Seduta negativa per la Borsa di Milano: dopo una giornata nervosa su tutti i mercati azionari, l'indice Ftse Mib ha concluso in ribasso dello 0,95% a 38.225 punti.
Mercati azionari del Vecchio continente in ribasso: dopo una seduta molto volatile la Borsa peggiore è stata quella di Francoforte, che ha chiuso con un calo dell'1,7%, seguita da Madrid in perdita dell'1,3%.
In ribasso finale dello 0,9% i listini azionari di Londra, Amsterdam e anche Parigi, che per tutta la giornata aveva provato a contenere le perdite.
Tesla amplia il calo e arriva a perdere a Wall Street il 13,23%. A pesare sul colosso delle auto elettriche di Elon Musk è il crollo delle vendite in Cina.
La forte flessione di Tesla trascina al ribasso tutte le Magnifiche 7. Alphabet perde il 5,2%, Meta il 5,6%, Nvidia il 5,1%, Apple il 5,3%, Microsoft il 2,8% e Amazon il 3,7%.
Il Bitcoin cala sotto gli 80.000 dollari. La criptovaluta perde il 4,5% a 79.334 dollari. A pesare sono i timori di una guerra commerciale.
Tesla dimezza le vendite in Cina a febbraio
Tesla cede altro terreno in Cina: a febbraio la compagnia di Elon Musk ha quasi dimezzato le vendite a 30.688 veicoli (-49% annuo), per una quota di mercato nell'aggerrito settore delle e-car scesa di 4 punti percentuali al 3,9%. Più pesante, secondo i dati della China Passenger Car Association (Cpca), è l'export: appena 3.911 unità (-87%). Eppure, l'industria cinese dei veicoli a nuova energia (Nev) vola nel 2025, con vendite al dettaglio nazionali salita 686.000 unità lo scorso mese (+79,7%). Il comparto ha avuto un peso del 49,5% nel rapporto con le vendite nazionali di autovetture di 1,386 milioni di unità (+26%).
In netta controtendenza, invece, le rivali mandarine a partire dal leader BYD, che ha avuto vendite per 67.025 unità (+187%), grazie ai suoi modelli più economici e a tecnologie avanzate che stanno erodendo lo slancio innovativo per cui erano popolari in Cina le auto di Musk. Tesla, in altri termini, è ritornata per vendite ai livelli di luglio del 2022, quando il Dragone era alle prese con la stretta legata alla pandemia del Covid-19, scivolando all'undicesimo posto tra i primi 12 produttori di auto. BYD ha consolidato la leadership con il 15% di market share. Secondo Morgan Stanley, l'outlook su Tesla non è affatto rassicurante sul medio termine. I ricavi in Cina, in base alle stime degli analisti della banca d'affari Usa, sarebbero destinati a calare dal 21% sul totale del 2024 a meno del 7% entro il 2030. A meno che la società texana non decida la svolta con un più robusto taglio dei pressi di vendita e un'integrazione più profonda con la tecnologia locale. BYD ha abbandonato la produzione di auto a combustione nel 2022: a febbraio ha venduto oltre 318.000 veicoli tra elettrico e ibrido, centrando un +161% annuo. Una Tesla Model Y o Model 3 costa in media 33.500 dollari; la berlina Song Plus di BYD è a 21.000 dollari, grazie a prezzi di listino limati tra l'8% e il 18% e alla costante richiesta a suoi fornitori di tagliare limare i loro listini. Un altro colpo messo a segno dal gruppo di Shenzhen è la guida assistita avanzata. Tesla ha rilasciato in Cina un aggiornamento del suo sistema Full Self-Driving: costa 8.800 dollari, cifra importante rispetto al prezzo dell'auto. BYD, invece, ha annunciato a febbraio l'integrazione delle funzionali di intelligenza artificiale di DeepSeek nei suoi software per le e-car e la dotazione di tutti i suoi modelli di auto con il suo sistema di guida autonoma avanzato God's Eye, inizialmente installato su 21 modelli a nuova energia, tra cui alcuni con prezzi sotto i 100mila yuan (circa 13.700 dollari). Il tutto in una maggiore aggressività sui listini dei concessionari strutturata per vendere fino a 6 milioni di veicoli nel 2025.