di CLAUDIA MONTANARI

Un dolce inganno? Nuove ricerche collegano l’aspartame alle malattie cardiovascolari.

I dolcificanti artificiali sono da tempo considerati un’alternativa a basso contenuto calorico allo zucchero, ma sempre più ricerche sollevano dubbi sulla loro sicurezza a lungo termine. Una recente indagine pubblicata su Cell Metabolism ha individuato un possibile legame tra il consumo di aspartame e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, attraverso un meccanismo che coinvolge picchi di insulina e la formazione di placche nelle arterie.

Questa scoperta si aggiunge a una crescente lista di studi che collegano i dolcificanti artificiali a effetti negativi sulla salute, tra cui problemi gastrointestinali, sintomi neurologici, diabete di tipo 2 e disturbi metabolici.

Cos’è l’aspartame e dove si trova?

L’aspartame è uno dei dolcificanti artificiali più utilizzati al mondo, noto per essere circa 200 volte più dolce dello zucchero. Questo significa che, pur contenendo calorie, ne basta una quantità molto inferiore per ottenere lo stesso livello di dolcezza.

È presente in una vasta gamma di prodotti, tra cui:

  • Bevande gassate dietetiche
  • Dolci e dessert senza zucchero
  • Yogurt e latticini light
  • Prodotti da forno
  • Salse, condimenti e cibi pronti

Tuttavia, il dibattito sulla loro sicurezza non si è mai spento.

Lo studio: come l’aspartame altera i livelli di insulina

Un team di ricercatori ha condotto uno studio sui topi per comprendere l’impatto dell’aspartame sul metabolismo e sulla salute cardiovascolare. Gli animali sono stati divisi in tre gruppi alimentari: uno con una dieta contenente lo 0,15% di aspartame (equivalente al consumo umano di tre lattine di soda dietetica al giorno), uno con una dieta normale e un altro con un’alimentazione ricca di zuccheri.

I risultati hanno mostrato che i topi che assumevano aspartame sperimentavano un rapido aumento dell’insulina nel sangue entro 30 minuti dall’ingestione. Questi picchi insulinemici non erano episodici, ma continuavano nel tempo, suggerendo un possibile sviluppo di insulino-resistenza.

L’eccesso di insulina nel sangue è un fattore di rischio ben noto per il diabete di tipo 2 e per le malattie cardiovascolari, poiché può portare a un’infiammazione cronica e alla formazione di placche nelle arterie.

Il legame tra insulina e danni ai vasi sanguigni

L’insulina non regola solo la glicemia, ma interagisce anche con diversi tessuti del corpo, tra cui muscoli, fegato, cervello e cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni.

Lo studio ha evidenziato che i topi alimentati con aspartame sviluppavano aterosclerosi già dopo quattro settimane, con un peggioramento progressivo a otto e dodici settimane. Nei topi alimentati con zucchero, invece, le placche arteriose si formavano solo dopo dodici settimane, suggerendo che l’aspartame potrebbe accelerare il processo di danno vascolare rispetto allo zucchero stesso.

Secondo il Dr. Christopher Yi, chirurgo vascolare presso il MemorialCare Orange Coast Medical Center, questi risultati sono significativi perché spiegano il motivo per cui precedenti studi epidemiologici avevano osservato un aumento del rischio di malattie cardiovascolari tra i consumatori abituali di dolcificanti artificiali.

Infiammazione e rischio cardiovascolare: il ruolo del CX3CL1

Uno degli aspetti più interessanti della ricerca è stata la scoperta del coinvolgimento della proteina CX3CL1, un segnale immunitario che contribuisce all’infiammazione e all’accumulo di placche arteriose.

Il meccanismo ipotizzato è che l’elevata insulina stimoli la produzione di CX3CL1 nelle cellule endoteliali, attirando cellule infiammatorie e aggravando la formazione delle placche aterosclerotiche. Questo processo potrebbe spiegare perché chi consuma regolarmente aspartame presenta un rischio cardiovascolare più alto, nonostante eviti lo zucchero tradizionale.

Aspartame e dieta, davvero una scelta più salutare?

Uno dei motivi principali per cui le persone scelgono dolcificanti artificiali è ridurre il consumo di zuccheri per perdere peso o controllare il diabete. Tuttavia, se l’aspartame porta a un aumento dell’insulina e a uno stato infiammatorio cronico, potrebbe non essere la soluzione ideale per prevenire disturbi metabolici.

Secondo i ricercatori, questo potrebbe spiegare perché molti studi hanno rilevato che i consumatori di bibite dietetiche non mostrano una riduzione del rischio di obesità o diabete rispetto a chi consuma bevande zuccherate.

Limitare il consumo di dolcificanti

Gli autori dello studio hanno sottolineato la necessità di ulteriori ricerche sugli effetti dell’aspartame negli esseri umani, ma suggeriscono già che limitare il consumo di dolcificanti artificiali potrebbe essere una strategia utile per la prevenzione delle malattie metaboliche e cardiovascolari.

Il Dr. Yi ha dichiarato che, anche se l’aspartame è approvato dalla FDA e considerato sicuro se consumato con moderazione, i dati emergenti suggeriscono che potrebbe avere effetti negativi nel lungo termine.

Adottare un approccio più naturale all’alimentazione, basato su cibi integrali e minimamente processati, potrebbe essere la chiave per evitare i potenziali rischi legati ai dolcificanti artificiali.