di ROMANA CORDOVA

Recentemente, un nuovo virus ha fatto la sua comparsa in Europa mettendo in allarme per una potenziale epidemia e quindi un pericolo generalizzato per la popolazione. La consapevolezza e la preparazione sono cruciali per affrontare una malattia che, sebbene rara, può avere conseguenze devastanti per la salute. Con l’aumento dell’incidenza e la diffusione della malattia in nuove aree, l’attenzione pubblica e la cooperazione tra le istituzioni sanitarie saranno determinanti per contenere l’epidemia e proteggere la popolazione.

In Grecia si è registrato un nuovo caso di encefalite da zecche.  Questo ultimo episodio è stato identificato nel Nord Egeo ed è stato causato dal morso di una zecca infetta, noto anche come “krotone”. La notizia ha destato preoccupazione tra le autorità sanitarie, che hanno immediatamente emesso direttive per garantire un monitoraggio attento e accurato da parte dei medici in tutto il paese, attraverso i vari Ordini dei Medici.

Cos’è l’encefalite da zecche

L’encefalite da zecche rappresenta una rara ma grave infezione virale, trasmessa principalmente attraverso il morso di zecche infette. Questa malattia può condurre a sintomi debilitanti, tra cui paralisi e disturbi cognitivi. È importante notare che, sebbene molti casi siano asintomatici, nei casi clinici la fase di incubazione dura mediamente circa sette giorni, potendo variare da due a ventotto giorni. In caso di trasmissione alimentare, la fase di incubazione si accorcia, arrivando a circa quattro giorni.

Le zecche, i vettori principali del virus, prosperano in vari habitat, sia in aree rurali che urbane. Prediligono ambienti umidi e ombreggiati, come boschi, prati, cespugli, aree paludose, parchi e giardini in contesti urbani.Questo aspetto è fondamentale per comprendere come la malattia possa diffondersi anche in zone apparentemente sicure.

In Europa, l’encefalite da zecche è endemica soprattutto nelle aree rurali e boschive dell’Europa centrale, orientale, occidentale e settentrionale, dove si registrano migliaia di casi ogni anno. Negli ultimi trent’anni, la frequenza degli episodi è aumentata drasticamente, con un incremento del 400%. Questo segnale di allerta è emblematico della necessità di rafforzare la sorveglianza epidemiologica e le misure preventive, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici che potrebbero alterare i modelli di distribuzione delle zecche.

Rischi e prevenzione

Il rischio di contrarre l’encefalite da zecche è particolarmente elevato in alcune regioni europee. Paesi come le Repubbliche baltiche (Lituania, Lettonia, Estonia), Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Finlandia, e alcune zone del sud della Germania sono considerati ad alta pericolosità. Le autorità sanitarie avvertono che è fondamentale prestare attenzione in queste aree, soprattutto nei periodi di alta attività delle zecche, che si verificano generalmente tra aprile e novembre. Tuttavia, è possibile osservare attività anche nei mesi invernali, specialmente nelle regioni più calde del sud Europa.

Le popolazioni a maggior rischio comprendono agricoltori, boscaioli, militari, appassionati di attività all’aria aperta come escursionismo, campeggio e caccia Anche chi vive o frequenta parchi urbani deve essere consapevole dei rischi, poiché le zecche possono annidarsi anche in questi spazi.

Le autorità sanitarie greche, tramite l’Organizzazione ellenica per la sanità pubblica (EODY), stanno intensificando gli sforzi di comunicazione per sensibilizzare il pubblico riguardo ai rischi e alle modalità di prevenzione. Le raccomandazioni includono l’uso di repellenti per insetti, indumenti protettivi. È importante controllare il proprio corpo e gli animali domestici dopo aver trascorso del tempo in aree boschive o erbose. L’EODY sottolinea l’importanza di una rapida diagnosi e trattamento per i casi sospetti, poiché un intervento precoce può fare la differenza nel corso della malattia.