di STEFANO CASINI
Un vero e proprio successone! L’Associazione Calabrese ha dimostrato, per quinto anno consecutivo, che sta diventando la rivincita della comunitá italiana in Uruguay. In un lustro é riuscita a riportare gli italiani in Uruguay sulla cresta dell’onda. Canali TV con lunghi servizi, una massa che ha praticamente straripato i due isolati che l’IMM ha fatto chiudere per una manifestazione che é destinata a rinverdire la nostra famosa GIORNATA DEGLI ITALIANI di altri tempi. I 3 moschettieri, come li ho battezzati, Nicola Nocito, Fabrizio D’Alessandro e Ignazio Palermo, assieme a tutta l’organizzatissima Associazione Calabrese, anche quest’anno son riusciti, accompagnati da una giornata splendida di sole, a riportarci ai vecchi tempi, quanto l’Italianitá si sentiva nell’anima. Gastronomia, balletti, cantanti, gruppi musicali, prodotti esposti da oltre una dozzina di associazioni italiane che continuano ad aderire alla straordinaria festa italiana hanno fatto da cornice per questo evento che non ha destino a spegnersi.
La bellezza della Festa che ci unisce, é che non é soltanto visitata da italiani o discendenti, ma da ogni persona curiosa di ogni nazionalitá che, incuriosita dall’allegria e la nostra caratterstica “caciara”, sono arrivati a frotte. Ci ricordava Nicola Nocito che, il primo anno e venuto un migliaio di persone, il secondo, circa 2.000, il terzo oltre 3.000, il quarto oltre 4.000 e quest’anno, questa cifra, é stata superata ampiamente.
Anche bella l’idea di farla un sabato tutto il giorno, dalle 11 am, alle 10 pm. che ha permesso a tanti di godersi tutta una giornata italiana.
Hanno participatory tante persone, dalle piú giovani alle piú anziane, quelle persone che non mancano mai da decenni, ma anche faccie nuove e l’allegria, lo spirito di italianitá e il nostro tricolore non son mancati. La prima che abbiamo incontrato é stata la Rappresentante del PD nel Brasile e Responsabile per l’America Latina Marisa Barbato.
D. Come si affronta un cambiamento cosí drastico sulla legge di cittadinanza dal punto di vista politico?
Marisa Barbato – “Innanzitutto questa é una legge caduta dal cielo, cogliendo di sorpresa tutte le comunitá italiane. Non viene dal nulla ed é frutto di una serie di situations che possiamo riassumere in due circostanze: per prima cosa, esiste oggi in Italia, un grande rigetto, soprattutto, per il mondo, dell’immigrazione ed emigrazione e noi rientriamo in questa categoria. Ci sono partiti che stanno strumentalizzando questo fenomeno a fini politici, perché, gli italiani all’estero, non votano come l’attuale governo italiano vorrebbe. Dei 12 parlamentari all’estero, 7 sono del PD e questo irrita il governo. Nel parlamento ci siamo compromessi a cercare di attutire gli effetti nefasti di questo decreto che, tra l’altro, essendo un decreto, non viene da una discussione politica e neanche da un dialogo proprio con i rappresentanti degli italiani all’estero votati. É gravissimo e anticostituzionale perché, un decreto, puoi applicarlo quando c’é necessitá e urgenza, ma questo non é il caso. Questa questione dura da decenni e non ci sono urgenze. L’altra questione é che la legge sulla cittadinanza é al vaglio della Corte Costituzionale che si deve esprimere su un caso di 12 discendenti di italiani in Brasile con antenati del secolo XIX. Questo decreto é ovviamente una pressione sulla Corte Costituzionale che il PD avverte.
Abbiamo chiesto allora a Renato Palermo in qualita’ di ex componente per molti anni del CGIE, se i membri attuali passion fare qualcosa?
Renato Palermo – “Questo decreto é un’offesa diretta a tutte le comunitá italiane all’estero. L’argomento del governo é che si deve fare per sicurezza e contro una realtá opportunista. É offensivo perché gli italiani all’estero non sono delinquenti e lo dimostra la storia. Negli ultimi 30 anni, ossia da quando é esploso questo fenomeno di richieste di cittadinanza, non c’é mai stato un problema legale che vincolasse discendenti di italiani alla sicurezza. Per quanto riguarda l’opportunismo, é vero che c’é una percentuale di discendenti che vogliono la cittadinanza per andare a vivere in Spagna o per entrare legalmente e poi restare illegalmente negli USA. In ogni caso, coloro che lo hanno fatto per convenienza, poi sono gli stessi che, per curiositá o per affinitá, sono venuti in Italia per conoscere il paese dei loro nonni o bisnonni, conoscere le proprie radici italiane. Poi c’é un altro problema grave: quello che si é creato la nascita di tutte queste agenzie lucrative che ti promettono una cittadinanza in poco tempo. Ma, in questo caso, la colpa non é, ne di coloro che fanno la pratica e neanche di queste agenzie, ma dello Stato italiano che non ha mai saputo trovarle e denunciarle penalmente: ma perché sono nate? Perché lo Stato italiano non ha mai saputo gestire il problema della cittadinanza che, in quasi tutti casi, si tratta di pratiche che durano anche decenni. Ora, noi nei COMITES o nel CGIE, assieme ai partiti politici che ci appoggiano, dovremo fare in modo che, questo decreto ingiusto, possa avere un impatto minimo sui nostri connazionali all’estero. Forse sí di applicarlo, ma in un periodo di tempo che permetta a decine di migliaia di connazionali che ora non potranno essere tali perché anche i loro appuntamenti con le autoritá consolari, sono scaduti. Cosí com’é genera una rottura totale con le collettivitá all’estero. La mia domanda: all’Italia, serve scontrarsi contro i propri discendenti, che sono quelli che diffondono la cultura, che comprano una FIAT o scarpe italiane? Decine e decine di migliaia di discendenti di italiani vanno in Italia a spendere. Ma, gli serve all’Italia interrompere questo fenomeno? Vedo una mancata intelligenza di guardare soltanto i contro, ma non guardare i pro.
D. Nel contesto politico c’é anche il MAIE che, non é troppo convinto di eliminare questa nuova legge, anche perché fa parte del governo. Cosa si puó aspettare?
Marisa Barbato PD – “Anche se il MAIE é un’organizzazione che, si suppone, lavora per gli italiani all’estero, ha fatto ben poco per loro fino a questo momento. Sfido chiunque che ci venga a dire, cosa é cambiato per i nostri connazionali all’estero per un’iniziativa del MAIE, mentre noi, diversamente, possiamo dire che, su iniziativa del PD e soprattutto su iniziative di Fabio Porta che abbiamo eletto, abbiamo avuto una serie di miglioramenti nelle nostre sedi consolari, attraverso un trasferimento, per esempio dei fondi raccolti per il pagamento dei passaporti, o la legge Porta-Ricciardi, con un supporto di 5 milioni di Euro, che punta sul miglioramento dei servizi consolari. Secondo me, visto che stiamo ancora in una fase nella quale é ancora possibile incidere é fondamentale la mobilizzazione, la pressione dei nostri connazionali assieme a noi. É importante che, tutti coloro che vogliono essere italiani, partecipino ai movimenti, alle manifestazioni e alle mobilizzazioni e si facciano sentire.
Ma non tutti pensano come Palermo e la Barbato….Per esempio, il Vicepresidente dell’Associazione Laziale Carlo Crescentini approva questo decreto.
Carlo Crescentini – “Credo che il governo ha varato una buona legge perché prima, qualsiasi italiano che potesse dimostrare di avere un avo italiano, anche se in molti anni, la poteva ottenere, soprattutto per convenienza. Son sicuro che non piú di 2 discendenti di italiani su 100 sanno parlare Italiano e non sanno neanche dove son nati i loro antenati che gli permettono ottenere la cittadinanza. Per esempio, sono in regola con tutto, se voglio avere un figlio, ho vissuto 6 anni in Italia e lo posso avere, parlo italiano e mi sento italiano. Sono scapolo, ma se avessi figli, potrei semplicemente iscriverli in Consolato e giá sarebbero italiani.
D’accordo con la legge anche un caro amico di tutta la vita, nato in Uruguay ma italianissimo, con figli e nipoti che giá hanno ottenuto la loro cittadinanza italiana. Franco Di Segni ci ha detto: “Credo che, in qualche momento, la base della piramide si doveva tagliare, perché era un’esagerazione la quantitá di gente che voleva ottenere la cittadinanza italiana. Mio padre e mia madre erano italiani, fiorentini e sempre, da piccolo, siamo cresciuti con mio fratello parlando spagnolo e italiano. Mi pare giusta questa legge. Comunque credo che tutti coloro che hanno giá presentato le loro pratiche ed hanno un appuntamento coordinato, devono essere messi in considerazione e ottenere la loro cittadinanza.”
Gianfranco Adamo, Direttore del programma radiofonico LA VOCE DEI CALABRESI:
“Siamo tutti molto contenti per questa bellissima festa che facciamo per il quinto anno davanti alla nostra Associazione. Ogni anno viene piú gente e mi pare che stiamo rimanendo stretti. Per quanto riguarda la nuova legge sulla cittadinanza, chiama l’attenzione, la tempestivitá di questa legge. Da anni si veniva cucinando all’interno dei partiti, senza considerare che, l’immigrazione, in Italia, é un problema molto piú grave nel senso di quei milioni di extracomunitari che sbarcano sulle nostre coste, essendo un problema per tutta l’Europa. Ma cosa devono fare ora tutti quei discendenti che, durante anni e anni hanno speso tempo e danaro per raccogliere i documenti dei loro antenati? In questi giorni ho sentito tanti calabresi che giá avevano tutto pronto, ancora non avevano ottenuto un appuntamento e sono arrabbiatissimi perché, per loro, non c’é piú niente da fare. Nella comunitá si respira tensione e rabbia. Taiani, nella presentazione in conferenza stampa ha dichiarato che ci sono migliaia di discendenti che si fanno il passaporto e vanno a Miami. La stessa Giorgia Meloni ha parlato di merce umana, insomma, non si puó generalizzare e non possono trattarci a tutti come delinquents. Poi, l’esigenza di vivere, almeno, 2 anni in Italia, oggi diventa un inceppo terribile per tutti coloro che vogliono ottenere la loro cittadinanza.
Fernando Pizzuti, Consultore in Uruguay della Regione Abruzzo.
“Siamo molto contenti di presentare, per la quinta volta la nostra Associazione Abruzzese alla Festa che ci unisce. Si tratta ormai dell’unica grande festa italiana in Uruguay, ricordandoci le vecchie Giornate degli Italiani di altri tempi. Per quanto riguarda la nuova legge sulla cittadinanza, secondo me, non era il momento di farla, di darci una doccia fredda cosí, di colpo. Sono milioni coloro in condizioni di avere la nostra cittadinanza e questa legge é un prima e un dopo. Secondo loro (lo stato) non ce la fanno a fare tutte le pratiche, non hanno strutture consolari adeguate e bisognava fare qualcosa di drastico, ma questa é soltanto una scusa. Da 30 anni che dovevano trovare una soluzione. Non capisco perché un paese non voglia avere discendenti quando, per tutti gli altri paesi é un orgoglio. Ora dobbiamo lasciare ai politici che ci rappresentano che possano fare qualcosa per attutire il colpo.”
Ignazio Palermo, figlio di Renato, il Presidente dell’Associazione
Ignazio Palermo – “Grazie a te Stefano e al nostro giornale GENTE D’ITALIA che sempre ci appoggia! Quest’anno abbiamo voluto cambiare la domenica per un sabato e pare che il successo é stato maggiore. Tu sai che l’italianitá di mio padre, nato in Calabria, l’ho ricevuta tutta e l’ho trasmessa ai miei figli. Sono molto contento per questo successone. Vedo quelli che son sempre venuti, ma vedo tante facce nuove, anche perché quest’anno abbiamo avuto molto appoggio anche dalla stampa locale. C’é molta gente giovane, gente nuova e solo vedo allegria oggi. Passando alla nuova legge di cittadinanza, secondo me é perché un governo non riconosce piú l’italianitá all’estero. I nostri genitori, i nostri nonni o bisnonni, son venuti da queste parti per varie ragioni, ma, soprattutto, perché scappavano o da una guerra o da una disastrosa situazione economica. Non riconoscere gli sforzi dei nostri antenati, mi pare agghiacciante. E poi, gli italiani hanno contribuito, in tutto il mondo, a creare identitá e a seguire le nostre tradizioni. Poi dobbiamo considerare che centinaia di migliaia di discendenti visitano i paesi dei loro antenati e portano tanti soldi in Italia. Non capisco questa ingiustizia nei nostri confronti!”
La Festa che ci unisce 2025 é stata una festa coi fiocchi! 6000 le persone che hanno partecipato.
STEFANO CASINI