I deputati Fabio Porta e Christian Di Sanzo hanno presentato oggi un’interrogazione ai Ministri degli Esteri e dell’Interno per affrontare una problematica urgente che interessa molte circoscrizioni consolari, in particolare in Brasile. Numerose segnalazioni indicano che cittadini discendenti da italiani, pur avendo raccolto tutta la documentazione necessaria per richiedere la cittadinanza italiana jure sanguinis, sono stati informati – anche tramite specifici avvisi pubblicati di recente sui siti ufficiali dei consolati – che le loro domande non saranno accettate nel caso in cui i certificati di nascita degli antenati italiani non siano redatti sulla base di dichiarazioni rilasciate da persone legittimate ai sensi della normativa italiana vigente al momento dell’evento (art. 373 del Codice Civile del 1865, art. 70 del R.D. 9 luglio 1939, n. 1238, e art. 30, comma 1, del D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396).
Giova ricordare che in Brasile, era prassi consolidata che la registrazione delle nascite fosse effettuata da terzi ("terzo dichiarante") – come parenti, conoscenti o datori di lavoro – senza specificare le ragioni dell’assenza del padre. Questa consuetudine, finora accettata, è ora messa in discussione, generando confusione e incertezza tra i richiedenti, che temono di perdere anni di attesa e i costi sostenuti.
Una situazione di analoga criticità è stata sollevata dai due deputati democratici in una recente interrogazione relativa alla circolare n. 43347 del 3 ottobre 2024, emanata dal Ministero dell’Interno italiano. La circolare chiarisce che, in caso di perdita della cittadinanza italiana da parte di un genitore a seguito dell’acquisizione volontaria di una cittadinanza straniera, la trasmissione della cittadinanza ai figli minori ("figli di naturalizzati") viene considerata interrotta. Questa interpretazione, basata su recenti sentenze della Corte di Cassazione, sta suscitando preoccupazioni e incertezza tra i richiedenti con procedimenti in corso.
Con le due interrogazioni, i deputati chiedono al Governo di adottare misure transitorie per consentire ai procedimenti già avviati di concludersi senza penalizzazioni per i richiedenti che hanno agito in buona fede e seguendo le regole stabilite. Al tempo stesso, i deputati sollecitano la definizione di linee guida chiare e uniformi, per garantire trasparenza e stabilità nel riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis.
“La questione non riguarda solo la gestione amministrativa delle pratiche, ma rappresenta anche un tema di giustizia e rispetto per chi ha agito con fiducia nelle istituzioni. È necessario agire con decisione per tutelare i diritti di queste persone, assicurando un’applicazione giusta e coerente della normativa e proteggendo la credibilità delle istituzioni italiane all’estero”, ha dichiarato l’on. Porta a margine della presentazione dell’interrogazione.