di CRISTINA ROSSI
ROMA – Si infittisce il mistero del drone russo avvistato almeno 5 volte a marzo nei cieli italiani dal centro di ricerca Ue sul Lago Maggiore. Ora a volerci vedere chiaro è la Procura di Milano che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di di reato di spionaggio politico o militare, aggravato dalla finalità di terrorismo per condotte che “possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione”.
IL FATTO
Il caso del drone probabilmente di origine russa che avrebbe sorvolato la sede del centro di ricerca comune della Commissione europea ad Ispra, sul lago Maggiore, in provincia di Varese è stato riportato come esclusiva sul Corriere della Sera. I sistemi antidrone del centro avrebbero rilevato cinque voli in un mese. ll Joint research centre è il terzo campus di ricerca più grande della Commissione europea, dopo quelli di Bruxelles e Lussemburgo, è attivo da 65 anni e vi lavorano ricercatori specializzati in diversi campi: nucleare, sicurezza, spazio, risorse sostenibili e trasporti. Secondo gli esperti la tipologia del drone non sarebbe tra quelli in grado di viaggiare per molti chilometri, quindi è esclusa l’ipotesi che sarebbe partito da una base lontana dall’area di sorvolo.
A destare ancor più i sospetti è il fatto che sul centro e su altre aree nelle vicinanze è attiva una “no fly zone”: attorno al lago Maggiore ci sono infatti aviosuperfici e centri di addestramento al pilotaggio di droni. E a ciò si aggiunge che, dopo quegli avvistamenti, il velivolo telecomandato non abbia più sorvolato l’area.
FARI ACCESI DA COPASIR E GOVERNO
Sulla vicenda su cui indaga il pool antiterrorismo della procura di Milano, anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, e il governo e le forze parlamentari vogliono vederci chiaro. Il Copasir sarebbe orientato ad acquisire maggiori elementi prima di disporre ulteriori approfondimenti. Mentre diversi partiti a livello bipartisan – da Forza Italia a Italia Vive e Più Europa- hanno annunciato interrogazioni parlamentari e l’esecutivo si sarebbe già mosso per ottenere informazioni dettagliate sulla vicenda.
Le interrogazioni saranno presentate alla Commissione europea, ma non si esclude anche al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, essendo il Viminale competente per quanto riguarda la protezione delle infrastrutture critiche sul territorio nazionale. Fra le quali è inserito il complesso di Ispra, dove ora potrebbe essere ulteriormente innalzata la vigilanza.
I “CENTRI STRATEGICI” NELLE VICINANZE
A rendere la vicenda ancora più delicata è la presenza nella stessa area degli stabilimenti di Leonardo Elicotteri, che si trovano sempre in provincia di Varese, tra Sesto Calende e Vergiate. Altri centri strategici sono a Somma Lombardo, a Samarate, a Venegono Superiore, con la sede della Aircraft division, nel raggio di 30 e 40 chilometri di distanza da Ispra. Su cui al momento non è stato chiarito se queste sedi siano state monitorate dai droni. E ancora: a Solbiate Olona, c’è la sede operativa di un comando Nato ed a Pavia un altro luogo di ricerca con un laboratorio di energia nucleare applicata. In definitiva, con le indagini si vuole accertare o fugare qualsiasi sospetto che alla base degli avvistamenti possano esserci stati tentativi di spionaggio di obiettivi sensibili coperti da vincoli di sicurezza nazionale ed europea, insomma si dovrà capire se la minaccia sia stata concreta.