ROMA - “La sentenza della Corte Costituzionale n. 19/2025 pubblicata lo scorso venerdì se da una parte ha dichiarato legittimo il sistema di blocco e/o riduzione della perequazione automatica delle pensioni di importo alto introdotto nel 2023 dal Governo in carica perché non avrebbe leso i principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza posti a garanzia dei trattamenti pensionistici, dall’altra parte, secondo noi, lascia impregiudicata, e anzi indirettamente la censura, la norma stabilita dalla Legge di Bilancio per il 2025 che ha congelato la rivalutazione delle pensioni superiori al trattamento minimo erogate ai nostri connazionali residenti all’estero”. A scrivere è Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, che commenta così la sentenza della Corte costituzionale pubblicata venerdì scorso.
“La Consulta – argomenta il parlamentare – ha sì dichiarato inammissibili e non fondate le questioni di legittimità costituzionali sollevate dai tribunali ricorrenti (le Corti dei conti di Toscana e Campania) avverso le norme che avevano privato della perequazione automatica negli anni 2023 e 2024 le pensioni di importo superiore a quattro volte il trattamento minimo Inps (importo che nel 2023 era di circa 2.100 euro) perché il blocco della rivalutazione di tali pensioni, secondo la Consulta, può essere giustificato dal fatto che esso non deve essere considerato un prelievo forzoso, ma una misura economico-previdenziale e che l a riduzione della perequazione per fasce di reddito è legittima, poiché rientra nella discrezionalità del legislatore bilanciare sostenibilità del sistema previdenziale e tutela del potere d’acquisto ed infine che le pensioni più alte hanno margini più ampi di resistenza all’erosione dell’inflazione. Ma allo stesso tempo la Corte sostiene nuovamente (lo aveva già fatto in altre precedenti sentenze) che il meccanismo legislativo del blocco della rivalutazione delle pensioni “alte” non è irragionevole perché “salvaguarda integralmente le pensioni di più modesta entità””.
“In realtà quindi il principio della salvaguardia delle pensioni più “basse”, evocato dalla Consulta, che giustificherebbe il blocco di quelle alte – evidenzia Porta – non è stato rispettato da questo Governo con l’introduzione nella Legge di Bilancio 2025 della sospensione della rivalutazione delle pensioni superiori al trattamento minimo erogate all’estero il cui importo medio (ce lo dice lo stesso legislatore nella relazione tecnica della legge) è di circa 750 euro; blocco quindi che lede senza alcun dubbio i principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza posti a garanzia dei trattamenti pensionistici e rappresenta un accanimento gratuito e ingiustificabile contro i diritti dei pensionati italiani residenti all’estero titolari di pensioni di modesta entità”.
“È auspicabile quindi che le istituzioni che rappresentano i diritti dei lavoratori e dei pensionati studino e intraprendano nuove iniziative legali contro il blocco della perequazione automatica delle pensioni erogate all’estero per portare nuovamente la questione davanti ai tribunali e fino alla Corte Costituzionale perché esistono tutti i margini etici e giuridici per tutelare i diritti dei nostri connazionali. È inaccettabile – conclude Porta – che si chiedano e si impongano sacrifici ai pensionati mentre si consente ogni anno un’evasione fiscale e contributiva che supera i cento miliardi di euro”.
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