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In Europa il mercato dell’auto è quasi fermo, +0,4% a luglio

Il mercato dell'auto europeo è quasi fermo nel mese di luglio: le immatricolazioni in Unione Europea, Efta e Regno Unito - secondo i dati dell'Acea, l'associazione dei costruttori europei - sono state 1.025.290 vetture, pari allo 0,4% in più dello stesso mese del 2023.

Nei primi 7 mesi del 2024 sono state vendute 7.906.191 auto, il 3,9% in più dell'analogo periodo dell'anno scorso.

Il gruppo Stellantis ha immatricolato a luglio in Unione Europe 152.830 auto, il 4,8% in meno dello stesso mese del 2023.
La quota di mercato è scesa dal 15,7% al 14,9%. Nei primi sette mesi dell'anno le immatricolazioni del gruppo sono 1.298.102, in calo dello 0,5% sull'analogo periodo del 2023. La quota di mercato è pari al 16,4% contro il 17,1% di un anno fa.
A luglio le auto elettriche a batteria rappresentano il 12,1% del mercato automobilistico dell'Unione Europea, in calo rispetto al 13,5% dell'anno precedente. I veicoli ibridi elettrici hanno aumentato la loro quota di mercato, passando dal 25,5% al 32%. La quota complessiva di auto a benzina e diesel è scesa dal 50% al 46%.

"Non c'è ancora nessun segnale che autorizzi a ritenere che il mercato dell'auto possa ritornare in tempi ragionevolmente brevi ai livelli ante-crisi e ciò nonostante che il prodotto interno lordo della Ue abbia pienamente recupero gli effetti della crisi". Lo sottolinea il Centro Studi Promotor che mette in evidenza come rispetto al 2019 le immatricolazioni in Ue, Efta e Regno Unito registrino a luglio un calo del 22,9% e nei sette mesi del 19%.
Il Csp ricorda tra i fattori della crisi "la forte crescita dei prezzi delle auto e la politica adottata dall'Unione Europea per raggiungere l'obiettivo dell'abbandono delle vendite di auto con motori endotermici a partire dal 2035. Appare sempre più chiaro che sulle difficoltà del settore dell'auto molto forte è l'incidenza dei provvedimenti adottati per avviare la transizione verso l'auto elettrica. Tra l'altro proprio negli ultimi mesi il processo di transizione sembra essersi arrestato".
Il Centro Studi Promotor sottolinea che "l'arresto della crescita delle auto elettriche è un segnale molto negativo e ad aggravare il quadro si aggiunge che nel maggior mercato dell'area, quello della Germania, la quota delle elettriche è scesa in luglio dal 20% del 2023 al 12,9% del 2024". Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, una parte importante della responsabilità dell'attuale crisi va ricercata nella politica della Ue che ha imposto pesanti investimenti all'industria automobilistica dell'area e che in presenza di uno scarso interesse da parte del pubblico per l'auto elettrica ha determinato la necessità per gli Stati di sostenerne la domanda con incentivi di rilevante entità. Si sono create inoltre le condizioni per una forte penetrazione nel mercato dell'Ue di auto elettriche cinesi. Il rimedio per contenere questa penetrazione è stato l'aumento dei dazi all'importazione di auto cinesi, ma da parte cinese è emerso l'orientamento a rispondere con dazi pesanti per le importazioni in Cina di auto europee di media e alta gamma. Se questo si verificasse l'industria dell'auto europea, che sta cercando di compensare le perdite accumulate per la transizione all'elettrico con l'esportazione di vetture di media e alta gamma, sarebbe fortemente penalizzata e la tempesta sull'auto europea diventerebbe perfetta.

 

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