Gente d'Italia

Boccia-Sangiuliano, la comica finale, Meloni nei guai, rimpasto in vista

di ALESSANDRO AVICO

Boccia-Sangiuliano. E ora? Quali decisioni prenderà Giorgia Meloni dopo quelle interlocutorie dell’altra sera? Le polemiche sul caso Boccia-Sangiuliano non si placheranno, anzi aumenteranno perché l’opposizione non vuole lasciarsi sfuggire un piatto così prelibato.

Si commenta: il ministro dovrà dimettersi dopo essersi presentato in Parlamento a spiegare che cosa è realmente successo, affari privati a parte. “Un’altra dimostrazione di come questo governo non sia affidabile”, commentano a sinistra.

E’ un momento molto delicato per Palazzo Chigi, perché di fronte alla realtà non si può far finta di niente e tirare avanti dimenticando quel che è successo.

Boccia-Sangiuliano, impossibile un rinvio

La politica del rinvio, tanto cara al Palazzo, stavolta non trova molti proseliti. Il primo interrogativo che ci si deve porre è questo: ha fatto bene o ha fatto male la premier a respingere le dimissioni del suo ministro? Poche ore prima ad un direttivo di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni era stata dura, parole senza via d’uscita: “Noi stiamo facendo la storia, non possiamo compiere passi falsi”.

Non aveva mai pronunciato il nome di Sangiuliano, ma il riferimento al suo caso era stato chiarissimo. Allora, dopo questo intervento, poteva respingere quelle dimissioni che il responsabile della cultura aveva presentato ufficialmente?

Una intervista peggio del buco

A proposito c’è chi dice che l’intervista era stata programmata. Ora, tu vai al tg1, intervistato dal direttore Gianmarco Chiocci, e ti difendi come puoi. Se sarai capace di convincere i tuoi detrattori, il problema potrà considerarsi chiuso.

La percentuale che il ministro potesse uscirne a testa alta era una su mille. Anzi, molti commentatori (forse a ragione) hanno scritto o detto che la situazione è peggiorata. E’ stata definita una specie di sceneggiata con tanto di lacrime e di scuse  alla moglie tradita così platealmente.

A questo punto il boccino lo ha tra le mani il presidente del consiglio, che non potrà fare a meno di pronunciarsi con un si o con un no.

“Sangiuliano è indifendibile”, sostiene l’opposizione. “Quel che ha fatto da un punto di vista morale e politico non può passare sotto silenzio”.

Eccoci, dunque, al bivio. Personalmente (ma è una opinione prettamente personale) , Giorgia Meloni doveva avere più coraggio perché contro le prove non ci sono discussioni che tengano. Se  avesse immediatamente accettato il suo “me ne vado”, la minoranza non poteva andare avanti con le accuse e il problema Boccia-Sangiuliano si sarebbe dimenticato nel giro di pochi giorni.

Non è così oggi, perché Palazzo Chigi dovrà pensare ad un rimpasto malgrado il  termine non sia gradito alla presidenza. E’ giocoforza sostituire i due ministri: il primo perché andrà prestissimo in quel di Bruxelles alla corte di Ursula Von der Layen. Il secondo perché gli strali negativi gli sono arrivati dalla stessa maggioranza che, nel caso lui rimanesse, ne uscirebbe con le ossa rotte.

Le sue gaffes si sono ripetute, il caso Daniela Santanchè è ancora vivo, i treni fermati dal ministro Lollobrigida non sono soltanto un ricordo.

Allora quanto potrà durare la pazienza e la diplomazia della premier? “Speriamo pochissimo”, commentano alcuni esponenti dello stesso governo. Un rimpasto non è poi la fine del mondo se le scelte non verranno fatte dagli intrighi di Palazzo e dalle pretese degli stessi alleati. In questo modo, l’esecutivo potrà continuare a governare senza la paura di avere scheletri nell’armadio.

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