di CRISTINA ROSSI
ROMA – Siamo cresciuti tutti bevendo Coca Cola e sentendoci dire che “fa male”. Di sicuro è la bibita gasata per antonomasia da generazioni, anche se è noto a tutti che il suo elevato contenuto di zucchero e caffeina la rendono una bevanda eccitante e molto calorica. Nonostante ciò, nessuno ha mai pensato di “toglierla dagli scaffali”, per la gioia di milioni di consumatori abituali di tutte le età.
L’incubo invece si è avverato in diversi paesi europei: dal Belgio ai Paesi Bassi, passando per Gran Bretagna Germania, Francia e Lussemburgo, dove si è acceso un alert su lattine e bottiglie con l’etichetta rossa, ma non solo. L’imbottigliatore europeo di Coca-Cola in Belgio ha infatti annunciato un massiccio ritiro di prodotti nel vecchio Continente causa del contenuto troppo elevato di clorato riscontrato in lattine e bottiglie di vetro di diversi brand, Coca-Cola è infatti in buona compagnia: nel ciclone sono finire Sprite, Fanta, Fuze Tea, Minute Maid, Nalu, Royal Bliss e Tropic, prodotti messi in circolazione dalla fine di novembre. AFP Coca-Cola Europacific Partners Belgium ha comunicato di non avere una cifra precisa dei prodotti da ritirare ma ha confermato che “si tratta di una quantità considerevole”. Per riconoscerli bisogna guardare il codice di produzione che va dal 328 Ge al 338 Ge.
L’azienda ha assicurato che la maggior parte dei prodotti e quelli che non sono stati venduti sono già stati rimossi dagli scaffali dei negozi, mentre si continuano “a prendere provvedimenti per ritirare dal mercato tutti i prodotti rimanenti”. Il gruppo inoltre ha chiesto scusa ufficialmente e assicurato che i prodotti possono essere restituiti al punto vendita per ottenere un rimborso. I consumatori sono stati quindi invitati a evitare di consumare i prodotti sospetti.
IL CLORATO, COS’È E PERCHÈ È PERICOLOSO
Il clorato è una sostanza che, se ingerita in quantità elevate, può rallentare l’assorbimento dello iodio e innescare disfunzioni metaboliche. L’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, spiega dal suo sito che “un’esposizione a lungo termine al clorato contenuto negli alimenti e nell’acqua potabile può essere motivo di preoccupazione per la salute dei bambini, in particolare di quelli con carenza lieve o moderata di iodio”. Ma rassicura, ritenendo “improbabile che l’assunzione totale in una sola giornata, anche ai più elevati livelli stimati, possa superare il livello di sicurezza raccomandato per i consumatori di tutte le età”.
Sull’esposizione acuta però mette in guardia: “Un elevato apporto di clorato durante un solo giorno potrebbe essere tossico per l’uomo, poiché può limitare la capacità del sangue di assorbire l’ossigeno, portando a insufficienza renale”. L’Efsa ha stabilito quindi un livello di sicurezza raccomandato di assunzione giornaliera (chiamato ‘dose acuta di riferimento’) di clorato pari a 36 µg/kg di peso corporeo al giorno. Un parametro di sicurezza rispetto cui torna a rassicurare, perché “anche le stime più elevate di esposizione alimentare acuta per tutte le età si sono rivelate al di sotto”, aggiunge.