Re Felipe VI, di spalle, attornaito dalla gente esasperata

Re Felipe VI in visita nelle zone alluvionate è stato contestato dalla folla quando, insieme al premier Sanchez, è arrivato a Paiporta, uno dei centri più colpiti nella periferia di Valencia.

In un clima di enorme tensione e caos, Felipe e Letizia, Sanchez e il presidente della Regione Mazon, sono stati colpiti da lanci di fango dalla popolazione esasperata.

In tanti hanno gridato "assassini", come si è visto nelle immagini della tv spagnola.

Dopo i fatti di Paiporta, la visita dei reali a Chiva è stata rinviata, hanno deciso le autorità statali, regionali e la stessa Casa Reale. Felipe e Letizia erano attesi da centinaia di persone in questa seconda tappa: inizialmente avevano fatto sapere di voler continuare con il programma previsto, tuttavia dopo la durissima contestazione subita è stato deciso il rinvio.

Sanchez è stato colpito di striscio alle spalle da quello che sembra un bastone di legno lanciato da qualcuno sul posto. Le immagini sono state diffuse dalla catena tv La Sexta. Subito dopo ha lasciato la cittadina. Sempre su X in tanti hanno postato le immagini della sua macchina mentre andava via, circondato da persone che lo insultavano. La Moncloa ha pubblicato un comunicato per confermare che il presidente del Governo e il suo entourage "stanno bene". "Mentre camminava per le strade di Paiporta, il corteo ha subito insulti e aggressioni da un gruppo di persone. Alcuni hanno lanciato del fango e altri oggetti. In quel momento, la scorta del presidente del Governo ha attivato il protocollo di sicurezza e lo ha trasferito al Posto di Comando Avanzato", spiega il messaggio.

La contestazione a Paiporta

Malgrado le contestazioni, re Felipe è riuscito a parlare e ad abbracciare due ragazzi con delle pale, due cosiddetti 'angeli del fango', ascoltando le loro parole. L'immagine del monarca sporco di fango a Paiporta vicino a questi giovani è rilanciata in diretta dalla tv spagnola. Anche una signora anziana e un uomo si sono avvicinati al re in lacrime.

Sia la regina, sia Felipe, sporchi di fango, alla fine sono riusciti a interloquire con la folla inferocita. Lo scatto del re, solo, infangato, mentre abbraccia due ragazzi soccorritori, due angeli del fango, è una delle immagini di questa giornata così drammatica per la Spagna.

Dalle prime immagini si è visto re Felipe circondato da persone gli si sono avvicinate per parlargli nonostante il cordone di sicurezza: il sovrano ha cercato anche di ripararsi con alcuni ombrelli. Il filmato mostra anche re Felipe che risponde ad alcune persone presenti.

 "Pedro Sanchez dove sei?", hanno urlato i contestatori di Paiporta. Altri hanno attaccato il presidente della Regione urlando 'Mazon dimettiti'. Anche diversi agenti di polizia a cavallo hanno cercato di proteggere i reali e le autorità dai contestatori.

Il bilancio delle vittime

Il bilancio delle vittime dell'alluvione che ha colpito la Spagna martedì scorso è salito oggi a 217, la maggior parte delle quali, 213, nella provincia di Valencia, sulla costa mediterranea, epicentro della più grave inondazione dal secolo scorso. Lo riporta la Efe. Il ministro per la Politica territoriale e la Memoria democratica, Ángel Víctor Torres, ha dichiarato che il bilancio delle vittime nella provincia di Valencia è salito a 213, mentre non ha fornito una cifra per il numero di persone disperse, cinque giorni dopo le inondazioni, con tre morti nelle regioni di Castilla-La Mancha e uno in Andalusia.

A partire dalle nove è in vigore l'allerta arancione sulla costa nord di Valencia e sulla costa sud. Inoltre, ad Almería c'è un'allerta rossa per pioggia fino a 60 litri in un'ora e durante la giornata, un'allerta arancione per pioggia a Murcia, sulla costa di Castellón e sulla costa di Tarragon.

Nelle zone colpite sono giunti, intanto, altri 5.000 militari. Sono in tutto 7.500 i membri dell'esercito impegnati sul territorio nella ricerca dei dispersi, ai quali si sono uniti 5.000 fra agenti di polizia e guardia civile mobilitati dal ministero dell'Interno, che si sono uniti ai 5.000 già presenti sul territorio. Secondo le autorità è stata ripristinata l'elettricità per il 94% delle utenze, ma 7mila persone restano ancora senza luce e in migliaia senza acqua.

I dispersi e le ricerche

Al quinto giorno dalle inondazioni si riducono le speranze di trovare sopravvissuti fra i 'desaparecidos' il cui numero è ancora imprecisato. Le ricerche sono concentrate nei parcheggi di centri commerciali e abitazioni rimasti finora isolati dalla marea di fango. Si temono decine di vittime intrappolate nel parking del centro commerciale Bonair di Aldaia, dove le idrovore hanno aspirato da ieri il 75% dell'acqua che arriva a quattro metri di altezza nei due piani interrati. Nel parcheggio sono entrati i vigili del fuoco e i militari dell'Ume con alcuni scafi, per cercare persone nelle auto sommerse in quello che potrebbe essere un enorme cimitero di fango. La Protezione civile ha attivato team di psicologi per assistere i familiari delle possibili vittime.

Almeno venti persone sarebbero rimaste intrappolate nelle auto nel parcheggio del supermercato Consum in calle Literato Azorin a Benetusser, vicino a Valencia. Dopo 48 ore, i militari dell'Unità di emergenza dell'esercito sono entrati dopo aver aspirato l'acqua e il fango che sommergevano la struttura, dove sarebbero state identificate numerose auto parcheggiate: in alcune potrebbero esserci i dispersi rimasti intrappolati a seguito dell'alluvione che martedì si è abbattuta sui municipi della riva sud del fiume Turia di Valencia.

Le unità subacquee dell'Unità di emergenza dell'esercito, che hanno utilizzato anche alcuni kayak, sono entrati stamattina nel parcheggio del centro commerciale Bonaire ad Aldaya, uno dei comuni più colpiti dall'alluvione. "Non siamo ancora in grado di dire quante auto sono parcheggiate, sono in corso le ispezioni dei sub per identificare eventuali vittime rimaste intrappolate", ha riferito ai giornalisti un portavoce dell'Ume impegnato sul posto. Il parcheggio sotterraneo ha due piani, dei quali solo uno utilizzato, per complessivi 1.800 posti auto. I sub impegnati prevedono nelle prossime due ore di riuscire identificare e portare in superfice eventuali vittime, il cui numero totale al momento resta indefinito.

"Non si stimano 1.900 dispersi. 1900 è il numero di chiamate al 112 di familiari che non hanno notizie dei propri cari, ma in gran parte questo risponde alla mancanza di comunicazioni", ha chiarito il ministro dell'Interno, Fernando Grande Marlaska ieri sera alla Cadena Ser. "Stime del genere ci indurrebbero in errore e non generano fiducia", ha aggiunto.

La priorità dei militari dell'Unità di emergenza (Ume) e dei servizi di emergenza è trovare eventuali sopravvissuti e ripristinare strade e infrastrutture per fare arrivare aiuti alle popolazioni colpite. Il presidente della Generalitat, Carlos Mazòn, ha chiesto ieri sera che si uniscano sette ministri del governo centrale ai lavori del Centro di coordinamento delle emergenze per la gestione della catastrofe, che resta sotto il suo mandato, nonostante le incendiate polemiche sui ritardi nel lanciare l'allarme alle popolazioni dell'arrivo della Dana e nei successivi soccorsi.

Tra gli alluvionati cresce il rischio infezioni

"Attenzione all'acqua che bevete e al cibo che mangiate perchè potrebbe essere contaminato". E' l'allarme lanciato dal dipartimento della Salute della Regione valenciana alle popolazioni alluvionate che in un comunicato ha sottolineato come la mancanza di accesso all'acqua potabile e i sistemi fognari traboccanti "possono favorire la proliferazione di agenti patogeni".

Secondo un esperto citato da El Mundo, le infezioni che possono aumentare con maggiore frequenza in situazioni come quelle vissute dalle popolazioni colpite dalla Dana "sono quelle associate all'ingestione di acqua o alimenti contaminati, quelle causate da agenti patogeni come E. coli, Salmonella, Shigella, ecc., che possono provocare gastroenteriti di maggiore o minore gravità." La gravità dell'infezione non è influenzata solo dalla quantità di batteri ingeriti, ma anche dallo stato di salute della persona colpita, chiarisce. "Se si tratta di una persona che ha difese basse, è immunodepressa per qualsiasi motivo o è molto anziana o si tratta di bambini molto piccoli, i sintomi potrebbero essere più gravi".