CAPODISTRIA - Il Consolato Generale a Capodistria organizza ogni anno a fine ottobre al Sacrario una cerimonia di commemorazione dei Caduti della I Guerra Mondiale e dell’anniversario della Battaglia di Caporetto. Durante la cerimonia viene celebrata la Santa Messa, con deposizione di corone e fiori nello spazio antistante al monumento. Alla manifestazione partecipano numerose autorità militari e civili italiane e slovene, nonché le associazioni degli Alpini e di militari in congedo.
Quest’anno la Cerimonia di Commemorazione si svolgerà sabato, 26 ottobre 2024, alle 11.00.
Il grande Sacrario, a pianta ottagonale, è ubicato sul colle Gradič che si protende nella conca di Caporetto (in sloveno: Kobarid); ad esso si accede dall’apposita strada serpeggiante che inizia dalla piazza del paese. Qui riposano le spoglie di 7.014 italiani Caduti (di cui 2.748 ignoti) combattendo nelle circostanti zone durante la guerra 1915 – 1918 contro l’Impero Austroungarico e provenienti dai cimiteri di guerra dell’Alto Isonzo. Il Sacrario è stato costruito nel 1938 (quando la zona era sotto la sovranità italiana) su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni.
Il Sacrario è caratterizzato da una serie poligonale e concentrica di archi che si restringe verso l’alto e racchiude, tra gli archi del terzo girone, la preesistente bianca chiesetta, consacrata nel 1696, dedicata a Sant’Antonio di Padova.
Le spoglie sono raccolte in loculi disposti negli archi dei due primi gironi inferiori, chiusi da grandi lastre di serpentino cupo con inciso il nome ed il grado di ciascun Caduto; sopra, al centro di ogni lunetta, è scolpita la parola “Presente”.
I Caduti rimasti ignoti sono raccolti in grandi tombe di 500 salme ognuna, poste negli archi ai lati delle scalinate centrali.
Ai piedi della scalinata centrale è collocata una lapide recante la scritta: “Onore a voi che qui cadeste valorosamente combattendo”.
Il sacrario militare di Caporetto, anche se la sua gestione è affidata allo Stato italiano, è l’unico che non si trova sul suolo italiano poiché tutti gli altri resti dei soldati italiani caduti in terra slovena furono traslatati agli ossari di Redipuglia e Oslavia.