di MATTIA CECCHINI

BOLOGNA – Un terzo degli escursionisti e un quarto degli sciatori affrontano la montagna senza alcuna protezione solare per la pelle. Tra i giovani sciatori si arriva all’80%. E troppo sole può provocare melanomi, un tipo di tumore della pelle che peraltro è in crescita. E allora è in montagna, dove peraltro l’incidenza dei melanomi è più alta, che si prova a mettere tutti più in guardia. E a farlo sfruttando la ‘vetrina’ delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina in arrivo tra un anno. Proprio Cortina d’Ampezzo, la ‘Regina delle Dolomiti’ che ospiterà alcune delle gare dei Giochi, è stata infatti scelta nei giorni scorsi per lanciare la campagna di prevenzione del melanoma in montagna. “Montagna sì, melanoma No: Cortina rappresenta una vetrina mondiale, il luogo ideale per ribadirlo. Tra un anno si apriranno le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali: sono l’occasione per raggiungere con questo messaggio milioni di appassionati, ricordando che il melanoma è una patologia in crescita e che l’esposizione ai raggi solari rappresenta un rischio anche in montagna”, ha detto l’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin.

MELANOMI IN AUMENTO

I melanomi sono in aumento: è stato calcolato che il 2024 può diventare l”anno nero’ per il numero di diagnosi. Le stime dicono 17.000, circa 4.300 in più rispetto ai 12.700 registrati nel 2023 (+30%). E se in montagna l’aria ‘fa bene’, l’elevata intensità delle radiazioni Uv e l’effetto amplificante del riflesso sulla neve, che può aumentare la quantità di raggi ultravioletti fino all’80%, può far male alla pelle. Eppure, a quanto pare, i pericoli associati all’esposizione solare in alta quota vengono spesso sottovalutati, anche da coloro che vivono o frequentano abitualmente questi ambienti. in Veneto è così, ad esempio: nell’area dell’Azienda sanitaria Ulss 1 Dolomiti, nel 1990 il tasso di incidenza standardizzato per età era di 6,3 su 100.000 per gli uomini e 13,8 su 100.000 per le donne. Nel 2021 è sestuplicato a 39,5 su 100.000 per gli uomini e più che raddoppiato a 33,2 su 100.000 per le donne. Il melanoma è la prima causa di tumore nei maschi under 50 anni e la seconda causa più frequente nelle femmine della stessa fascia d’età. Nella fascia 50-69 anni è la quarta causa di tumore più frequente negli uomini e la terza nelle donne.

NON SOLO CREME, CI SONO ANCHE CAPPELLI E OCCHIALI

Creme solari con un alto fattore di protezione, abbigliamento tecnico, cappelli, occhiali da sole e altri strumenti protettivi dovrebbero quindi diventare “una parte integrante della quotidianità per chi vive la montagna o pratica sport invernali”. Le regole della prevenzione dicono che i bambini fino a un anno non devono essere esposti al sole diretto, che si deve evitare l’esposizione solare tra le 11 le 16 e che in montagna neanche all’ombra si è del tutto al sicuro. Tutte cose che è bene far capire presto e bene se si vuole ridurre il rischio di tumori cutanei: le scottature, specialmente da giovani, costituiscono il fattore di rischio più significativo per i tumori cutanei. Ma il sole, dicono gli esperti, non è un nemico: la luce solare è fondamentale per processi importanti come la sintesi della vitamina D e il miglioramento dell’umore. Il problema è se non si adottano adeguate strategie di prevenzione. Ecco allora che le Olimpiadi possono fare da ‘megafono’ per sensibilizzare “sportivi ma anche appassionati e turisti e far comprendere che nel vivere gli sport e la vita all’aria aperta in montagna bastano poche attenzioni per difendere la pelle”, ha detto Lanzarin a Cortina, affiancata da alcuni esperti della sanità veneta. Anche chi vive in montagna però ha bisogno di un ‘ripasso’: “I dati indicano una incidenza molto più forte che nel resto della regione, evidentemente in montagna c’è meno consapevolezza dei fattori di rischio rispetto al mare. Da qui nasce la necessità di mettere in campo una serie di azioni specifiche di prevenzione e sensibilizzazione. La montagna fa bene, il sole è un toccasana per l’apporto vitaminico e per tanti altri benefici, anche all’umore. Bisogna, però affrontarlo in sicurezza”.

Il progetto “Montagna sì, melanoma no”, ha già coinvolto circa 1.500 studenti. Le scuole del territorio sono state impegnate in tre concorsi per sviluppare di materiale divulgativo “anti-melanoma”, creato dagli alunni. Nei Rifugi alpini sono state organizzate di sensibilizzazione degli escursionisti, in parallelo alle giornate di prevenzione dell’ipertensione arteriosa promosse dal Cai. Sui tavoli dei rifugi si è mangiato su tovagliette con messaggi di prevenzione del melanoma (tovagliette realizzate dagli alunni). La campagna di prevenzione del melanoma è stata inoltre portata all’interno del Treno della Salute 2024 alla stazione di Belluno. In vista degli eventi olimpici 2026, ed in particolare, nei test event pre-olimpici a Cortina d’Ampezzo (come la Coppa del Mondo di sci femminile) l’Ulss 1 Dolomiti ha attivato un punto informativo dedicato al contrasto del melanoma, con operatori impegnati nella finish area. In collaborazione con il Cai e con Confindustria Belluno Dolomiti è stato realizzato un video ad hoc dedicato al melanoma (https://www.aulss1.veneto.it/sana-progetto-montagna-si-melanoma-no/)