Il presidente americano Donald Trump ha detto che ha intenzione di parlare con il suo omologo russo Vladimir Putin domani (martedì) e discutere della fine della guerra in Ucraina, come riportano i media Usa.
"Parlerò con il presidente Putin martedì. Abbiamo lavorato molto nel weekend", ha detto Trump ai giornalisti sull'Air Force One durante un volo notturno di ritorno dalla Florida all'area di Washington.
"Vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità", ha aggiunto il tycoon.
"Parleremo di terre. Parleremo di centrali elettriche", ha detto Trump quando gli è stato chiesto delle concessioni. "Penso che ne abbiamo già discusso molto da entrambe le parti, Ucraina e Russia. Ne stiamo già parlando, dividendo alcuni beni".
"Vedremo se avremo qualcosa da annunciare, forse entro martedì (domani, ndr)", ha aggiunto il presidente americano, secondo quanto riporta la Cnn.
Successivamente, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che è in preparazione una conversazione telefonica tra Vladimir Putin e Donald Trump per domani. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Il portavoce non ha fornito dettagli sugli argomenti che saranno discussi tra il presidente americano e quello russo, dopo che Trump, annunciando per primo la telefonata, aveva detto che i due leader avrebbero parlato "di terre" e "di centrali elettriche".
"La conversazione è in effetti in fase di preparazione - ha affermato Peskov - ma a nostro avviso, ovviamente, una conversazione tra due presidenti non è soggetta a priori a nessuna discussione significativa. Pertanto, non lo faremo".
Il Cremlino: 'Ancora nessuna data per l'incontro tra Putin e Trump'
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che non ci sono ancora ipotesi su quando il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump potrebbero incontrarsi di persona. "È ancora impossibile parlare dei tempi, perché non ci sono indizi. Se i presidenti decideranno - ha affermato Peskov in un'intervista televisiva ripresa dalla Tass - allora ovviamente l'incontro verrà preparato entro i tempi che i capi di Stato stessi stabiliranno.
Ma per ora aspettiamo la conversazione telefonica".
Cremlino: 'Russia e Usa verso il ripristino delle relazioni'
La Russia e gli Stati Uniti sono sulla strada per ripristinare le relazioni bilaterali, e la conversazione telefonica in programma domani tra i due presidenti è un passo importante. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Tass.
Il Canada invita Zelensky al G7 di giugno
Il Canada ha invitato Volodymyr Zelensky a partecipare al vertice del G7 di giugno. Lo annuncia il governo.
Macron: 'Dalla Russia vogliamo impegni chiari per una pace duratura'
La Francia e il Canada sono delle ''potenze di pace'' ed ''alleati affidabili'' che continueranno a pretendere dalla Russia ''impegni chiari'' per una ''pace duratura'' in Uraina e per ''la sicurezza dell'Europa tutta intera'': lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron ricevendo a Parigi il nuovo premier canadese, Mark Carney.
Tajani: 'Il piano di Kallas va approfondito'
La proposta dell'alto rappresentante Ue Kaja Kallas per sostenere militarmente l'Ucraina nel 2025 "va approfondita" dunque "oggi non si arriverà ad una decisione". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Bruxelles, precisando che l'Italia "non è sola" nella richiesta di una riflessione maggiore.
"Attendiamo la telefonata Trump-Putin per vedere se ci saranno dei passi in avanti per arrivare al cessato il fuoco, per arrivare a una tregua. Approfondiremo il piano, come chiedono tanti altri Paesi, tenendo presente che noi dobbiamo anche raggiungere un obiettivo che è quello del 2% della Nato, quindi ci sono spese anche da questo punto di vista".
"Poi - ha aggiunto - c'è il piano per la sicurezza della presidente von der Leyen che noi abbiamo approvato, quindi ci sono molte spese da affrontare, valuteremo con grande attenzione anche la proposta di Kallas e poi vedremo se sarà possibile spendere di più. Non credo che oggi si arriverà a una conclusione su questo argomento perché, ripeto, sono molti i Paesi che chiedono approfondimenti, compresa l'Italia".
"Vedremo cosa succede. Intanto arriviamo al cessate il fuoco, poi ci sarà mi auguro la pace e poi si vedrà cosa accadrà dopo", ha risposto Tajani, interrogato sulle dichiarazioni di Mosca che parla di osservatori non armati in Ucraina.
"Noi abbiamo detto che siamo contrari a inviare militari in missioni Nato o dell'Unione Europea. Potremmo farlo in caso di una missione delle Nazioni Unite, per una zona cuscinetto, con una decisione del Consiglio di Sicurezza che veda coinvolta anche la stessa Russia e la Cina. Però intanto facciamo finire prima la guerra, perché ancora si combatte. Fatto sta che comunque dovrà essere garantita in ogni caso la sicurezza dell'Ucraina e dell'intera Europa una volta finita la guerra. Noi pensiamo per esempio ad una sorta di articolo 5 bis della Nato che garantisca comunque con un impegno internazionale la protezione dell'Ucraina e poi naturalmente bisognerà investire in sicurezza", ha aggiunto.
'Kiev apre all'allentamento delle sanzioni a Mosca per la pace'
Le sanzioni imposte dall'Occidente alla Russia alla fine potrebbero essere eliminate se ciò contribuisse a garantire sicurezza e giustizia all'Ucraina: lo ha detto in un'intervista a Politico il commissario per le sanzioni dell'Ufficio del presidente ucraino, Vladyslav Vlasiuk.
Secondo il funzionario, la ripresa dei rapporti d'affari con la Russia è semplicemente "una questione di tempo", ma deve avvenire alle giuste condizioni. Le restrizioni economiche, gli embarghi e i divieti sull'import di energia russa, ha affermato, "hanno i loro obiettivi, che potrebbero spingere la Russia a fermare la sua aggressione e a farle raggiungere un accordo per una pace duratura", piuttosto che essere semplicemente una "punizione di qualsiasi tipo".
Al momento, ha aggiunto Vlasiuk, è "prematuro parlare di quali sanzioni esatte dovrebbero essere incluse in qualsiasi accordo. Vogliamo solo assicurarci che in questo momento la Russia faccia prima dei passi significativi in ;;quella direzione, in seguito emergerà una discussione sulla revoca delle sanzioni".
Mosca: 'Per l'Ucraina potremmo discutere di osservatori disarmati'
La Russia potrebbe discutere lo schieramento di "osservatori disarmati" per monitorare un futuro accordo di pace in Ucraina, mentre rimane contraria alla presenza di peacekeeper di Paesi appartenenti alla Nato, che diventerebbero "parti nel conflitto" con "tutte le conseguenze" del caso. Lo ha affermato il vice ministro degli Esteri Alexander Grushko in un'intervista al quotidiano Izvestia.
Secondo Grushko, le discussioni attuali su una forza di peacekeeping sono "un tentativo di mettere il carro davanti ai buoi". "La questione di un qualche tipo di sostegno internazionale ad un accordo - ha detto ancora il vice ministro russo - può essere affrontata quando l'accordo sarà stato elaborato. E se le parti concordano che il 'pacchetto per la pace' richiede un sostegno internazionale, allora c'è un argomento di cui discutere. Questo potrebbe includere osservatori disarmati, una missione civile che potrebbe monitorare l'applicazione dei singoli aspetti di questo accordo, o i meccanismi di garanzia. Ma per adesso, è solo aria fritta".
Grushko ha spiegato inoltre che Mosca intende chiedere "garanzie di sicurezza ferree" in un possibile futuro accordo di pace e ha incluso tra queste richieste "uno status neutrale" per Kiev e "la sua non ammissione alla Nato":
Ungheria: 'No al piano Kallas, è ostacolo inaccettabile alla pace'
"ABruxelles continua a prevalere la posizione favorevole alla guerra. Nella riunione odierna del Consiglio dei ministri degli Esteri è in fase di preparazione un pacchetto di aiuti finanziari di almeno 20 miliardi di euro per l'Ucraina. Non ci lasceremo trascinare in questa vicenda e non permetteremo che il denaro dei contribuenti ungheresi venga utilizzato per finanziare le forniture di armi all'Ucraina". Lo scrive in un post su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, presente al Consiglio Esteri a Bruxelles.
"Noi - ha aggiunto - sosteniamo invece i negoziati di pace. Grazie al Presidente Trump, la speranza di pace non è mai stata così vicina negli ultimi tre anni come lo è ora, motivo per cui l'intenzione di Bruxelles di rendere impossibili i negoziati di pace è inaccettabile".
Rubio: 'Solo dopo il piano A della tregua si può passare al piano B'
"Questa è una guerra complessa, che dura da tre anni e si svolge su un fronte militare molto lungo e con grande complessità. Nessuno dice che sia facile, ma voglio che tutti capiscano che questo è il piano. Piano A: cessate il fuoco, così possiamo passare al Piano B, la seconda fase, che consiste nel riunire tutti al tavolo delle trattative per trovare un modo per porre fine a questa guerra in modo permanente, sostenibile, che tenga conto delle esigenze di tutti". A illustrare la strategia americana è il segretario di Stato Usa Marco Rubio in un'intervista con CBS News.
"Non potremo arrivare alla seconda fase finché non avremo superato la prima", ha aggiunto spiegando che è difficile concordare una fine definitiva della guerra mentre "si sparano a vicenda". Ma ammette che il cessate il fuoco "è qualcosa su cui stiamo lavorando, supponendo che possiamo farcela ma non sarà facile...".
Per la seconda fase, afferma il segretario di Stato Usa, "ci vorrà molto duro lavoro e concessioni da entrambe le parti, ma è necessario che ciò accada. Questa guerra non può continuare. Il Presidente lo ha detto chiaramente e sta facendo tutto il possibile per porre fine a questa situazione".
Kallas: 'Ampio sostegno' al piano per di appoggio militare a Kiev
"C'è un ampio sostegno politico" all'iniziativa per sostenere l'Ucraina militarmente nel 2025 con maggiori aiuti militari, sino a 40 miliardi, "ma ci sono molti dettagli che devono ancora essere studiati e devono essere coinvolti i ministri della difesa". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas arrivando al Consiglio Affari Esteri.
In quanto alle conversazioni fra Russia e Usa sull'Ucraina che si svolgono in Arabia Saudita, Kallas ha detto che "diamo il benvenuto alle discussioni di pace a Jeddah, ora la palla è nel campo della Russia. Ma le condizioni aggiunte per concordare la tregua mostrano che Mosca non vuole la pace e confermano gli obiettivi che si erano preposti con la guerra".
Nyt: gli Usa via dall'organismo Ue di indagine sui crimini di guerra russi
L'amministrazione Trump ha deciso di ritirarsi dall'organismo internazionale istituito nel 2023 dall'Unione europea per indagare sui leader responsabili dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, tra cui il presidente russo Vladimir Putin: lo scrive il New York Times (Nyt), che cita persone a conoscenza della situazione. La decisione è l'ultima indicazione dell'allontanamento dell'amministrazione Trump dall'impegno del presidente Biden di ritenere Putin personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini, commenta il giornale.
"Il Dipartimento di Giustizia ha informato in sordina i funzionari europei che gli Stati Uniti si stanno ritirando da un gruppo multinazionale creato per indagare sui leader responsabili dell'invasione dell'Ucraina, tra cui il presidente russo Vladimir V. Putin", scrive l'Nyt.
"La decisione di ritirarsi dall'International Center for the Prosecution of the Crime of Aggression against Ukraine, a cui l'amministrazione Biden ha aderito nel 2023, è l'ultima indicazione dell'allontanamento dell'amministrazione Trump dall'impegno del presidente Joseph R. Biden Jr. di ritenere Putin personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini", prosegue il giornale.
L'organismo, gestito da Eurojust, è stato creato per ritenere la leadership della Russia - insieme ai suoi alleati Bielorussia, Corea del Nord e Iran - responsabili crimini, definiti come 'aggressione' ai sensi del diritto e dei trattati internazionali, che violano la sovranità di un altro Paese e non sono avviati per legittima difesa. La decisione, secondo le fonti, verrà annunciata oggi via email a Eurojust