ROMA - Anche gli italiani all’estero voteranno i 5 referendum che la Corte Costituzionale, il 20 gennaio scorso, ha giudicato ammissibili.
Come per le elezioni politiche, anche ai referendum i connazionali iscritti all’Aire votano per corrispondenza. Ecco perché, nell’attesa di conoscere la data del voto – che sarà compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno – diverse sedi consolari hanno rilanciato l’invito ai connazionali affinchè mantengano aggiornato il proprio indirizzo di residenza, così da poter ricevere a domicilio il plico elettorale.
I dati possono essere controllati e aggiornati sul portale Fast It.
Cinque i quesiti referendari che hanno avuto il via libera della Consulta, 1 sulla cittadinanza e 4 sul lavoro.
Il Referendum sulla cittadinanza propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992.
Il primo dei quattro referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act, che consente alle imprese di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.
Il secondo quesito riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese.
Il terzo punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine.
Il quarto quesito riguarda l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro. (m.c.\aise)