Nuova batosta al Congresso per il governo del presidente argentino Javier Milei: nella notte il Senato ha approvato con 61 voti a favore e otto contrari la riforma del sistema pensionistico, che a giugno aveva già ottenuto il via libera della Camera.
Con il contributo determinante dell'opposizione, è dunque passata la legge che ricompone le prestazioni pensionistiche dell'8,1% e contiene una nuova formula di mobilità.
Una misura che rappresenta un duro colpo per l'equilibrio fiscale promosso dall'esecutivo.
La reazione del leader ultraliberista non si è fatta attendere. "Il Congresso nazionale, in un atto di populismo demagogico, ha approvato un disegno di legge irresponsabile, illegale e incostituzionale che stabilisce spese esorbitanti senza la corrispondente voce di bilancio", ha scritto in un comunicato Milei, fotografandosi col suo team economico e annunciando l'intenzione di usare il suo potere di veto contro l'iniziativa parlamentare.
La sessione al Senato ha segnato anche una nuova spaccatura tra il partito di Milei, La Libertad Avanza, e il Pro dell'ex presidente Mauricio Macri. Cinque senatori di questo gruppo hanno votato per la riforma, contrariando la maggioranza di governo.