Gente d'Italia

La mamma di Emily Damari, ostaggio per 15 mesi a Gaza: “Sta meglio di quanto ci aspettassimo”

di ALESSANDRA FABBRETTI

ROMA – Emily Damari “sta molto meglio di quanto ci aspettassimo”: lo ha detto la mamma di una delle tre donne tenute in ostaggio da Hamas dal 7 ottobre 2023, e rilasciate ieri. Mandy Damari, tramite una nota affidata all’Hostages and Missing Families Forum – l’organismo che rappresenta le famiglie degli ostaggi israeliani – e rilanciata dal Times of Israel, ha riferito delle condizioni di salute della 28enne con doppia nazionalità israelo-britannica che, quel giorno, nell’irruzione dei miliziani nel kibbutz Kfar Aza, venne colpita da un colpo d’arma da fuoco alla mano e da schegge di un ordigno alla gamba, prima di essere sequestrata e portata a Gaza. In una foto, è possibile vedere che la giovane ha una mano bendata, e Al Jazeera riferisce che ha perso due dita per la gravità delle ferite riportate. La madre ha aggiunto: “È stata una grande gioia assistere, insieme al resto del mondo, alla forza, alla determinazione e al carisma di Emily quando è stata rilasciata. Per usare le parole di Emily, ora ‘è la donna più felice del mondo’: ha ripreso in mano la sua vita“.

I video diffusi ieri dalle Brigate Al Qassam, l’ala militare di Hamas che detiene parte dei rapiti, mostrano le tre donne sorridenti mentre salgono a bordo del pick up per essere consegnate agli operatori della Croce Rossa. Nei video si mostra una folla di residenti che a Gaza City, a piazza Saraya, acclama il passaggio del veicolo, scortato da altri pick up con i combattenti armati, e dal volto coperto da occhiali da soli scuri e passa montagna. Le persone erano scese in strada anche per celebrare l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Consistente infatti la presenza dei miliziani, accolti dalla folla come “vincitori” ed “eroi della resistenza”.

Nel filmato, infine, viene mostrato il momento in cui gli ex carcerieri consegnano alle giovani dei sacchetti con sovraimpresso il logo del gruppo palestinese: sono loro stesse a mostrare i “souvenir” contenenti all’interno, tra cui un “certificato di detenzione” che riporta i seguenti dati: “È stata emessa dalle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, l’ala militare di Hamas, la decisione di liberare la prigioniera Emily Damari. Numero identificativo: 316003581. Data di nascita: 10/06/1996. Luogo di detenzione: Re’im. Luogo di residenza: Kibbutz Kfar Aza. Luogo di lavoro: Kibbutz Kfar Aza. Data di detenzione: 07/10/2023. Data di rilascio: 19/01/2025”.

Con Damari ieri sono state consegnate alla Croce Rossa internazionale, e poi all’esercito israeliano, anche Romi Gonen, 24 anni, e Doron Steinbrecher, 31 anni. Come riporta il Times of Israel, la madre della prima su Facebook ha scritto: “Ora Romi deve prendersi un momento per respirare e credere in questa nuova realtà”, mentre la famiglia di Doron ha espresso “la più sincera gratitudine a tutti coloro che ci hanno sostenuto e accompagnato in questo viaggio”. Tutte e tre le famiglie hanno infine voluto ricordare gli altri 92 ostaggi ancora detenuti. Sussistono sospetti che alcuni di loro siano morti in detenzione. Dei primi trentatré che saranno liberati nella prima fase, i media israeliani hanno potuto confermare che 25 sono ancora in vita.

Nel primo giorno dell’entrata in vigore della prima parte dell’accordo tra Israele e Hamas, che durerà sei settimane, il Forum delle famiglie degli ostaggi ha esortato il governo di Tel Aviv a non aspettare il sedicesimo giorno per avviare i negoziati della seconda fase, in modo da favorire il rilascio di tutte le persone ancora rapite.

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