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Il presidente americano Joe Biden ha chiamato i leader di Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna sulla crisi Medio Oriente.

Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing. "Siamo preoccupati che l'Iran possa attaccare nei prossimi giorni, e per questo il Pentagono ha fatto alcuni cambiamenti nella nostra postura militare nell'area", ha detto Kirby.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito aver avuto una "lunga conversazione" al telefono con il suo omologo iraniano Ali Bagheri, che gli ha spiegato che la reazione" di Teheran "è inevitabile". "Io ho detto che sarebbe un errore un'iniziativa che porti a un'escalation nell'area perché a pagarne il prezzo sarebbe soprattutto la popolazione civile. Quello che ho detto è di valutare prima la trattativa sul cessate il fuoco a Gaza che è l'elemento chiave se si vuole arrivare a una de-escalation e poi eventualmente scegliere cosa fare, però mi pare che gli iraniani siano in una posizione molto dura", ha affermato.

Poche ore prima Regno Unito, Francia e Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui ammoniscono l'Iran a non attaccare Israele, invitandolo ad evitare di far precipitare la regione in una guerra totale e hanno avvertito: in caso lo facesse "si assumerà la responsabilità". Lo riportano i media israeliani.

"Siamo profondamente preoccupati per l'acuirsi delle tensioni nella regione e uniti nell'impegno per la de-escalation", si legge nella dichiarazione: "Invitiamo l'Iran e alleati ad astenersi da attacchi che farebbero salire le tensioni mettendo a repentaglio l'opportunità di un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi".

Inoltre, la Sala stampa vaticana, ha informato que questa mattina il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, al quale ha "espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Medio Oriente, ribadendo la necessità di evitare in ogni modo che si allarghi il gravissimo conflitto in corso e preferendo invece il dialogo, il negoziato e la pace".

 

Fox News: "Si avvicina l'ora zero"

"Funzionari in Medio Oriente credono che stiamo raggiungendo l'ora zero", riferisce il corrispondente della Fox News spiegando che l'Iran e i suoi alleati potrebbero lanciare un attacco contro Israele entro le prossime 24 ore.

"L'Iran ha adottato misure di preparazione significative delle sue unità missilistiche e di droni, simili a quelle che aveva adottato prima dell'attacco a Israele in aprile". Lo scrive su X il giornalista israeliano Barak Ravid, molto ben informato sul dossier, citando funzionari Usa e di Gerusalemme che però sottolineano come in questa occasione non si conosca il momento dell'attacco.

L'esercito israeliano si prepara per un attacco preventivo in tempi brevi contro Hezbollah in Libano, come riferisce Walla. L'obiettivo principale dell'intelligence israeliana in queste ore è monitorare l'attività terroristica in Libano e individuare segnali di preparativi per un attacco su larga scala. L'Idf ha aumentato l'intensità dei raid contro obiettivi terroristici nel Libano meridionale.

Finora Tsahal (nome ebraico dell'esercito) ha colpito più di 6.800 obiettivi di Hezbollah e ucciso oltre 550 terroristi di tutte le organizzazioni, la maggior parte di Hezbollah, compresi terroristi della forza di élite Radwan, in tutto sono stati eliminati circa 70 comandanti della milizia sciita. Gli ufficiali del Comando Nord hanno avvertito che nell'imminenza dell'attacco contro Israele da parte dell'Iran e di Hezbollah, c'è un'altra e seria preoccupazione: la minaccia di infiltrazioni di terra verso gli insediamenti al confine settentrionale non è stata eliminata. Secondo gli ufficiali, le forze Radwan di Hezbollah potrebbero ancora effettuare un attacco organizzato al confine, compreso un tentativo di infiltrarsi in un insediamento o in un avamposto.

Gallant: "E' un momento di vigilanza e prontezza"

"Siamo in un momento di vigilanza e prontezza, le minacce provenienti da Teheran e Beirut potrebbero concretizzarsi ed è importante spiegare a tutti che prontezza, preparazione e vigilanza non sono sinonimi di paura e panico", ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant durante una riunione della Commissione per gli affari esteri e la difesa della Knesset.

"Negli ultimi giorni, abbiamo dedicato il nostro tempo al rafforzamento delle difese e alla creazione di opzioni offensive in risposta, e anche come iniziativa se necessario, ovunque e in qualsiasi regione, per proteggere Israele", ha detto.

Durante l'incontro alla Knesset, Gallant ha affermato di sostenere un accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi, anche se si svolgerà in più fasi: "È nostro dovere, in quanto coloro che sono chiamati a decidere, impegnarci per raggiungere il risultato operativo e creare le condizioni per il ritorno degli ostaggi. La creazione delle condizioni avviene tramite pressione militare e può portare a un accordo per liberare gli ostaggi, anche se ciò avverrà in più di un round", ha affermato.

Usa accelera l'invio di una seconda portaerei in Medio Oriente

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha ordinato alla portaerei Uss Abraham Lincoln di "accelerare il suo transito" verso il Medio Oriente, dove continuano a crescere i timori di una regionalizzazione della guerra tra Israele e Hamas. Lo ha reso noto il Pentagono.

Austin ha ordinato alla flotta guidata dalla Lincoln, che trasporta aerei da combattimento F-35C, di muoversi più velocemente, ha detto il portavoce americano Pat Ryder, di fronte al rischio di un'offensiva su larga scala da parte degli Hezbollah libanesi sostenuti dall'Iran o dalla stessa Teheran contro lo Stato ebraico. Il segretario alla Difesa americano ha anche ordinato lo spiegamento del sottomarino nucleare con missili da crociera Uss Georgia nella stessa area, ha aggiunto Ryder.

Austin ha avuto una conversazione con il suo omologo israeliano Yoav Gallant. I due hanno discusso "dell'importanza di ridurre il danno arrecato ai civili, di procedere verso la conclusione di un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi detenuti" nella Striscia di Gaza, nonché di scoraggiare i gruppi sostenuti dall'Iran ad attaccare.

Washington ha annunciato la scorsa settimana il rafforzamento della propria presenza militare in Medio Oriente, dispiegando
più navi da guerra e aerei da combattimento. La Uss Abraham Lincoln si unirà nella regione a un'altra portaerei americana, la Uss Theodore Roosevelt.