di STEFANO CASINI
62 anni fa, su iniziativa di Carlo Abruzzini, un parrucchiere calabrese di spicco, si é riunito un gruppo di figli della Calabria con 2 idee chiare: fondare un’associazione e un programma radiofonico. Formalmente, la data di nascita del sodalizio é il 17 marzo 1963, questa la data di nascita de LA VOCE DEI CALABRESI.
La festa per i 62 anni di vita, come al solito, é stata molto divertente, molto allegra
M. TERESA TORTORELLA: Co Direttrice LA VOCE DEI CALABRESI
“A casa mia, LA VOCE DEI CALABRESI é sempre stato l’appuntamento domenicale sicuro. Mio padre ci teneva molto: la musica, le notizie dell’Associazione e della comunitá. Io sono arrivata quando dirigeva il programma Lepoldo Piccarelli, ma ricordo tanto Ferraro, mio fratello (Dott. Alfredo Tortorella, recentemente scomparso). Poi son venuti questi ragazzi, come Goffi, il caro Gianfranco e altri che, da ormai una trentina d’anni, conduciamo il programma. Per me é un onore portare avanti, di forma totalmente onoraria, come tutti noi, LA VOCE e poi, mio fratello, mi raccontava che, quando si é svolta una riunione degli Italiani nel Mondo, nel 1988, giá, a quell’epoca, LA VOCE era giá un record mondiale e, pensate, aveva appena 23 anni! Questo é uno stimolo per noi stessi che vogliamo portare avanti le nostre tradizioni. Sappiamo che ci ascoltano praticamente tutti i nostri soci, ma anche l’ascolta tutta la collettivitá e anche molti uruguaiani, interessati nella cultura italiana o che sono nostri amici, anche di origine spagnola e di altre culture.
NICOLA NOCITO (Consiglio Direttivo)
“ Ho 40 anni sono cresciuto in questa associazione, alla quale concorrono anche i miei figli. Ho foto a casa di feste calabresi, da quando avevo 2 anni, con tutta la famiglia. Siamo contenti di continuare a vivere una delle associazioni piú rappresentative degli italiani in Uruguay. Ora stiamo lavorando molto per LA FESTA CHE CI UNISCE 2025 prevista per sabato 5 aprile, come sempre, chiudendo il traffico davanti alla sede e con la presenza di tantissime associazioni di Montevideo, dell’interno e dall’estero anche. Vediamo con piacere e orgoglio che, al suo quinto appuntamento, sará ancora piú grande. Alla prima hanno partecipato 1000 persone, alla seconda 3000, alla terza 4000, alla quinta oltre 5000, quindi siamo orgogliosi perché sta diventando una specie della GIORNATA DEGLI ITALIANI che si faceva nel secolo scorso. Noi, con Fabrizio e Ignacio, organizziamo, ma non tutto, perché siamo riusciti a trasmettere ad altre associazioni italiane questo nostro amore per l’Italia e ci stanno aiutando.
FABRIZIO D’ALESSANDRO
“Innanzitutto voglio ringraziare GENTE D’ITALIA che ci accompagna da sempre, Io, come Nicola, son vincolato alla Calabrese da quando son nato. Ho studiato alla Scuola Italiana, in casa si parlava dialetto e il tricolore é stato il nostro punto di riferimento, per me, i miei genitori e i mei nonni.
Nel giro di una quarantina d’anni, la collettivitá italiana é completamente cambiata. Prima c’erano molto meno italiani ma molte piú attivitá, istituzioni ed enti. Come si fa per mantenere l’italianitá oggi? Risponde Nicola Nocito:
“ Caro Stefano, é una domanda molto difficile. Nel caso nostro, con Fabrizio o Nacho Palermo e pochi altri, abbiamo un vincolo famigliare solido che ci ha sempre portati a lavorare per mantenere le nostre tradizioni. In tutte le associazioni accade lo stesso, i giovani hanno enormi difficoltá di sentirsi italiani. Purtroppo, oggi abbiamo una grande assenza dello Stato Italiano. Nicola de io siamo Consultori della Regione Calabria e vediamo che l’interesse da parte dell’Italia, proprio non esiste. Questo é un problema enorme, perché i milioni di connazionali che siamo sparsi per il mondo, per ora, abbiamo diritto al voto e quindi sentirci italiani, informarsi. Alle nuove generazioni, purtroppo, non interessa l’Italia, il problema é che l’Italia non si interessa di noi. Abbiamo visto, negli ultimi 10 anni, che possiamo contarli con una sola mano, i rappresentanti di Ambasciata e Consolato che ci hanno, almeno, ascoltato. Il cuore della comunitá sono le associazioni, abbiamo un COMITES che non funziona e non riusciamo, in minoranza, a farlo funzionare, Neanche possiamo dimenticare che associazioni come la Campana o l’Abruzzese e tante altre, sono nate qui, nella nostra sede e anche oggi, ci sono tante altre che si riuniscono qui da noi perché abbiamo le porte aperte per ogni italiano. Lo stato italiano continua a considerarci italiani di serie B. Abbiamo avuto di recente Ambasciatori che ci hanno sempre ignorato. Per fortuna, oggi é con noi Fabrizio Petri, che ci ascolta e cerca di aiutarci sempre. É un buon segno!”
D – Chi sono stati i dirigenti di associazioni e cosa possiamo aspettare quest’anno dalla FESTA CHE CI UNISCE?
NICOLA NOCITO – Ci sono stati tanti altri dirigenti di associazioni che ci continuano ad aiutare e appoggiare, senza considerare che, anche l’Ambasciata, almeno da quando c’é l’Ambasciatore Petri, non solo ci stimola, ma anche ci aiuta. Vorrei anche sottolineare e ringraziare i presenti alla festa, che non soltanto sono italiani, ma anche uruguaiani, i nostri amici o i nostri compagni. Senza di loro, non potremmo farla. Non si deve pagare un’entrata e c’é anche gente italiana e non, che, con grande sacrificio, vengono dall’interno o dall’estero. Quest’anno abbiamo appunto deciso che non ci fossero solo balletti o cori italiani, ma anche grandi artisti uruguaiani praticamente soltanto per i giovani, perché tra di noi, dobbiamo stimolare l’italianitá fuori dalla stessa. In poche parole non é soltanto una Festa Nazionale Italiana, ma anche uruguaiana.”
Hanno detto presente anche alcuni rappresentanti di altre associazioni come la dirigente dell’EFASCE Adriana Iachin:
"Siamo qui perché vogliamo stare insieme a tutti gli italiani e ai loro discendenti, di qualsiasi origine. L'EFASCE si reunisce alla Casa degli Italiani ma abbiamo una Presidente come Claudia Girardo, attivissima organizzando ogni tipo di evento, soprattutto con le nuove tecnologie di ZOOM. Abbiamo un bellissimo coro VOCI E PENSIERI, del quale ne faccio parte, credo che, anche grazie a GENTE D’ITALIA, negli ultimi tempi, ci sono alcuni risultati positivi per la collettivitá.
Vogliamo chiudere con l’unico fondatore dell’Associazione Calabrese ancora vivo, Gino Cetraro:
GINO CETRARO
“I primi tempi della nostra Associazione sono stati bellissimi, pieni di sacrifici e con obiettivi ambiziosi. Il giorno che abbiamo fondato veramente la Calabrese é stato indimenticabile, perché avevamo plasmato la nostra identitá, il nostro posto nel mondo. Eravamo lavoratori che soltanto volevano formare un sodalizio con le nostre origini. L’idea, tanto dell’Associazione come de LA VOCE DEI CALABRESI, é stata di Carlo Abruzzini, un parrucchiere di donne su Colonia e Barbato. Ha cominciato a chiamarci, a spronarci e, piano piano, siamo riusciti a trovare i fondi per iniziare a pensare in una sede propria. I soci sono nati come i funghi! Era incredibile e noi stessi non potevamo crederci. Non hanno lavorato per la Calabrese soltanto quelli della nostra regione, ma di altre regioni e anche uruguaiani che simpatizzavano con i “TANOS”. La cosa peggiore peró che, noi italiani, anche i miei coetanei, abbiamo costruito questo paese e oggi non abbiamo quasi nulla. Un po’ per eccesso di campanilismo, un po’ perché non abbiamo avuto la capacitá di ascoltarci tra di noi. Gli italiani del secolo XIX e anche del XX, avevano molto meno capacitá di noi di costruire, di fare, di accorparsi e noi abbiamo dimostrato di non essere cosí bravi, come altre etnie che sono molto meno di noi. C’era una Societá Italiana di Mutuo Soccorso, un vero Ospedale Italiano dove si issava la nostra bandiera, un Circolo Italiano dove andavamo a ballare, una Camera di Commercio, la prima del mondo, la RAI, Circolo Napoletano, Agricola Italiana, una miriade di associazioni e punti di incontro. Avevamo 5 societá mediche per i 10.000 italiani di passaporto, oggi...nessuna, teatri come lo Stella d’Italia, lo Sportivo Italiano in Serie B, monumenti e mi scordo di tanti altri enti. Oggi restano soltanto alcuni ruderi. Ai quei tempi c’erano vari programmi radio italiani, settimanali come L’ORA D’ITALIA o L’ECO D’ITALIA, dove anche tu hai lavorato. Ci hanno tolto anche GENTE D’ITALIA. Quando é stata costruita la Casa degli Italiani, che era un po’ una forma di unirci, era stata concepita, affinché alcune associazioni che non potevano avere una sede, potessero averla! Oggi, purtroppo, anche questo bellissimo spazio é usato di rado e dovrebbe essere la sede di un COMITES che, ormai, non esiste…..in realtá esiste solo per fare danni a tutti noi che rimaniamo. Non ha funzionato e mi sento abbandonato dall’Italia. Qui, fino al secolo scorso, venivano ministri, Presidenti, parlamentari, alte autoritá, ora, se non fosse per un piccolo gruppo come Porta o Marino, non viene piú nessuno. In realtá, i politici, venivano, ci facevano credere che ci avrebbero aiutato e poi, soltanto qualche corsetto d’Italiano, qualche aiuto, anche privato per l’Ospedale Italiano, e poi, tante promesse di mandare soldi. Molti soldi arrivarono…...ma….dove sono andati a finire? Gli spagnoli, per esempio, che sono meno di noi, son sempre venuti in Sudamerica e in Uruguay. Dalle diverse regioni e controllano continuamente come si spendono i soldi per fare una scuola o per migliorare un ospedale….noi niente!
Gli abbiamo chiesto a questo grande amico calabrese che il cognome Cetraro, in Uruguay é diventato famoso anche per lo sport del remo, attraverso il nipote Bruno Cetraro, che ha vinto medaglie in quasi tutte le categorie e ha rappresentato l’Uruguay anche alle Olimpiadi.
“Certo per la nostra famiglia, é un grande orgoglio. Mio figlio Carlo, non é molto vicino alla collettivitá, ha fatto la carriera militare come pilota d’elicottero. Ha sempre portato i suoi figli a vedere sport. Bruno ha cominciato con il calcio, ma non gli piaceva tanto e, essendo un po’ basso, non riusciva a fare strada. Allora mio figlio gli ha detto: perché non cominci a remare? Ha cominciato ed é diventata la sua passione. É un ragazzo in gamba perché, quello che lui si propone, lo porta a termine. Anche la sorella Romina, piú giovane di lui, ha scelto di remare e pare che, anche lei é molto brava perché ha vinto le sue prime medaglie!