ROMA – La Commissione Esteri e Difesa del Senato ha approvato il provvedimento di ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024. Nel corso del dibattito è stato approvato un emendamento che ha provveduto ad aggiornare la datazione in modo tale che l’espressione “bilancio triennale 2025-2027” vada a sostituire il riferimento al “bilancio triennale 2024-2026”. Il presidente della III Commissione Stefania Craxi ha informato del parere non ostativo sul provvedimento della Commissione Affari costituzionali e della Commissione Bilancio. Il senatore Bruno Marton (M5S) ha chiesto al Governo di conoscere se ci siano delle simulazioni relative ai costi delle pensioni di cui all’accordo in esame. Il Sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi ha riferito che l’accordo tra la Italia e Moldova garantirà un equo trattamento ai cittadini moldavi che riceveranno importi corrispondenti al numero di anni dei contributi versati. Il presidente Craxi ha posto, quindi, in votazione il mandato alla relatrice Mieli a riferire all’Assemblea per l’approvazione del disegno di legge in titolo, con le modifiche apportate, autorizzandola a richiedere lo svolgimento della relazione orale. La Commissione ha quindi dato il via libera a questo testo di accordo volto a realizzare un più efficace coordinamento fra le legislazioni di settore dei due Paesi con il proposito di migliorare la condizione dei lavoratori e dei membri delle loro famiglie che sono soliti spostarsi per ragioni professionali fra le due aree territoriali. La Repubblica di Moldova, Paese di quasi 3,3 milioni di abitanti, stretta fra la Romania e l’Ucraina ed è priva di sbocco al mare, considera l’Italia un partner fondamentale in ragione del suo peso all’interno dell’Unione europea stessa: vanta con l’Italia ottimi rapporti sul piano politico ed economico, anche a causa della presenza sul territorio italiano di una cospicua comunità di cittadini moldavi composta da almeno 110mila persone, con un alto tasso di occupazione e con un forte coinvolgimento della componente femminile. L’accordo troverebbe applicazione con riguardo alle prestazioni di invalidità, vecchiaia e superstiti previste dall’assicurazione generale obbligatoria, dai regimi speciali dei lavoratori autonomi, dalla gestione separata, dai regimi esclusivi e sostituitivi dei regimi assicurativi generali obbligatori istituiti per alcune categorie di lavoratori e gestiti dall’INPS.