Gente d'Italia

Il tramonto dei 5Stelle, dal calzino alle carte bollate. Un futuro di cespuglio del Pd

di BRUNO TUCCI

Qual è il domani dei 5Stelle? E’ nelle mani di Giuseppe Conte o di Beppe Grillo? La verità è che si sta parlando di una forza politica ormai al tramonto. Forse un giorno, tra qualche anno, chi avrà allora i capelli bianchi, potrà dire conversando con un amico: “Ricordi i 5Stelle? Chi li aveva creati e come andò a finire?”  Soltanto un amarcord per dirla con Federico Fellini e nulla più.

5S finiti nell’oblio

Se qualcuno è di parere contrario dovrà avere la pazienza di aspettare qualche anno o mese, poi si convincerà che i pentastellati sono finiti nell’oblio. “Nelle mani di quei due non poteva essere altrimenti” titola a tutta pagina l’Unità. Perché? Il mago di Oz e l’ex comico continuano a darsele di santa ragione, ma è tutto inutile per il semplice fatto che i successi di un tempo sono finiti nell’oblio.

Grillo sul carro funebre un simbolo

Beppe, con un colpo di teatro, a bordo di un carro funebre, sancisce la fine di una idea che aveva sconvolto il mondo politico. “Lo so che io perderò e vinceranno gli altri, però lasciatemi dire che nella storia rimarremo soltanto noi”. Sorridendo gioca un’ultima carta: “Andate a funghi invece che recarvi a votare”.

Una preghiera che non avrà seguito perché ormai il partito (non si può più chiamare movimento) è nelle mani dell’avvocato del popolo: “Non ci faremo calpestare”, urla alzando il tono di voce. Comunque sia, i sogni dell’uno e dell’altro sono svaniti. L’inventore minaccia di imboccare un’altra strada che avrà quel che merita, insomma una nuova creatura di grande successo. La verità è che non ci crede nemmeno lui, lo fa soltanto per gettare nel panico gli amici di un tempo. Gli altri, cioè i contiani, si confonderanno con i diversi cespugli del Pd navigando tra il tre e il cinque per cento.

Per quale ragione si è arrivati a tanto? Perché nessuno dei due voleva lasciare all’altro lo scettro del vincitore. Le vecchie teorie dei 5Stelle sono state spazzate via: il terzo mandato, l’uno vale uno, il progetto dell’alternanza anche sui banchi di Montecitorio o Palazzo Madama. Conte non poteva sopportare questi princìpi. Entrato in politica dalla finestra (per colpa del suo attuale nemico) non voleva più uscirne. Al bando, dunque, i velleitari princìpi di Grillo. Svanito il sogno di poter tornare per la terza volta a Palazzo Chigi, ha tentato la via del leader di una sinistra che nemmeno lui sapeva dove andasse a parare. Però valeva la pena di tentare, viste le divisioni del Pd e i tanti amici-nemici di Elly Schlein.

Oggi, è cambiato tutto e, pur essendo sicuro di aver sopraffatto Grillo con il voto della costituente, è convinto in cuor suo che non potrà andare oltre un certo limite di pochissima importanza. Comunque sia, il Potere, sia pure limitato, piace all’avvocato che in vita sua, non pensava mai di arrivare così in alto: con i media che parlavano dell’ex presidente del consiglio un giorno si e l’altro pure e i tanti battibecchi che riempivano le pagine dei giornali. Sono in molti a chiedersi ancora quale sarà il futuro dei 5Stelle.

Ma la verità è che è sbagliato il sostantivo: quale avvenire potrà mai esserci quando non si è né carne, né pesce? “Non siamo con la destra o la sinistra”, sosteneva a suo tempo Grillo. Giuseppe Conte ha virato a mancina, aggiungendo però di non essere vassalli di nessuno. Una sinistra indipendente, dunque, che vorrà contare con gli alleati (o pseudo tali) studiando e varando un programma comune. Non un’accozzaglia, quindi, come vorrebbe Eddy, pur di battere Giorgia Meloni e il suo governo.

Siamo ancora nel campo dell’irrealtà, ecco perché larga o stretta che sia, questa unione è morta ancor prima di nascere. L’Italia ha voglia di centro per uscire dalle sacche di un bipolarismo che ha creato più guai che risultati. D’accordo, ma dove sono i presupposti per arrivarci? Non quelli di una minoranza che si affanna ad inseguire un traguardo ancora molto lontano; non quelli di una destra litigiosa che la leader di Fratelli d’Italia si affanna giornalmente a ricompattare. Conte e Grillo si combattono brandendo spade e non fioretti? Sono illusi, perché il vecchio Movimento, da partito di maggioranza relativa, è finito a combattere servendosi delle carte bollate e niente più.

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