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Hezbollah: “Israele pagherà, continuiamo il sostegno a Gaza”. Blinken: “Gli Usa non coinvolti nelle esplosioni”

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha negato che gli Stati Uniti fossero a conoscenza o coinvolti nelle esplosioni dei cercapersone in Libano.

Durante la sua visita in Egitto, il capo della diplomazia Usa ha sottolineato che il cessate il fuoco a Gaza è il modo migliore per garantire la stabilità della regione.

Intanto la Bac Consulting non ha prodotto i cercapersone esplosi ma ha svolto solo una funzione di mediazione. Questa l'indicazione data da Cristiana Barsony-Arcidiacono, Ad della società ungherese, al giornale online ungherese telex.hu. L'amministratrice ha confermato di aver collaborato con la società di Taiwan Gold Apollo, ma ha negato di aver prodotto i dispositivi esplosi ieri. "Non sono stata io a fabbricare i cercapersone - ha detto al giornalista del sito ungherese - sono solo una mediatrice. Credo abbiate frainteso questa cosa", ha poi aggiunto riferendosi alle informazioni fornite a Taiwan dalla Gold Apollo.

Il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah terrà un discorso giovedì dopo che centinaia di cercapersone utilizzati dai membri del suo movimento sono esplosi in tutto il Libano. Lo ha annunciato lo stesso gruppo sostenuto dall'Iran. Nasrallah parlerà alle 17:00 locali (le ore 16 in Italia) di giovedì in un discorso che affronterà "gli ultimi sviluppi", ha affermato Hezbollah.

"Continueremo come in tutti i giorni passati con le nostre benedette operazioni a sostegno" della Striscia di Gaza, hanno dichiarato i miliziani libanesi di Hezbollah. "Questo percorso è in atto e separato dalla dura resa dei conti che il nemico criminale deve attendere per il suo massacro" di ieri, ha affermato Hezbollah in una dichiarazione rilasciata su Telegram.

Intanto la 98ma divisione dell'esercito israeliano si sta spostando da Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, verso nord nell'ambito delle tensioni con Hezbollah in Libano, in seguito anche all'attacco di ieri ai cercapersone di migliaia di miliziani. La divisione passerà dalla responsabilità del Comando sud al Comando nord. Lo riferisce la tv pubblica Kan.

Secondo fonti della tv saudita al Hadath, circa 500 miliziani di Hezbollah sono rimasti accecati in seguito all'esplosione dei loro cercapersone ieri in Libano e a Damasco. Il governo libanese ha diffuso poco fa le generalità dei tre civili uccisi, di cui due minori e una donna, nell'attacco hacker contro miliziani di Hezbollah e attribuito a Israele. Secondo il ministero della salute libanese, si tratta di Fatima Abdallah, 10 anni, della regione di Baalbeck, e di Muhammad Bilal, della periferia sud di Beirut. L'infermiera Atta Dirani è stata colpita mentre lavorava in un ospedale nella regione di Baalbeck.

In tutto si registrano migliaia di feriti, centinaia dei quali in condizioni gravi. Ma non ci sono al momento cifre definitive.

Intanto le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato che quattro soldati israeliani sono stati uccisi e diversi altri sono rimasti feriti durante i combattimenti di ieri a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Tra le vittime risulta anche la 20enne Agam Naim, sergente paramedico. Le Idf specificano che si stratta della prima soldatessa a morire nell'offensiva di terra contro Hamas, il cui bilancio sale a 348 vittime.

L'Iran ha condannato Israele dopo l'esplosione coordinata di cercapersone in dotazione a esponenti di Hezbollah in Libano e Siria che ha portato alla morte una ventina di persone e circa 4mila feriti, tra cui l'ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani. Il rappresentante della Repubblica islamica all'Onu, Saeed Iravani, ha definito la detonazione coordinata dei cercapersone un "cyber attacco terroristico" durante una sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, aggiungendo che "il regime di Israele deve essere ritenuto responsabile di tale aggressione e di tale crimine efferato".

La Russia ha evidenziato "l'escalation delle tensioni": gli attacchi in Libano, secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Pesko, potrebbero scatenare una "situazione fuori controllo".

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