di CLAUDIA MONTANARI
Come fa il cervello a decidere che abbiamo mangiato abbastanza? Questo mistero della neuroscienza potrebbe aver trovato una risposta grazie a un’importante scoperta realizzata dai ricercatori della Columbia University. Nel tronco encefalico sono stati individuati neuroni specializzati che inviano un segnale per interrompere l’assunzione di cibo, tracciando ogni boccone e determinando il momento esatto in cui il corpo ha ricevuto abbastanza nutrimento.
La ricerca
Il team di ricerca guidato da Alexander Nectow e Srikanta Chowdhury ha individuato nel tronco encefalico una nuova popolazione di neuroni che svolge un ruolo chiave nel processo di sazietà. Questi neuroni non solo percepiscono il cibo ingerito e il suo impatto sull’intestino, ma integrano anche segnali provenienti da altre aree cerebrali, dall’olfatto alla vista, contribuendo alla decisione finale di smettere di mangiare.
Questa scoperta rappresenta una svolta rispetto a quanto noto fino a oggi. Fino ad ora, si riteneva che il senso di sazietà fosse regolato da circuiti cerebrali noti che rispondono a stimoli sensoriali e metabolici. Tuttavia, il nuovo studio dimostra che la decisione finale dipende da questi specifici neuroni del tronco encefalico, che operano come un “interruttore biologico” capace di interrompere il pasto.
Come funzionano questi neuroni?
Durante gli esperimenti condotti sui topi, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica innovativa per attivare e disattivare questi neuroni attraverso la luce. Quando venivano attivati, i topi riducevano notevolmente la quantità di cibo ingerita, mentre quando erano inattivi, gli animali continuavano a mangiare oltre il normale.
Un aspetto interessante emerso dallo studio è che questi neuroni non ordinano un’interruzione immediata del pasto, ma regolano gradualmente la velocità con cui viene consumato il cibo. Inoltre, si è scoperto che questi neuroni sono sensibili agli ormoni che regolano l’appetito. Ad esempio, vengono disattivati dalla grelina, un ormone che stimola la fame, e attivati dagli agonisti del GLP-1, la stessa classe di farmaci utilizzati per il trattamento dell’obesità e del diabete.
L’importanza di questa scoperta
Sebbene lo studio sia stato condotto sui topi, i ricercatori ritengono che questi neuroni esistano anche negli esseri umani. Il tronco encefalico è una struttura altamente conservata tra i vertebrati, il che suggerisce che questi neuroni potrebbero svolgere lo stesso ruolo anche nel cervello umano.
Se confermata, questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove terapie per combattere l’obesità e i disturbi alimentari. Attualmente, i farmaci basati sugli agonisti del GLP-1 sono tra i più efficaci per la perdita di peso, e la scoperta di questi neuroni potrebbe portare a trattamenti ancora più mirati e privi di effetti collaterali indesiderati.