Gente d'Italia

Il Governo italiano si sbaglia. Gli italiani nel mondo sono una risorsa, non una minaccia

Luciano Vecchi

Gente d’Italia a colloquio con  Luciano Vecchi, Responsabile per gli italiani nel mondo del Partito Democratico
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Nei prossimi giorni il Senato inizierà ad esaminare il decreto del governo che limita i diritti di cittadinanza degli italiana all'estero. Il Partito Democratico cosa intende fare?

“ I senatori del Partito Democratico hanno depositato in commissione gli emendamenti al Decreto-Legge del Governo Meloni con il quale si intende stravolgere le norme sulla trasmissione della cittadinanza italiana ai connazionali che vivono, lavorano e studiano all'estero.
In via principale proponiamo la soppressione del decreto stesso.
Oltre alle considerazioni di merito è evidente che non esistono le esigenze di "necessità e urgenza" che dovrebbero essere il presupposto per l'emanazione di un decreto, a maggior ragione su questioni di rango costituzionale come il diritto alla cittadinanza.
Da tempo il Partito Democratico ha sollecitato l'apertura di un confronto complessivo sulle questioni riguardanti la cittadinanza, tanto più strategiche tenuto conto dell'entità dei flussi migratori (nel solo 2024, a fronte di 400.000 nascite, hanno lasciato l'Italia circa 190.000 giovani italiani) e del declino demografico del nostro Paese”

D. Il Governo dice che vuole impedire gli abusi che si sono evidenziati...

“Siamo stati i primi a denunciare gli abusi e il business del mercato delle cittadinanze. A ciò il Governo non ha inteso rispondere con intelligenza ma ha scelto di combinare un approccio burocratico con la criminalizzazione di tutta l'emigrazione italiana, sia vecchia che nuova.
Tra l'altro le norme e le procedure indicate dal Decreto e contenenute nel Disegno di Legge spalancano le porte a nuove truffe ed abusi, ai danno dello stesso Stato italiano.”

Oltre alla netta opposizione al Decreto, avete anche presentato emendamenti?

“ Prevedendo che, anche in questo caso, la maggioranza di destra e i suoi sodali vengano "militarizzati" e rifiutino di aprire un confronto serio, abbiamo comunque voluto - anche attraverso gli emendamenti dei senatori del Partito Democratico - ribadire alcuni principi che per noi sono essenziali e che - oltre a garantire diritti ai singoli - tutelano il reale interesse nazionale.
In particolare intendiamo garantire che non si impedisca la trasmissione della cittadinanza italiana dai genitori ai figli (sarebbe cosa gravissima!), che si garantisca l'iscrizione dei nuovi nati (oggi bloccata), che non vi sia discriminazione retroattiva per gli iscritti AIRE e per le terze generazioni, che si garantiscano le procedure per coloro che già avevano chiesto di avviarle, che si riaprano i termini per il riacquisto della cittadinanza per chi è stato costretto a rinunciarvi, che si renda effettiva e non burocratica (per chi ha ascendenza italiana più lontana) la verifica del reale rapporto con l'Italia, promuovendo lingua, cultura e conoscenza della Costituzione.
Servirebbe insomma promuovere una cittadinanza consapevole non un coacervo di norme improvvisate, certamente invostituzionali e probabilmente inapplicabili.”

Quali  sono, nella sostanza, le intenzioni del Governo Meloni e della sua maggioranza di centrodestra.

“Cio’ che fa più male ai milioni di italiane ed italiani nel mondo e a chi ha a cuore le sorti del Paese è avere scatenato - anche dai più alti ranghi del Governo - una vera campagna di denigrazione contro l'emigrazione italiana come se fosse - lo hanno proprio scritto così - una minaccia per la sicurezza nazionale. Si dovrebbero vergognare, anche perché, pure in questo caso, in campagna elettorale avevano detto esattamente l'opposto.
Aggiungo che se queste norme non venissero profondamente cambiate scomparirebbero tante storiche comunità italiane che (non "costando" nulla allo Stato italiano) si sono rivelate essere un moltiplicatore straordinario per la lingua, la cultura e l'economia italiane.”

E poi che succederà, secondo lei?

“Non sfugge che quella attuale è una ulteriore tappa - dopo i tagli di bilancio e l'abrogazione di norme a tutela della emigrazione italiana - di un percorso che vuole annientare la soggettività politica e culturale dell'Italia nel mondo. Già molti esponenti della destra italiana hanno preannunciato l'intenzione di attaccare il diritto di voto e di "neutralizzare" gli italiani all'estero con prossime, scuagurate, riforme elettorali.
Lo ripeto. Non è solo uno scenario inaccettabile dal punto di vista democratico e dei diritti individuali. Sarabbe anche un danno per il presente e il futuro dell'Italia. Milioni di italiani nei cinque continenti dovrebbero essere - e per noi lo sono - innanzitutto una risorse per il nostro Paese.”

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