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di FABIO PORTA

"Il blocco degli aumenti delle pensioni degli italiani all’estero è palesemente discriminatorio e incostituzionale. Per questa ragione ho chiesto al Ministro del Lavoro, con una interrogazione, di spiegare – se è in grado di farlo vista l’assurdità del provvedimento - i motivi per cui è stato deciso di sospendere per il 2025 (ma con conseguenze economiche permanenti per i pensionati colpiti) la rivalutazione – cosiddetta perequazione automatica – delle pensioni superiori al trattamento minimo INPS erogate agli italiani residenti all’estero".
"Nell'interrogazione ho sottolineato che sono interessati, e quindi penalizzati, da suddetta disposizione circa 61.000 titolari di pensioni INPS residenti all’estero dei quali oltre 30.000 risultano essere titolari di pensioni di importo che varia da 567 a 1.135 euro mensili mentre circa 11.000 sono titolari di pensioni di importo tra 1.135 e 1.703 euro e solo 12.000 pensioni sono superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS. Ho osservato, inoltre, che sembra evidente che la decisione del legislatore di bloccare il meccanismo della perequazione automatica a pensioni di importo così basso, lasciando invece inalterata la rivalutazione per le pensioni di importo alto dei residenti in Italia, oltre a rappresentare una ingiustificabile disparità di trattamento basata manifestamente sulla residenza, costituisce anche e soprattutto una violazione del principio di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza dei trattamenti previdenziali (principio sancito dagli articoli 3, 36 e 38 della Costituzione) e di quello della salvaguardia delle pensioni più basse evocato più volte dalle sentenze della Corte Costituzionale e da ultimo nella recente sentenza n. 19/2025 dove si evidenzia che il congegno normativo del rallentamento della dinamica perequativa deve salvaguardare l’integrale rivalutazione delle pensioni di più modesta entità, addirittura ricomprendendo in esso quelle di importo pari a quattro volte il trattamento minimo INPS".
"Ho chiesto perciò quali sono le motivazioni che il Ministero del Lavoro adduce – considerato che nella relazione tecnica di accompagnamento del provvedimento penalizzante le ragioni del blocco non vengono sostenute da alcuna valutazione – per giustificare il congelamento, ancorchè temporaneo, della perequazione automatica delle pensioni di basso importo erogate ai nostri connazionali all’estero alla luce delle sentenze della Corte costituzionale. Infatti tali sentenze hanno sempre nel tempo voluto garantire una rivalutazione piena per le pensioni di importo più basso fino a quattro volte il trattamento minimo INPS. Ed ho anche enfatizzato il fatto che l’applicazione della normativa in questione è stata circoscritta ai soli residenti all’estero senza tener conto che essi sono tuttavia tutelati dal diritto internazionale – Regolamenti comunitari di sicurezza sociale e Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale – che sanciscono il principio della esportabilità delle prestazioni previdenziali e il mantenimento dei diritti acquisiti (art. 7 Reg. UE n.883/2004 “Abolizione clausole di residenza” e analoghi articoli di tutte le Convenzioni bilaterali). Spero che il Governo senta la responsabilità e abbia la correttezza di spiegare ai nostri connazionali pensionati – rispondendo al più presto - quali sono le ragioni di questo inverosimile e odioso accanimento contro il mondo dell’emigrazione".