di FABIO PORTA
Una legislatura questa in corso segnata da una serie di provvedimenti approvati da questo Governo di destra in materia di fisco e previdenza che hanno colpito e ridotto i diritti acquisiti nel corso degli anni degli italiani residenti all’estero.
Una legislatura questa in corso segnata da una serie di provvedimenti approvati da questo Governo di destra in materia di fisco e previdenza che hanno colpito e ridotto i diritti acquisiti nel corso degli anni degli italiani residenti all’estero.
E anche se già nella precedente legislatura il Governo allora in carica aveva praticamente eliminato, con l’introduzione dell’Assegno unico vincolato alla residenza in Italia, la concessione delle detrazioni e degli assegni familiari per i figli minori a carico dei lavoratori e dei pensionati residenti all’estero i quali producono la maggior parte del loro reddito in Italia, l’attuale Governo non solo non è intervenuto per correggere l’evidente disparità di trattamento sull’Assegno unico tra residenti in Italia e residenti all’estero (su questa materia la Corte di giustizia europea, alla quale è stata deferita l’Italia per non aver risposto in maniera soddisfacente ai rilievi della Commissione europea sull’esportabilità delle prestazioni abrogate, si deve pronunciare in tempi brevi e prossimi), ma si è accanito in modo pesante e ingiustificato introducendo misure legislative estremamente penalizzanti per gli italiani all’estero.
È il caso del blocco della perequazione automatica delle pensioni di decine di migliaia di nostri connazionali che per il 2025 non saranno adeguate agli aumenti del costo della vita determinando così un vulnus costituzionale, o dell’abrogazione dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori italiani rimpatriati dopo aver perso il posto di lavoro all’estero e che perderanno così l’unico sostegno economico temporaneo previsto per loro dalla normativa in Italia (dopo il danno del licenziamento anche la beffa di questo Governo), o quello dell’eliminazione dell’Assegno unico per i lavoratori residenti fiscalmente in Italia ma con il nucleo familiare residente all’estero che con il cavillo (la scusa) che i figli non sono conviventi – ancorché a carico!!! – viene loro negato sebbene versino tasse e contributi in Italia (anche su quest’altra lesione di un diritto aspettiamo la pronuncia della Corte di Giustizia europea).
Inoltre giova sottolineare che nulla è stato fatto per eliminare le barriere amministrative e procedurali al fine di consentire ai pensionandi italiani residenti all’estero di poter usufruire dei trattamenti anticipati di pensione con la “Quota 103” e “Opzione donna”.
Su tutte queste problematiche, ma anche nelle materie delle doppie imposizioni fiscali, delle nuove tasse per l’ottenimento della cittadinanza italiana e dell’abbandono dei negoziati per la stipula e il rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale proprio quando è ripreso con maggiore intensità il fenomeno migratorio in uscita dall’Italia, ho presentato numerose interrogazioni e mozioni chiedendo una più giusta tutela di diritti e aspettative delle nostre collettività residenti all’estero.
L’assenza di risposte puntuali, articolate e serie da parte di questo Governo è offensiva e imperdonabile e non ci sorprenderebbe se nel prosieguo della legislatura l’accanimento si intensifichi e si manifesti in altre sfere dei diritti del mondo dell’emigrazione.