ROMA - “L’attuale configurazione dell´articolo 27 del ddl di Bilancio per il 2025, attualmente all´esame della Camera dei Deputati, dispone che la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, non sia riconosciuta ai residenti all’estero titolari di pensioni complessivamente superiori al trattamento minimo INPS. Questa misura, stando ai dati nelle nostre disponibilità, andrebbe ad aggredire un segmento di contribuenti, a cui sono erogate spettanze pensionistiche piuttosto modeste, pertanto ben lontane dai grandi patrimoni su cui, di solito, si agisce quando si applicano i prelievi di solidarietà”. È quanto si legge in una nota della Confsal Unsa Esteri, secondo cui “la formulazione stessa di detta norma, in modalità di prelievo di solidarietà a carico del contribuente che percepisce spettanze di non elevato importo, rappresenta un elemento altamente sanzionabile che viola il dettato costituzionale, nonché le pronunce della suprema Corte e che deve invitare ad una riflessione complessiva in uno scenario internazionale economico-sociale che impone agli Stati di operare scelte di garanzia e di tutela nei confronti dei cittadini, al fine di salvaguardarli, in primis, dalla spirale inflazionistica”.
“Tali scelte, qualora trovassero applicazione nel ddl di Bilancio 2025, - denuncia il sindacato – intaccherebbero ogni elemento di garanzia e di tutela nei confronti dei pensionati residenti all’estero, elementi che verrebbero fortemente compromessi con la misura in parola”.
“Ci auguriamo, dunque, che vi siano, tra gli emendamenti segnalati che saranno oggetto di voto in sede referente nei prossimi giorni, anche gli emendamenti soppressivi o riformulativi di detta norma, al fine di riportare la materia entro parametri di legittimità, di correttezza e di garanzia nei confronti dei connazionali, lavoratori e pensionati, che per una vita hanno versato contributi in Italia e che ora, poiché residenti all’estero, - conclude Confsal Unsa Esteri – si vedono esclusi dai legittimi riadeguamenti previsti dalla norma per rendere adeguate le proprie pensioni, per ragioni che sfuggono sotto il profilo giuridico e sociale”.