di ALESSANDRA FABBRETTI
ROMA – “C’è stata un’evasione di massa dalla prigione di Munzenze, oltre 4mila detenuti sono fuggiti, e nel carcere erano presenti anche alcune centinaia di donne“. A confermare la notizia è Vivian van de Perre, vicedirettrice della Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo (Monusco). La funzionaria, come riporta la stampa internazionale, ha dato aggiornamenti sull’incidente avvenuto lo scorso 27 gennaio in cui i ribelli della milizia M23, sostenuta dal Ruanda, hanno fatto irruzione nel carcere di Goma, capoluogo della regione di Nord Kivu, e liberato i detenuti. Questo dopo aver costretto alla ritirata l’esercito congolese e preso il controllo della città. Quanto alle donne, secondo van de Perre, le ricostruzioni suggerirebbero che siano state “tutte stuprate, poi l’ala femminile del carcere è stata data alle fiamme. Sono morte tutte”. La vicedirettrice della Monusco ha chiarito che tuttavia i caschi blu non sono stati ancora in grado di recarsi sul posto per indagare sull’accaduto, in quanto a migliaia sono dispiegati a Goma “per proteggere i civili”. Lunedì, la stampa congolese riferiva di 141 donne rimaste uccise nell’assalto alla prigione di Munzenze, insieme a 28 bambini piccoli, chiarendo che l’edificio è stato prima saccheggiato e poi completamente dato alle fiamme. Quanto alle violenze subite dalle detenute, non emergono ulteriori dettagli. Tuttavia, sempre in questi giorni, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha avvertito che nel nord-est della Repubblica democratica del Congo le violenze sessuali sono da tempo impiegate come arma di guerra.
Da diversi anni, prima dell’offensiva dell’M23, decine di gruppi armati compiono assalti anche a danno delle comunità locali. Una testimonianza rilanciata dal Guardian riferisce di un attacco alla città di Rubaya nell’aprile scorso: i combattenti dell’M23 hanno radunato dei bambini e “picchiato a morte sei di loro”. Intanto ieri, il gruppo M23 ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale per garantire l’accesso degli aiuti umantiari a Goma. Secondo le Nazioni Unite, i soccorritori ancora lavorano in questa città per recuperare dalle strade i corpi delle vittime dell’aggressione dei miliziani filo-ruandesi. Almeno 2mila i morti stimati. L’annuncio arriva anche alla vigilia di un atteso incontro tra il presidente congolese Felix Tshisekedi con l’omologo ruandese, Paul Kagame, che si terrà il prossimo fine settimana a Dar Essalam, in Tanzania. Il colloquio avviene nell’ambito di un vertice d’emergenza convocato dai Paesi membri della Comunità dell’Africa orientale (Eac) e della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc), intenzionati a promuovere una soluzione politica alla crisi, prima che possa deflagrare di un conflitto regionale.