Viktor Orban (foto depositphotos)

"Un incontro tra Putin e Zelensky è sicuramente possibile e necessario".

Lo ha detto il primo ministro dell'Ungheria e presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, Viktor Orbàn, a Cernobbio.

Da "entrambe" Kiev e Mosca "non c'è la volontà di arrivare a una pace, perché entrambe sono convinte che il tempo giocherà a loro favore", ha detto il premier ungherese. "Penso che sia necessaria una missione di pace", ha sottolineato ancora, ricordando anche i suoi recenti viaggi a Mosca e a Pechino non autorizzati dall'Ue, evidenziando che "c'è bisogno di dialogo con l'Ucraina, ma anche con la Russia". "Se siamo in attesa di un piano di pace accettato e accettabile dalle due parti, non ci sarà mai la pace, perché il primo passo non è la pace, ma il cessate il fuoco", ha aggiunto.

"C'è una grande letteratura in Europa di come creare la pace e questa abbondante letteratura riguarda il dialogo, che se non c'è in un tempo opportuno l'escalation cresce e tutto diventa più difficile. Poi c'è il cessate il fuoco, su cui c'è un fraintendimento nell'opinione pubblica occidentale, secondo cui prima dovremmo fare un piano di pace, poi aprire un negoziato e poi attuare il cessate il fuoco", ha proseguito. "Ma non è così, perché guardando alle esperienze più recenti dei processi e insieme alla mia esperienza personale il mio punto è prima il cessate il fuoco, poi il dialogo e infine il piano di pace", ha sottolineato.

"La migrazione - ha detto ancora - sta disintegrando sempre di più la struttura europea" e "sarebbe molto meglio concedere l'opt-out" ai Paesi Ue che non vogliono seguire la politica comune, "invece di forzarli a restare insieme". Per Orban "c'è un problema serio in Italia e in molti Paesi" che hanno "deciso di far entrare molti migranti" e ora hanno "difficoltà a gestire la convivenza", al contrario dell'Ungheria che non li ha "mai fatti entrare", e a questo proposito le decisioni dovrebbero appartenere "alla sovranità nazionale".

Orban aveva affermato in precedenza che la premier italiana Giorgia Meloni è la sua "sorella cristiana". "All'inizio - ha spiegato - questo rapporto non ha avuto un ruolo importante nella politica europea, ora però insieme possiamo aprire una nuova era".

Secondo Orban "avere le stesse basi culturali gioca un ruolo più importante rispetto al passato" e Giorgia Meloni "non è solo una collega politica ma una 'sorella cristiana'". "Questo concetto - ha concluso - ha un senso politico fondamentale per l'Ungheria ma credo anche per l'Italia e questo aspetto culturale della politica tornerà in Europa come è giusto che sia".

"La precedente Commissione europea - ha proseguito Orban - si è dimostrata fallimentare in termini di competitività dell'economia europea, immigrazione e stop alla guerra". Secondo il premier ungherese "oggi a Bruxelles hanno deciso di creare sostanzialmente la stessa Commissione, quindi anche se penso che le persone possono cambiare e fare meglio di prima, è molto difficile da credere. Proverò a supportare la commissione quanto più possibile, ma essendo un uomo razionale penso che abbiano ignorato il desiderio di cambiamento degli elettori. Lo stesso establishment è ancora lì a Bruxelles e non è una cosa buona".

"Quando parlo di competitività dell'Europa intendo prima di tutto la riconsiderazione del Green deal perché ora il Green deal è gestito contro la comunità imprenditoriale e la logica e l'interesse delle aziende" europee", ha aggiunto Orban riferendo di avere incontrato tutti i leader delle case automobilistiche principali europee. "Mi hanno detto che" il Green deal "è contro i loro interessi. Perché lo stiamo facendo? E' ovvio che" così l'Ue "non sta gestendo le cose correttamente", ha sottolineato.

Non è mancato un riferimento al caso Salis che, per Orban, è "strano" vedere seduta al Parlamento Europeo. "E' una questione italiana - ha spiegato parlando con i cronisti - e se vi piace delegare questo tipo di persone è un affare vostro". "Dal punto di vista dell'Ungheria - ha incalzato - è più che sorprendente: venire in Ungheria in modo organizzato e commettere atti di violenza contro cittadini che camminano per strada e poi essere eletti nel parlamento europeo è nello stile italiano, non ungherese". "E' un crimine - ha concluso - anche se adesso non possiamo perseguirla perché il parlamento probabilmente le concederà l'immunità".