È servito a far entrare negli USA milioni di migranti illegali. È servito a far salire l'inflazione a livelli che negli Stati Uniti non si vedevano da quarant'anni. È servito a lasciare che il mondo diventrasse una polveriera. Ora... non serve più e Joe Biden, travolto dal suo crollo cognitivo, verrà ufficialmente buttato fuori dalla '2024 presidential race' alla prossima convention Democratica (in programma a Chicago dal 19 al 22 agosto) che incoronerà la nuova stella stella della politica progressista americana, Kamala Harris candidata alla Casa Bianca alle prossime elezioni. Harris che in questi tre anni e mezzo nessuno si era accorto fosse la vice presidente se non quando Joe Biden la chiamava 'presidente Harris' oppure per i suoi discorsi strampalati (gli americani li chiamano 'word salad'). Vola alto Kamala dopo essere stata responsabile (ma tutti se ne sono già dimenticati) della frontiera degli Stati Uniti con il Messico i cui influssi nefasti si vedono non solo nel Texas o in Arizona, ma anche metropoli come New York, Seattle, Chicago, Detroit, un elenco che non risparmia nessuno dall'East al West. Tre anni e mezzo di niente sono riusciti però a farla diventare la nuova stella voluta dai burattinai dei Dem (quelli che contano davvero) Barack Obama, Nancy Pelosi e Chuck Schumer. E non importa nemmeno se ha scelto per vice presidente il governatore del Minnesota Tim Walz, che, oltre ad aver lasciato che Minneapolis bruciasse quattro anni fa, ha mentito sul suo passato nell'esercito ed è vicinissimo a un imam che promuove film su Hitler, appoggia i terroristi di Hamas e ovviamente sostiene l'antisemitismo. Intanto Politico, voce autorevolissima, che non è certo vicina ai Repubblicani, racconta che Joe Biden, nei momenti di massima lucidità, sia inviperito con i vertici di quello che è (o era) il suo partito. Capisce anche lui che l'hanno usato, ma soprattutto l'hanno buttato via senza un minimo di rispetto quando non serviva più (a loro...).