"È necessario che il vostro sostegno all'Ucraina non diminuisca, ma continui e cresca.
Ciò vale in particolar modo per la difesa aerea, l'assistenza militare e la nostra resilienza complessiva. Abbiamo bisogno di fondi per i proiettili di artiglieria e saremmo molto grati se l'Europa ci fornisse il prima possibile un sostegno di almeno 5 miliardi di euro". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riportando sui social il suo intervento ai leader europei oggi al consiglio Ue a Bruxelles. "Sono necessari investimenti nella produzione di armi sia in Ucraina che nei vostri Paesi. L'Europa ha bisogno di indipendenza tecnologica, anche nella produzione di armi. Tutto ciò che serve per proteggere il continente deve essere prodotto qui, in Europa. Dobbiamo lavorare insieme su questo".
Kallas cede, rimosso criterio del Pil sul piano munizioni
L'alto rappresentante Ue Kaja Kallas ha rimosso il principio della proporzionalità dei contributi al suo piano di aiuti militari a Kiev - ora rimodulato a 5 miliardi di euro e dedicato alla munizioni di artiglieria - rispetto all'economia dei Paesi partecipanti, benché su base volontaria. "Sulle modalità concrete - si legge nella lettera di Kallas ai 27, vista dall'ANSA - i nostri team continueranno le discussioni in vista del Consiglio informale Difesa del 2-3 aprile". "Questa quantità di munizioni (2 milioni, ndr) è disponibile sul mercato e può essere consegnata nel 2025: l'Ucraina conta su di noi per agire", si legge ancora.
Zelensky, premere su Putin perché non inganni
"Il fatto che siano in corso sforzi diplomatici non significa che la Russia debba essere sottoposta a minori pressioni. Si tratta di un fattore estremamente importante per ridurre le possibilità di inganno da parte della Russia. Dobbiamo continuare a spingere la Russia verso la pace. Insieme a voi, agli Stati Uniti e agli altri nostri partner, possiamo farcela". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymir Zelensky, postando sui social il suo intervento in videocollegamento con i leader europei al Consiglio europeo a Bruxelles.
L'Ue per la 'pace attraverso la forza', ancora aiuti a Kiev
"L'Unione Europea mantiene il suo approccio di 'pace attraverso la forza', che richiede all'Ucraina di essere nella posizione più forte possibile, con le sue solide capacità militari e di difesa come componente essenziale". Lo affermano i leader Ue nelle conclusioni a 26. "In linea con questo approccio, l'Ue rimane impegnata, in coordinamento con i partner e gli alleati che condividono lo stesso approccio, a fornire un ulteriore sostegno globale all'Ucraina e al suo popolo, nell'esercizio del suo diritto intrinseco all'autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia".
Fonti, 'per leader Ue non ci sono veri negoziati di pace'
Ileader europei, dopo lo scambio di vedute con Volodymyr Zelensky, hanno discusso della situazione sul campo in Ucraina e dello stato di avanzamento dei colloqui guidati dagli Stati Uniti. "È stata condivisa l'opinione che al momento non siano in corso veri e propri negoziati", assicura un alto funzionario europeo. I leader si sono anche confrontati poi "sui modi migliori per influenzare" questo processo e hanno condiviso un "forte accordo", come risulta dalle conclusioni a 26, sulla necessità di "continuare a sostenere l'Ucraina politicamente e militarmente".
Fonti: 'Le conclusioni sull'Ucraina adottate a 26'
Le conclusioni sull'Ucraina sono state adottate a 26 al vertice Ue di Bruxelles, secondo la stessa modalità del consiglio straordinario di due settimane fa, aggirando dunque il veto di Budapest. Lo fanno sapere fonti europee. I leader europei, dopo lo scambio di vedute con Volodymyr Zelensky, hanno discusso della situazione sul campo in Ucraina e dello stato di avanzamento dei colloqui guidati dagli Stati Uniti. "È stata condivisa l'opinione che al momento non siano in corso veri e propri negoziati", assicura un alto funzionario europeo. I leader si sono anche confrontati poi "sui modi migliori per influenzare" questo processo e hanno condiviso un "forte accordo", come risulta dalle conclusioni a 26, sulla necessità di "continuare a sostenere l'Ucraina politicamente e militarmente".
Kallas: 'Appoggio a Kiev nei fatti, non solo nelle parole'
"Oggi discutiamo di cosa fare di più per noi sulla difesa ma anche per l'Ucraina. Se non riusciamo a concordare l'aiuto militare per l'anno intero ho proposto di concentrarsi su quello che ci chiede Volodymyr Zelensky, ovvero le munizioni".
Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas arrivando al vertice Ue, commentando le resistenze di alcuni Stati membri, tra cui l'Italia, al suo piano da 40 miliardi, rimodulato in 5 miliardi.
"Se ascoltiamo le dichiarazioni dei leader il sostegno all'Ucraina c'è, dovremmo dunque vederlo nei fatti e non solo nelle parole, sono fiduciosa", ha aggiunto.
"Abbiamo proposto il criterio del reddito nazionale lordo, alcuni Paesi hanno fatto di più, altri hanno grandi economie e i numeri sono dunque importanti, allo stesso tempo ci sono preoccupazioni sui deficit di bilancio nella maggior parte dei Paesi europei e nell'iniziativa sul riarmo abbiamo proposto la clausola per dare più spazio fiscale, per dare l'opportunità agli Stati membri di fare di più", ha sottolineato Kallas, a proposito delle resistenze riscontrate in alcuni Paesi, come Francia e Italia, al suo piano da 40 miliardi di aiuti militari a Kiev.
"Ma il tema resta e per ogni Paese c'è la questione della politica interna, la comprensione dell'opinione pubblica su ciò che va fatto, ed è differente in ogni Stato membro"
Von der Leyen: 'Sono giorni decisivi per l'Europa'
"Sono giorni decisivi per l'Europa, abbiamo un ordine del giorno fitto. Naturalmente discuteremo come l'Ucraina può arrivare finalmente a una pace giusta e duratura". Lo ha detto al presidente della Commissione Ursula von der Leyen a margine del summit del Ppe che ha preceduto il vertice dei 27.
Tusk: 'Il piano di riarmo Ue è il più importante degli ultimi decenni'
Il vertice dei leader europei servirà a "finalizzare la prima fase del progetto europeo (Rearm Europe) che è probabilmente il più importante degli ultimi decenni" che renderà l'Europa "sicura, armata e unita contro la minaccia russa". Lo ha dichiarato il premier polacco Donald Tusk parlando da Varsavia ai cronisti.
Il primo ministro ha detto di aver dovuto "convincere molti partner in Europa che la sicurezza dell'intero continente dipende in larga misura da quanto sarà sicuro il confine tra Europa, Russia e Bielorussia". "Ciò - ha aggiunto - significa una responsabilità europea comune, anche finanziaria, per la costruzione delle infrastrutture ai nostri confini".
Meloni a von der Leyen, 'su difesa puntare su risorse Ue'
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato questa mattina la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il colloquio ha consentito di approfondire i temi del summit Ue, a partire dal rilancio della competitività e dal rafforzamento della difesa in tutti i suoi ambiti, concentrandosi in sul finanziamento degli investimenti.
A questo riguardo, Meloni ha ribadito la necessità di porre l'accento sulla partecipazione del capitale privato, per esempio attraverso il modello InvestEu, come proposto da parte italiana, e su strumenti europei davvero comuni che non pesino direttamente sul debito degli Stati.
Orban: 'L'espansione della Nato a Est è una avventura irresponsabile'
In occasione del vertice Ue, il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha dichiarato che l'Unione Europea oggi è un "leone senza denti", priva di mezzi e di forza autonoma.
Secondo il premier, Bruxelles ha preso strategicamente le distanze da Washington: "l'Ue, insieme agli americani, è impegnata a estendere i confini della Nato fino alla Russia. Tuttavia, gli americani ora si rendono conto che si è trattato di un'avventura irresponsabile, mentre l'Europa si aggrappa ancora a questa strategia".
Parlando dell'adesione dell'Ucraina all'Ue, Orban ha detto di non essere l'unico in Europa ad avere perplessità. "Quando bisogna parlare francamente, solo l'Ungheria si oppone all'adesione dell'Ucraina all'Ue, ma nel corridoio siamo in molti", ha detto, ribadendo che si opporrà all'avanzamento di Kiev almeno finché gli ungheresi non si saranno pronunciati nella consultazione nazionale.
Mosca: 'L'Europa si trasforma in un partito della guerra'
"L'Europa si è messa a militarizzarsi e si è piuttosto trasformata in un partito di guerra": lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ripreso dalla Tass.
"Ogni giorno sentiamo molti segnali da Bruxelles. Principalmente i segnali da Bruxelles e dalle capitali europee riguardano ora i piani per militarizzare l'Europa, il che è chiaramente dissonante con l'umore dei presidenti di Russia e Stati Uniti di cercare modi per avviare un processo di soluzione pacifica", ha dichiarato Peskov secondo l'agenzia di stampa ufficiale russa.