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Crisi Corea del Sud. Caos a Seul, ipotesi impeachment per Yoon. Manifestanti verso il palazzo presidenziale

Seul (Depositphotos)

Maggioranza e opposizione in Corea del Sud trovano ancora un'inedita unità d'intenti nella richiesta di dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol, dopo il caos della legge marziale dichiarata e poi ritirata, mentre migliaia di persone sono scese in piazza a Seul marciando verso il palazzo presidenziale scandendo slogan e agitando cartelli contro il capo dello Stato.

Per tutta la giornata si sono tenute proteste in Corea del Sud, mentre i gruppi della società civile si sono mobilitati per una manifestazione di massa serale a Seul, prevedendo la presenza di almeno 30.000 persone.

Le dirette in streaming hanno mostrato migliaia di persone marciare verso l'ufficio di Yoon nel centro di Seul dopo il raduno in piazza Gwanghwamun. Il Parlamento, intanto, continua a essere presidiato da manifestanti.

Il People Power Party, al potere in Corea del Sud ma senza una maggioranza in Parlamento, e il partito Democratico, che invece controlla l'Assemblea nazionale con le altre opposizioni, si sono ritrovati uniti nella richiesta di dimissioni di Yoon. Dopo il voto parlamentare congiunto per bloccare la mossa presidenziale e la successiva dichiarazione di revoca approvata intorno alle 4.30 locali (20.30 di martedì in Italia) durante una riunione di gabinetto, le forze politiche hanno chiesto a Yoon di fare un passo indietro.

Sei partiti di opposizione hanno deciso di accelerare il passo per la messa in stato d'accusa di Yoon, con il deposito della mozione di impeachment in Parlamento e la sua votazione ritenuta "possibile già entro la fine della settimana". Lo riportano i media di Seul.

Mozione di impeachment: 'Yoon ha violato la Costituzione'
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha violato la costituzione dichiarando la legge marziale nel tentativo di eludere un'inchiesta nei suoi confronti. Lo si legge nella mozione di impeachment presentata dai partiti dell'opposizione. Yoon "ha violato gravemente e ampiamente la Costituzione e la legge", afferma la mozione, aggiungendo che l'imposizione della legge marziale è stata "motivata non da preoccupazioni per la sicurezza nazionale ma dall'intento di eludere le indagini sulle accuse di rilievo penale che coinvolgono il presidente Yoon e la sua famiglia".

Il premier sudcoreano Han Duck-soo e i leader del People Power Party (Han Dong-hoon e Choo Kyung-ho) si sono riuniti presso l'Ufficio presidenziale, probabilmente in un incontro con il presidente Yoon Suk-yeol, dopo la mozione d'impeachment presentata in Parlamento dai partiti di opposizione. Lo riporta la Yonhap, secondo cui il meeting è avvenuto dopo i colloqui avuti con Chung Jin-suk, capo dello staff presidenziale, alla residenza ufficiale del premier per discutere le misure da adottare dopo la breve dichiarazione di legge marziale.

L'ultima mossa è maturata poche ore dopo l'iniziativa di impeachment concordata da sei forze di opposizione, il partito Democratico e altre cinque formazioni minori: la mozione sarà sottoposta domani durante una sessione plenaria e votata venerdì o sabato. Per il via libera serve il supporto di 200 deputati sui 300 che compongono l'aula. L'opposizione che esprime 192 voti dovrebbe quindi raccogliere altre 8 adesioni.

Il leader del partito al governo in Corea del Sud ha definito "tragico" il tentativo di Yoon di imporre la legge marziale e ha chiesto che i responsabili ne rispondano, mentre l'opposizione valuta la mozione di impeachment. "Il presidente deve spiegare direttamente e in modo approfondito questa tragica situazione" ha detto ai giornalisti il Han Dong-hoon.

"Il presidente deve spiegare direttamente e in modo approfondito questa tragica situazione" ha detto ai giornalisti il leader del People Power Party Han Dong-hoon aggiungendo che "tutti i responsabili devono essere ritenuti rigorosamente responsabili".

Il partito Democratico ha dichiarato che i suoi deputati hanno minacciato l'avvio formale delle procedure per metterlo sotto accusa in assenza di dimissioni. "La dichiarazione di legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol è stata una chiara violazione della Costituzione. Non ha rispettato alcun requisito per dichiararla", ha reso noto il partito in una nota secondo cui "si è trattato di un grave atto di ribellione e fornisce una base perfetta per il suo impeachment".

Per metterlo sotto accusa sarebbe necessario il sostegno di due terzi del Parlamento, ovvero 200 dei suoi 300 deputati. I democratici e gli altri piccoli partiti di opposizione insieme hanno 192 seggi: ma quando il Parlamento ha respinto la legge marziale di Yoon con la votazione unanime dei 190 presenti, circa 10 voti sono arrivati dal People Power Party.

Il ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun si è scusato "per aver causato la pubblica preoccupazione" in merito al tentativo del presidente Yoon Suk-yeol di imporre la legge marziale, offrendo le sue dimissioni. "Ho offerto la mia volontà di dimettermi al presidente, assumendomi la responsabilità dei disordini provocati dalla legge marziale di emergenza", ha detto Kim in una nota ai media, rilanciata dalla Yonhap.

Il partito Democratico, all'opposizione malgrado controlli il Parlamento, ha promosso una mozione per metterlo sotto accusa, seconda mossa del suo genere dopo quella di impeachment già depositata contro Yoon.

Qualora finisse sotto accusa, Yoon verrebbe privato dei suoi poteri fino al responso sul suo destino da parte della Corte costituzionale. Il People Power Party ha chiesto le dimissioni del presidente dopo che il suo leader Han Dong-hun ha sollecitato Yoon a spiegare una decisione di cui non era a conoscenza e di licenziare il ministro della Difesa Kim Yong-hyun, ritenuto il suggeritore della improvvida mossa.

Il principale sindacato della Corea del Sud ha indetto uno "sciopero generale" fino alle dimissioni del presidente Yoon Seok-yeol che ieri ha annunciato la legge marziale e poi fatto marcia indietro sotto le pressioni del Parlamento e delle massicce proteste di piazza.

I collaboratori più stretti del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol hanno offerto le dimissioni dopo il caos provocato dalla dichiarazione e poi dalla revoca, appena sei ore dopo, della legge marziale nel corso della notte.

"I collaboratori senior di Yoon si sono offerti di dimettersi in massa a causa della dichiarazione di legge marziale", ha riferito la Yonhap, senza fornire dettagli. Yoon, intanto, ha rinviato quella che sarebbe dovuta essere la sua prima apparizione pubblica dopo le turbolenze notturne: il meeting alle 10 locali in programma presso l'Ufficio presidenziale dedicato alla lotta alle droghe.

Gli assistenti presidenziali, tra cui il capo dello staff Chung Jin-suk, hanno offerto le dimissioni in massa questa mattina dopo il caos della legge marziale la cui dichiarazione a sorpresa ha posto anche problemi di natura giuridica. Non c'è traccia, secondo i media di Seul, di una riunione del Consiglio di Stato la cui approvazione è fondamentale per la dichiarazione di legge marziale: la sua assenza potrebbe supportare l'accusa di insurrezione.

In base alla Costituzione di Seul, il presidente può dichiarare la legge marziale durante "situazioni di guerra, simili a quelle di guerra o in altri stati di emergenza nazionale comparabili" che richiedono l'uso della forza militare per limitare la libertà di stampa, di riunione e altri diritti per mantenere l'ordine. Tuttavia, molti osservatori si chiedono se la Corea del Sud si trovi in una delle situazioni d'emergenza menzionate. La Costituzione stabilisce poi che il presidente deve obbedire quando l'Assemblea nazionale richiede la revoca della legge marziale con un voto a maggioranza.

Seul, ingresso vietato in Parlamento alle forze militari

La segreteria dell'Assemblea nazionale, il parlamento sudcoreano, ha imposto un divieto totale di ingresso all'edificio "per il personale del ministero della Difesa, delle forze militari e della Guardia dell'Assemblea nazionale, compresi gli ufficiali di polizia, che sono entrati illegalmente nei locali".

E' quanto ha affermato oggi il segretario generale Kim Min-ki, in una conferenza stampa. La decisione è maturata in risposta ai circa 280 militari mobilitati ai sensi della legge marziale che hanno fatto irruzione nel Parlamento dopo che il presidente Yoon Suk-yeol ha dichiarato lo stato d'emergenza. Le truppe hanno incontrato difficoltà a raggiungere l'aula a causa delle barricate improvvisate costruite dagli assistenti parlamentari.

"Questa è una misura urgente per proteggere la sicurezza i deputati e garantire il funzionamento dell'Assemblea nazionale", ha detto Kim.

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