di STEFANO CASINI

I legami che hanno Italia e Uruguay sono secolari, non soltanto per i 150.000 connazionali che abitano in questo piccolo paese, ma anche perché, la metá della popolazione, porta il nostro sangue.

In 40 anni ininterrotti di Democrazia, tornata in pieno dal 1985, da Sanguinetti a Mujica Cordano ed ora Yamandú Orsi, fanno si che il nostro paese ha lasciato e continua a lasciare, profonde radici in Uruguay. E così vogliamo raccontarvi in poche ma sentite parole l’evento dell’anno, non solo per l’Uruguay…. la presa ufficiale del nuovo Presidente della Repubblica Uruguaiana, Yamandú Orsi. Alla quale l’Italia non poteva mancare.. Cosí é arrivata la Delegazione Ufficiale Italiana con il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e la Segretaria Gen. Dell’IILA, Antonella Cavallari, onnipresente per quanto riguarda i paesi dell’America Latina.

Ma la piú prestigiosa e numerosa é stata quella del Partito Democratico, capeggiata dal Vicesegretario del PD Giuseppe Provenzano, il nostro caro Amico, l’On. Fabio Porta, il Coordinatore del Dipartimento Esteri, Europa e Cooperazione Internazionale del partito, Dott. Eugenio Marino e la Coordinatrice del PD per l’America L’America Latina. Marisa  Barbato.

La delegazione ha incontrato nell’Hotel Radisson la Presidente delle Nonne di Plaza de Mayo dell’Argentina Estela De Carlotto, giunta anch’essa per l’assunzione di Orsi con una sua delegazione. Durante la riunione i dirigenti hanno parlato del grande lavoro fatto per tanti anni con il nostro paese che ha sempre accolto questa iniziativa nata il 22 ottobre del 1977, quando, per la prima volta, nell’emblematica Plaza de Mayo, davanti alla Presidenza della Repubblica e in piena dittatura, un piccolo gruppo di nonne e madri di “desaparecidos”, si riuniscono, ogni giovedí, fino ai giorni nostri, per reclamare giustizia per quei quasi 9.000 oppositori della dittatura trucidati negli anni di piombo,

Oggi, in Uruguay, non soltanto c’é una nuova assunzione presidenziale, ma anche l’assunzione di un discendente di italiani che ha un legame anche politico con il PD. Cosa significa?

Ha risposto Giuseppe Provenzano : “É stato un giorno importante per la sinistra di tutto il mondo, un giorno importante per la sinistra italiana perché noi abbiamo profondissimi legami con l’Uruguay, di sangue, di fatica, di lavoro. Anche legami di memoria, perché la resistenza alla dittatura é condivisa. In Italia, come tutti sanno, sono stati celebrati processi importanti contro il Piano Condor, che hanno prodotto risultati per stabilire la veritá, anche nella vicenda storica dell’Uruguay. Avevamo giá incontrato l’ora Presidente Orsi 2 anni fa, in uno splendido asado, con la presenza dell’ex Presidente Mujica e sinceramente, credo che sia stata la riunione piú bella della mia vita. Oggi siamo qui, perché il piccolo Uruguay, puó dare un insegnamento alle sinistre del mondo che sono spesso divise e proprio per le loro divisioni, non possono combattere le destre. Si possono battere nel rispetto delle differenze, e  nella costruzione di un processo condiviso e questo é molto importante per il Frente Amplio.

Le pare che l’Uruguay sia un esempio a livello democratico?

Giuseppe Provenzano – “Ne sono profondamente convinto, ma credo anche che la vera minaccia che stiamo vivendo nel mondo, é questa regressione della Democrazia in atto”

Interviene il Responsabile dei Rapporti internazionali del PD Eugenio Marino, un caro amico di tanti anni a cui abbiamo chiesto:

Cosa significa, per l’America Latina, l’assunzione di una sinistra moderata al governo?

Eugenio Marino – “La situazione internazionale, oggi, non é una delle migliori, anzi, viviamo un periodo nel quale si rompono tutti gli schemi della politica estera. Si rischia di mettere a repentaglio quelle che son state le alleanze internazionali che hanno garantito all’Europa decenni di pace e una sicurezza delle democrazie. Oggi si stanno affermando politici e partiti che mettono a repentaglio la Democrazia stessa. Non si tratta piú di una contesa tra destra e sinistra o una contesa delle potenze a livello globale, ma ci sono, sia dentro i vari paesi europei, sia a livello internazionale, per cui la Democrazia, non sia piú un valore. Abbiamo avuto l’esempio di un Presidente americano, che, per la prima volta nella storia, ha tentato un assalto al Capitol, una sorta di colpo di stato, e viene rieletto a furor di popolo e ricomincia ad assumere strategie internazionali con leader antidemocratici e questo é il segno che, la Democrazia, anche dal popolo e gli strati sociali piú deboli che hanno piú bisogno di Democrazia. I popoli sono talmente pervasi da un nuovo modo di fare politica che troppo spesso danno il loro consenso a questi nuovi pericolosi leader. In questo contesto internazionale pericoloso per Democrazia e Diritti Umani, proprio perché alcuni di questi pseudo dittatori o autocrati, si allontanano dalla Corte Internazionale, minacciano continuamente le istituzioni internazionali democratiche, la stessa ONU, in un contesto del genere, sapere che vince le elezioni un Presidente progressista che, difende le istituzioni internazionali, che lavora per la cooperazione e l’integrazione euro-latinoamericana, diventa un grande sollievo. Proprio l’Uruguay é un esempio di Democrazia, dove un trapasso presidenziale é riconosciuto da tutti i cittadini, senza odio o rancore. Ne' popolazione, ne’ classe dirigente, ne' classe politica alimentano odi, ma, mentre 5 anni fa, questa stessa popolazione si é inclinata piú sulla destra, ora ritorna nel cammino dell’intendimento e la cooperazione. Poi, nel continente, negli ultimi anni, ci sono state poche affermazioni della sinistra, come in Messico, Cile o Colombia, ma l’Uruguay, ha di nuovo dimostrato che puó giocare un ruolo molto importante, sia a livello di rapporti con il MERCOSUR, sia a livello di rapporti con l’UE. La scelta di Orsi per un Ministro degli Esteri con un profilo come quello di Mario Lubetkin, sottolinea proprio questa direzione. Mario, oltre ad essere proprio italiano e vivendo tanti anni in Italia, ha un profilo internazionale eccezionale, ha diretto un’Agenzia Stampa, é stato Direttore alla FAO e ha sempre avuto una grande capacitá di tessere relazioni e consolidare le battaglie democratiche, da quando, da molto giovane, fu costretto a lasciare l’Uruguay sotto la dittatura, maturando sulla propria esperienza l’esigenza.”

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