di PIERO BONITO OLIVA
ROMA – “Dal punto di vista giudiziario non abbiamo un movente tecnicamente inteso. Dal punto di vista sociologico e psicologico ovviamente sono aperte le strade e le indagini. Anche il 17enne non si dà una spiegazione logica e coerente. Ha parlato di un suo ‘malessere’ da qualche giorno, un pensiero di uccidere, ma non legato alla famiglia“. In conferenza stampa, la procuratrice dei Minori di Milano Sabrina Ditaranto fornisce ulteriori elementi sulla strage di Paderno Dugnano, alle porte di Milano, dove un minore ha sterminato la sua famiglia a coltellate. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli omicidi sono stati compiuti intorno alle 2. La sera prima, la famiglia aveva festeggiato il compleanno del 51enne padre dell’assassino. “Molto spesso queste celebrazioni acuiscono il senso di solitudine di una persona che vive un malessere interiore”, ha aggiunto Ditaranto. Ma anche in questo caso, siamo nel campo delle ipotesi. Amici e parenti confermano che non aveva mai manifestato in passato segnali di disagio o di aggressività, mentre sono in corso le analisi su smartphone e pc dell’assassino.
LA DINAMICA
La dinamica è ormai tristemente chiara. L’arma del delitto è un coltello da cucina. Avviene tutto nella cameretta che l’assassino condivideva con il fratello. Il 12enne è stato il primo bersaglio, colpito nel sonno. La Procura esclude che la scelta sia avvenuta per invidia o per attriti. La madre per seconda, precipitatasi in stanza perché allertata dalle grida di dolore del figlio. Il padre per ultimo, assassinato mentre verificava le condizioni del figlio riverso nel letto. Nessuno dei vicini ha udito grida perché, spiega la procuratrice, “molti dei colpi sono stati inferti all’altezza del collo”. Difficile dunque per le vittime chiedere aiuto.
LE ACCUSE
Il 17enne si trova adesso nel centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria (per la cronaca, l’istituto penitenziario al centro delle polemiche per le rivolte delle scorse ore, ndr). E’ accusato di triplice omicidio con le aggravanti della premeditazione, dei rapporti di parentela con le vittime, della minore età di una delle persone offese e di aver agito nottetempo.