spero si possa ancora dire ‘sindaca’". Questo l'inciso di Mattarella quando, nell'elencare le personalità colpite da attentati, oltre a Trump, ha citato la "sindaca di Berlino", usando il femminile. Riferimento nemmeno troppo velato alla proposta della Lega, poi ritirata, che avrebbe voluto vietare negli atti pubblici il genere femminile.