di ANGELA MARRELLI
Le ferie rappresentano un diritto fondamentale per il lavoratore, ma cosa succede quando non vengono godute?
Lavorare significa anche ogni tanto riposare e staccare la spina. Per questo motivo esistono le agognate ferie. Sembra incredibile ma non sempre i giorni stabiliti dalla legge vengono effettivamente usufruiti e per questo motivo si va incontro a degli obblighi da parte delle aziende.
Le ferie infatti non possono essere rinviate definitivamente: la normativa italiana è chiara. Se fino a qualche anno fa c’era meno pressione da parte del datore di lavoro nell’invitare il dipendente a prendersi le dovute ferie (tant’è vero che si dovevano “quasi implorare”) oggi, con l’aria che tira le cose sono decisamente cambiate.
In passato le aziende godevano di ottima salute e non avevano problemi a trasformare le ferie non godute in ferie pagate. Oggi è l’azienda stessa che impone al lavoratore di andare in ferie entro i termini che richiede la legge. Il motivo? Il datore di lavoro potrebbe trovarsi a dover rispondere non solo in termini organizzativi, ma anche economici, versando contributi aggiuntivi o, in alcuni casi, risarcendo direttamente il lavoratore.
Come funzionano le ferie in Italia
Negli ultimi anni, alcuni casi emblematici hanno sottolineato quanto sia importante per le aziende rispettare le scadenze relative alle ferie. Quando i lavoratori non riescono a beneficiare del loro diritto al riposo per cause non imputabili a loro stessi, la legge prevede meccanismi che tutelano il dipendente, arrivando a imporre costosi risarcimenti economici per danni alla salute o al benessere psicofisico.
Cosa dice la legge sulle ferie non godute? In base all’articolo 10 del D.Lgs. 66/2003, ogni lavoratore ha diritto a un minimo di quattro settimane di ferie annuali. Cerchiamo di analizzare nel dettaglio:
Innanzitutto le scadenze per sfruttare le ferie sono correlate all’anno in cui sono state maturate ma le rimanenze rimangono ancora valide per i 18 mesi successivi. Per esempio le ferie maturate nel 2023, possono essere utilizzate entro il 30 giugno 2025.
E’ il Ministero del Lavoro a stabilire come devono essere gestite le ferie. Come già accennato, secondo la legge devono essere utilizzate per due settimane consecutive entro l’anno in cui esse maturano (le famose ferie estive, per intenderci). I giorni extra, se previsti dal contratto collettivo, possono essere distribuiti più liberamente secondo quanto stabilito.
E se le ferie non vengono utilizzate? Le ferie che superano le quattro settimane previste per legge devono essere smaltite entro i termini indicati dagli accordi aziendali o dai contratti collettivi. Se non si rispettano le scadenze, l’azienda può incorrere in multe, variabili in base alla gravità e al numero di lavoratori coinvolti:
– Da 120 a 720 euro per violazioni lievi.
– Da 480 a 1.800 euro per violazioni che riguardano più di cinque lavoratori o durano almeno due anni.
– Da 960 a 5.400 euro se la violazione coinvolge più di dieci lavoratori o si protrae per almeno quattro anni.
Inoltre, il datore di lavoro deve versare i contributi previdenziali e assistenziali per le ferie non godute. Se il lavoratore non può utilizzare le ferie nei tempi previsti, può anche chiedere un risarcimento per eventuali danni alla salute.