Si è concluso il vertice europeo di Parigi sull'Ucraina.

Attesi da una temperatura di zero gradi, i leader riuniti all'Eliseo da Emmanuel Macron stanno uscendo dal palazzo della presidenza francese uno dopo l'altro. I lavori hanno preso avvio dopo le 16.

Tutte le perplessità della Meloni

Arriva per ultima, quando tutti sono già attorno al tavolo da quasi un'ora.

E lascia l'Eliseo senza parlare, nonostante fosse tutto pronto, facendo cenno con la mano dalla macchina che proprio non era possibile. Giorgia Meloni riparte da Parigi al termine di un vertice "interlocutorio", convocato d'urgenza da Emmanuel Macron e di cui non ha condiviso i presupposti, e la scelta degli inviti.

Perché la sede naturale dove prendere decisioni comuni dei 27 doveva essere Bruxelles. E perché andavano sentiti, seppure in un formato ridotto, quantomeno quei paesi che con la Russia condividono centinaia di chilometri di confine e più sono esposti, un concetto sottolineato dalla premier al tavolo, "al rischio di estensione del conflitto". Non solo, non si può trattare, avrebbe sottolineato, di un "formato anti-Trump", anzi: gli Usa lavorano per "giungere a una pace e noi - avrebbe chiarito la premier - dobbiamo fare la nostra parte".

Nessuno, a Roma, mette in dubbio l'urgenza del momento, dopo l'accelerazione inaspettata di Donald Trump e l'incontro organizzato in fretta e furia a Riad tra la delegazione americana e quella russa per esplorare le condizioni per un negoziato di pace con Kiev. Però certo, è la convinzione ai piani alti dell'esecutivo, bisognava coinvolgere i paesi baltici e pure Svezia e Finlandia, appena entrate nella Nato.  La premier dopo lunga riflessione decide comunque di partecipare al summit per portare tutte le perplessità dell'Italia - e lo confermano alcune espressioni che si vedono dalle immagini al tavolo - a partire da quelle sull'ipotesi di dispiegare soldati europei in Ucraina. Una opzione che Meloni avrebbe definito davanti agli altri leader "la più complessa e la meno efficace". Soprattutto senza adeguate "garanzie di sicurezza" per Kiev, senza le quali qualunque negoziato rischierebbe, secondo la premier, di fallire. Meloni avrebbe esortato quindi a "esplorare altre strade" e soprattutto a coinvolgere gli Stati Uniti perché, il suo ragionamento "è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana". Non solo. Meloni avrebbe anche condiviso, nel merito, le critiche mosse dal vicepresidente Usa Vance.

L'attuale amministrazione ha certo "lanciato una sferzata" al Vecchio continente, avrebbe puntualizzato Meloni ricordando che "analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee". In sintesi, il pensiero della presidente del consiglio italiana, "non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi".  Meloni prima di volare a Parigi incontra prefetti e questori, un appuntamento anticipato ma irrinunciabile tanto da farle varcare il portone dell'Eliseo alle cinque del pomeriggio, senza essere accolta da Macron che la accompagnerà invece alla macchina alla fine, con tanto di baci sulle guance di saluto.  Mentre gli altri leader fanno il punto nelle rispettive ambasciate, lei riparte, mantenendo la posa del silenzio che da qualche settimana è calato sul fronte internazionale.

Meloni da una ventina di giorni non incontra la stampa, e dalla sua viva voce non si registrano interventi diretti a commento delle politiche annunciate, o attuate da Trump, compresa la spinosa questione dei dazi. Certo, nella convinta solidarietà a Sergio Mattarella dopo gli attacchi russi della scorsa settimana ha ribadito, di fatto, che la posizione dell'Italia rimane a fianco a Kiev. Posizione riaffermata anche nella telefonata con il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. "Siamo sempre stati convintamente al loro fianco, molto più di altri partner", osservano i suoi. Che probabilmente avranno occasione nei prossimi giorni di confrontarsi con i loro omologhi americani in due diverse occasioni di scambio, il Cpac di Washington che vede la presenza italiana nella delegazione di Ecr, e pure alla riunione dell'assemblea parlamentare della Nato in programma a Bruxelles, dove ci sarà anche una delegazione americana (già in Europa per il vertice sulla difesa che si è appena chiuso a Monaco).

 

 

Zelensky: "Gli Usa vogliono compiacere Putin"

     Gli Stati Uniti "vogliono compiacere Putin". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista all'emittente pubblica tedesca Ard, giudicando "debole" la capacità di difesa europea.

"Il problema è che gli Stati Uniti oggi dicono cose che sono molto gradite a Putin. Penso che sia lì il problema. Perché vogliono compiacerlo", ha detto il leader nell'intervista registrata sabato e andata in onda oggi.

Per quanto riguarda "il numero di truppe da combattimento, la flotta, l'aeronautica, i droni, onestamente penso che l'Europa sia debole", ha aggiunto.

Starmer: "La pace deve essere duratura, tutti si facciano avanti"

     Il primo ministro britannico, Sir Keir Starmer, ha condiviso un breve video sui social media da Parigi dove è in corso il summit dei leader europei sul futuro dell'Ucraina, in cui si rivolge ai follower affermando che "tutti vogliono un accordo di pace", ma "deve essere duraturo". Tutti nel continente devono "farsi avanti", ha aggiunto, per la "sicurezza collettiva".

Macron accompagna Meloni all'uscita tra baci e sorrisi

    Giorgia Meloni ha lasciato l'Eliseo, unica leader all'uscita della riunione di Parigi accompagnata fino all'auto dal presidente Emmanuel Macron. I due si sono ripetutamente sorrisi, poi, giunti all'auto che attendeva la presidente del Consiglio, si sono abbracciati con uno scambio di baci sulle guance.

Scholz: "Nessun diktat a Kiev, non può esserci pace imposta"

"Non può esserci una pace imposta che l'Ucraina deve accettare. Per noi è evidente che il Paese deve percorrere la sua strada nell'Unione europea, deve poter difendere la sua democrazia e la propria sovranità ed essere nella condizione di mantenere un esercito forte. Tutto ciò non è negoziabile", ha  detto Olaf Scholz, cancelliere tedesco, lasciando il vertice di Parigi.

"Ucraina con esercito principio non negoziabile", ha detto ancora. Poi ancora, rispondendo ad una domanda sulla possibilità di inviare truppe di peacekeeping in Ucraina, il cancelliere tedesco ha spiegato: "Credo che sia del tutto prematuro parlarne ora. Anzi sono anche un po' irritato per questo dibattito. Voglio dirlo chiaramente: qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alla quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo", ha detto il cancelliere tedesco . "È del tutto irragionevole: è un dibattito sbagliato al momento sbagliato su questioni sbagliate. Non siamo ancora alla pace, ma nel mezzo di una guerra che la Russia sta ancora portando avanti", ha aggiunto Scholz.

Kiev: "L'Ue nomini un rappresentante per i negoziati"

L'Ucraina vuole che l'Europa nomini rapidamente un rappresentante per potenziali negoziati di pace con gli Stati Uniti e la Russia: lo ha affermato Ihor Zhovkva, vice capo dell'ufficio di Volodymyr Zelensky, secondo il sito di Bloomberg. "Dovrebbe essere una decisione presa rapidamente", ha detto Zhovkva. "Spero subito dopo l'incontro di Parigi. Dovremmo agire, non riflettere", ha aggiunto.

Tusk: "A Parigi chiederò l'aumento immediato della spesa per la difesa"

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che al summit di Parigi chiederà "immediatamente" di rafforzare le capacità di difesa dell'Europa. "Non saremo in grado di aiutare efficacemente l'Ucraina se non prendiamo immediatamente misure concrete per le nostre capacità di difesa", ha detto Donald Tusk. "Se l'Europa, come oggi, non è in grado di contrastare il potenziale militare della Russia, allora dobbiamo immediatamente recuperare il nostro ritardo", ha sottolineato. Se l'Europa non spenderà per la difesa ora, "sarà costretta a spendere 10 volte di più se non impediamo una guerra più ampia".

I leader europei arrivano all'Eliseo

Iprincipali leader europei stanno arrivando all'Eliseo per il vertice di Parigi sull'Ucraina. Tra i primi ad essere accolti dal presidente francese Emmanuel Macron, il premier polacco Donald Tusk e il primo ministro inglese Keir Starmer.

Macron sente Trump prima del vertice sull'Ucraina a Parigi

Il presidente francese Emmanuel Macron ha sentito al telefono Donald Trump appena prima dell'inizio della riunione dei leader europei sull'Ucraina convocata da Parigi. Lo riferisce l'Eliseo. Il colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti è durato "circa venti minuti", fa sapere l'Eliseo.

Berlino: "Niente truppe europee senza il coinvolgimento Usa"

Niente truppe europee in Ucraina "senza il pieno coinvolgimento degli Stati Uniti": lo afferma una fonte del governo tedesco a poche ore del summit dei principali leader Ue a Parigi per decidere la linea europea sull'impegno in Ucraina.

Von der Leyen a Parigi: "La sicurezza dell'Europa al punto di svolta"

"Appena arrivata a Parigi per colloqui cruciali. La sicurezza dell'Europa è a un punto di svolta. Sì, si tratta dell'Ucraina, ma anche di noi. Abbiamo bisogno di un approccio d'urgenza. Abbiamo bisogno di aumento della difesa. E abbiamo bisogno di entrambe le cose adesso". Lo scrive su X la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

Starmer: "Accordo sull'Ucraina deve essere giusto e duraturo"

"Qualsiasi accordo di pace sull'Ucraina deve essere "giusto e duraturo". Lo ha affermato il premier britannico Keir Starmer sottolineando che "una pausa nei combattimenti" darebbe al presidente russo Vladimir Putin "la possibilità di ritornare". Il primo ministro laburista, in partenza per Parigi per prendere parte al vertice coi leader europei, ha aggiunto che servono "risposte realistiche e credibili a qualsiasi cessate il fuoco".

La Polonia non prevede di inviare truppe in Ucraina

La Polonia non invierà le sue truppe in Ucraina e continuerà a sostenere il suo vicino contro la Russia, ha affermato oggi il primo ministro polacco prima di volare a Parigi. "La Polonia sosterrà l'Ucraina come ha fatto finora: a livello organizzativo, in base alle nostre capacità finanziarie, umanitarie e militari. Non abbiamo in programma di inviare soldati polacchi nel territorio ucraino", ha detto Donald Tusk ai giornalisti.

Ungheria: "Il vertice di Parigi ostacola gli sforzi di pace in Ucraina"

L'Ungheria attacca l'iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron di un vertice a Parigi per concordare una linea europea comune in relazione ai negoziati di pace tra Ucraina e Russia. "I leader europei che sostengono la guerra e sono contrari a Trump si riuniscono oggi a Parigi per bloccare gli sforzi di pace in Ucraina", ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, "l'era della politica interventista è finita" ha detto Szijjártó."A differenza di coloro che si riuniscono a Parigi, che hanno alimentato l'escalation per tre anni, noi sosteniamo gli sforzi di pace".

Il premier britannico pronto ad inviare truppe in Ucraina se necessario

Il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato di essere pronto a inviare truppe in Ucraina, qualora fosse necessario per garantire la sicurezza della Gran Bretagna e dell'Europa. Il Regno Unito sta svolgendo un ruolo di primo piano nel supportare Kiev nella guerra contro la Russia, il che "significa anche essere pronti e disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza per l'Ucraina inviando le nostre truppe sul campo se necessario", ha scritto Starmer sul Daily Telegraph.