La repressione del dissenso politico in Venezuela sulle controverse presidenziali del 28 luglio è la più sanguinosa degli ultimi anni: lo sostiene in un suo nuovo rapporto Human Rights Watch.
L'ong per i diritti umani afferma di aver documentato undici omicidi avvenuti nel contesto delle proteste di massa seguite alla contestata proclamazione del presidente uscente, Nicolás Maduro, come vincitore delle elezioni.
Secondo i dati del governo venezuelano, sono state arrestate almeno 2.400 persone, tra cui diversi minori, e le organizzazioni non governative hanno denunciato la morte di 24 persone.
"In media, (quest'anno) è molto più intenso in termini di numero di persone morte nel contesto delle violenze e delle proteste post-elettorali", ha detto la direttrice di Hrw per le Americhe, Juanita Goebertus, secondo cui, anche dal punto di vista delle detenzioni, si assiste a "un numero ben superiore" ai dati visti nelle manifestazioni del 2014 e del 2017, anch'esse violentemente represse.
Per confermare gli undici omicidi, Hrw ha esaminato i certificati di morte, verificato 39 video e due fotografie e intervistato più di 20 persone.