Nel decreto di espulsione il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha scritto che Zulfiqar Khan manifestava una visione integralista del concetto di jihad, aveva contatti con personaggi dell'Islam "ultra-radicale" e, tra l'altro, avrebbe esaltato il martirio dei mujahidin nel conflitto israeliano-palestinese, rivendicando il sostegno ad Hamas.
Nei suoi sermoni l'imam della moschea di via Jacopo di Paolo a Bologna avrebbe inoltre utilizzato espressioni discriminatorie nei confronti degli omosessuali e delle donne.
Un quadro che ha portato il ministero a emettere il provvedimento e la polizia a portare il pachistano in questura per notificargli l'allontamento dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato. Ma la sua difesa replica: "Spiace constatare - ha detto l'avvocato Francesco Murru - che siamo tornati a uno stato di polizia e al perseguimento di presunti reati d'opinione".
"Finalmente lo abbiamo rispedito a casa", commenta invece il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che già in estate aveva chiesto l'espulsione del 54enne, dopo che a giugno aveva denunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli e il console onorario di Israele Marco Carrai. Nell'espulsione, che dovrà essere convalidata da un giudice del tribunale entro 48 ore e può essere impugnata al Tar entro un mese, si sottolinea un "crescente fanatismo ideologico" una "propensione verso posizioni radicali", connotate da un forte risentimento antioccidentale e antisemita e da una retorica omofoba e antifemminista.
"Dalla documentazione - osserva la difesa - si deduce che le motivazioni espresse dal ministro Matteo Piantedosi, sono totalmente generiche e prive di riscontri probatori. Per fortuna viviamo in uno Stato di diritto nel quale la magistratura dovrà valutare la fondatezza di questo provvedimento", dice ancora il suo difensore.
"Viene da pensare maliziosamente, che il tweet di Matteo Salvini nel quale richiedeva l'espulsione di Zulfiqar Khan, sia stato esaudito con il provvedimento di espulsione notificato oggi all'imam", continua la sua difesa secondo cui "l'atto di oggi del ministro Piantedosi, pare, dunque, oltre che l'esaudirsi delle richieste avanzate dal collega Salvini, anche una ritorsione ai danni di Zulfiqar Khan, reo di essersi rivolto alla magistratura penale per ottenere giustizia".