di GIUSEPPE FRANZA
Il Governo Meloni aveva promesso pensioni minime a 1.000 euro: ed ecco quando arriverà l’atteso aumento per adeguare i trattamenti più bassi.
La coperta è corta. E per la riforma delle pensioni il Governo sa di poter far poco. Secondo la Ragioneria dello Stato, solo per confermare le misure attuali (quota 103, quota 41, adeguamento delle pensioni all’inflazione) ci vorranno almeno 17 milioni di euro. E il costo potrebbe salire a 25 miliardi qualora l’esecutivo dovesse introdurre la cosiddetta Quota 41 “light”, cioè la pensione dopo 41 anni, ma il calcolo dell’assegno avverrebbe solo su base contributiva (con conseguente riduzione dell’importo fino al 30%). E per le pensioni minime a 1.000 euro?
Be’, sembra che il partito della Meloni abbia da tempo capito che è impossibile mantenere la promessa fatta agli italiani. Gli unici nel Governo che insistono sul tema sono quelli di Forza Italia, anche perché quello delle pensioni minime a 1.000 è stato uno degli ultimi cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi.
Intanto, nell’ultima legge di Bilancio la maggioranza ha aumentato l’assegno pensionistico minimo alla soglia di 600 euro circa, ma solo per gli over 75. E il partito di Tajani ha inteso la novità come un piccolo passo verso un traguardo da raggiungere nei prossimi anni. Quando, di preciso? Non si sa. Contando di restare al Governo fino al termine naturale della legislatura, l’introduzione dei 1.000 euro di pensione minima dovrebbe arrivare entro il 2027.
Pensioni minime: ecco come arrivare all’aumento di 1.000 euro
A oggi, di preciso, la soglia del minimo è a 614,77 euro. E questo per merito dell’incremento straordinario del 2,7% previsto dalla legge di Bilancio 2023. Intanto, i pensionati che vogliono far salire l’importo dell’assegno previdenziale devono cercare altre strada. In teoria è possibile far cresce le pensioni più basse di 1.000 euro.
Di base, c’è chi può avere un aumento delle pensioni sommando altre prestazioni, come l’indennità di accompagnamento (l’assegno che spetta agli invalidi civili totali con incapacità di deambulare o di svolgere le normali azioni quotidiane) oppure la pensione di reversibilità.
Secondo l’ISTAT circa un pensionato su tre percepisce un assegno più basso di 1.000 euro. La situazione è dunque assai critica, considerando che nel 2024, 1.000 euro sono una cifra di per sé inadeguata ad affrontare il costo della vita. Ecco perché bisogna considerare tutte le possibili soluzioni per aumentare l’assegno previdenziale sotto tale soglia.
Ci sono tre strade principali da seguire: quella dei diritti inespressi, quella dell’assegno sociale e quella dell’assegno di inclusione. Nel primo caso, quando la prestazione previdenziale è molto bassa, il pensionato può godere di alcune prestazioni integrative che ne aumentano l’importo. Si tratta di maggiorazioni sociali e integrazioni al trattamento minimo, che possono far crescere la pensione. Non fino a 1.000 euro, però. La soglia massima è 735,05 euro, secondo il valore aggiornato al 2024. Per ottenere queste prestazioni bisogna fare domanda all’INPS.
I pensionati over 70 anni possono fare richiesta dell’incremento al milione, con cui avere una maggiorazione di più di 100 euro circa. Chi percepisce meno di 7.000 euro all’anno può invece richiedere l’assegno sociale. L’altro requisito è un’età di 67 anni. Di solito l’assegno sociale spetta a chi non ha alcuna pensione o prende un assegno più basso del minimo previsto dall’assegno sociale stesso. Se invece si vive in una famiglia dove ci sono solo over 67, è possibile chiedere un adeguamento tramite l’assegno di inclusione. Con circa 630 euro al mese più contributi per le spese d’affitto.