di GIUSEPPE FRANZA

La proposta ha già fatto il giro del mondo, anche se arriva da un contesto piuttosto remoto. A promettere il bel dono finanziario sotto forma di cash subito disponibile a tutta la popolazione maggiorenne è il Governo: la situazione economica del Paese è migliorata a tal punto che l’esecutivo, su pressione del presidente, ha capito di potersi permettersi questo grande gesto di liberalità.

Non male come regalino. 460 euro, più o meno, a persona, rappresentano in effetti una cifra importante, specie per una nazione dove vivono parecchie persone in evidente difficoltà economica. Ecco perché il bonus universale è stato accolto con grande soddisfazione dalla popolazione. Ma le casse dello Stato riusciranno a far fronte alla spesa? Secondo il Governo, non ci saranno problemi. Inoltre, la misura è stata presentata come una risposta necessaria ai principali problemi ancora irrisolti del Paese. Su tutti: la forte disparità sociale e l’aumento del costo della vita.

Il PIL nominale pro capite della nazione si aggirava fino a qualche anno fa intorno ai 3.700 dollari americani. Ma la situazione oggi è cambiata. E, in teoria, il PIL pro capite è ora diventato uno dei più alti del mondo. Così, di colpo, l’economia nazionale sembra pronta ad affrontare un boom. Il Paese in questione, che ha sempre vissuto di turismo, agricoltura (producendo canna da zucchero, banane, frutti tropicali, palma da cocco e frutti tropicali) e pesca, ha infatti capito di poter risorgere grazie all’estrazione del petrolio. Ma il Paese è ancora troppo dipendente dai capitali esteri, lacerato da povertà diffusa e un debito pubblico assai elevato.

Il Paese che regala 460 euro a testa: un bonus contro il carovita

Il Governo mira dunque a uno sviluppo dell’industria e alla creazione di nuove infrastrutture. I soldi per il grande salto ci sono dal 2015, quando è stato scoperto al largo delle coste un enorme giacimento di petrolio: secondo le stime uno dei più grandi del mondo. Entro il 2028 la produzione di barile dovrebbe aumentare a 1,2 milioni di unità al giorno, un valore pari all’1,1% della produzione mondiale di greggio. Finora, la produzione è arrivata a circa 400.000 barili al giorno. E tutti i pozzi sono gestiti dalla Exxon (il petrolio viene venduto quasi esclusivamente all’India).