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Nuovo esame del sangue predice rischio infarto, ictus e amputazione degli arti

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di CLAUDIA MONTANARI

Un nuovo esame del sangue sembra essere in grado di identificare il rischio di gravi malattie cardiovascolari come infarto, ictus e anche amputazione degli arti dovute a problemi di circolazione. Questo test, chiamato Platelet Reactivity ExpresSion Score (PRESS), si basa sull’analisi dell’iperreattività delle piastrine, un fenomeno che può portare alla formazione di pericolosi coaguli di sangue nelle arterie.

Le piastrine, o trombociti, sono piccole cellule del sangue che giocano un ruolo cruciale nella coagulazione. In situazioni normali, queste cellule aiutano a fermare le emorragie formando coaguli nei punti di lesione dei vasi sanguigni. Tuttavia, un’attività eccessiva delle piastrine, nota come iperreattività piastrinica, può portare alla formazione di coaguli anche all’interno delle arterie, aumentando significativamente il rischio di eventi cardiovascolari gravi come infarto e ictus. Questa condizione, se non trattata, può anche causare complicazioni severe come l’ischemia degli arti, che in alcuni casi può richiedere l’amputazione.

L’analisi tradizionale dell’attività piastrinica, nota come aggregometria piastrinica, ha finora presentato diversi limiti. I metodi utilizzati per misurare l’attività delle piastrine sono variabili e non standardizzati, il che rende difficile prevedere con precisione il rischio cardiovascolare basato su questi parametri. L’introduzione del metodo PRESS rappresenta un notevole passo avanti in questo campo, poiché promette di fornire un quadro più chiaro e affidabile dell’iperreattività piastrinica e dei rischi associati.

Come funziona il test PRESS

Il test PRESS si distingue dagli esami tradizionali perché misura la reattività delle piastrine in risposta a bassissime dosi di adrenalina, un ormone che nel corpo umano ha il compito di stimolare il sistema nervoso in situazioni di stress. I ricercatori espongono le piastrine dei pazienti a 0,4 micromoli di adrenalina, una quantità sufficiente a innescare una debole aggregazione piastrinica. Quando il livello di aggregazione supera il 60%, le piastrine sono considerate iperreattive.

Questa metodologia è stata testata su un campione di oltre 250 pazienti coinvolti nello studio clinico Platelet Activity and Cardiovascular Events in PAD (PACE-PAD). I risultati hanno dimostrato che i pazienti con iperreattività piastrinica, rilevata attraverso il metodo PRESS, presentavano un rischio significativamente più alto di infarto, ictus e amputazioni rispetto ai pazienti senza questa condizione. In particolare, questi pazienti hanno mostrato una probabilità più che doppia di subire uno di questi eventi entro 30 giorni dalla rivascolarizzazione degli arti inferiori, un intervento chirurgico utilizzato per migliorare la circolazione in pazienti con malattie arteriose periferiche.

Per confermare ulteriormente l’efficacia del test, i ricercatori hanno condotto anche analisi genetiche. Hanno esaminato il sequenziamento dell’RNA delle piastrine per determinare se le variazioni genetiche potessero influenzare l’iperreattività. Il punteggio finale del metodo PRESS integra sia i risultati dell’aggregazione piastrinica che i dati genetici, offrendo una valutazione più completa del rischio cardiovascolare.

L’importanza di questo nuovo test

L’introduzione del test PRESS potrebbe rivoluzionare il modo in cui i medici valutano e trattano i pazienti a rischio di malattie cardiovascolari. Attualmente, i trattamenti antipiastrinici, come l’aspirina, vengono prescritti in base a fattori di rischio generali come il colesterolo alto e l’ipertensione, che non sono direttamente collegati alla funzionalità piastrinica. L’aspirina, sebbene efficace nel ridurre il rischio di formazione di coaguli, può aumentare il rischio di sanguinamento, soprattutto in pazienti che non necessitano realmente di un trattamento così intensivo.

Il professor Jeffrey Berger, che ha coordinato lo studio presso l’Università di New York, ha sottolineato che il sistema PRESS offre un metodo più mirato per identificare i pazienti che potrebbero beneficiare maggiormente dei trattamenti antipiastrinici. Questo approccio personalizzato potrebbe migliorare significativamente gli esiti per i pazienti, riducendo al contempo i rischi associati ai trattamenti non necessari.

I ricercatori sono fiduciosi che il test PRESS possa essere utilizzato per prevedere il rischio di una vasta gamma di eventi cardiovascolari in diverse popolazioni. Questo potrebbe includere non solo i pazienti con malattie arteriose periferiche, ma anche coloro che hanno subito un infarto o un ictus, o che presentano altri fattori di rischio per la malattia cardiovascolare. La capacità di identificare con precisione i pazienti a rischio potrebbe portare a una riduzione significativa dell’incidenza di queste malattie, migliorando la qualità della vita e riducendo i costi sanitari.

 

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