(quirinale.it)

di ERIKA PRIMAVERA

ROMA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di alloro al Milite Ignoto, all’Altare della Patria, per la cerimonia in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione.

Il Capo dello Stato è accompagnato – tra gli altri – dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dai presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, dal presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso, e dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Al termine della Cerimonia, Mattarella è salito sull’auto presidenziale ed è partito poi per Genova, dove parteciperà ad altre iniziative per il 25 aprile.

APPLAUSI E STANDING OVATION PER MATTARELLA A GENOVA

Un lunghissimo applauso e la standing ovation dei presenti ha accolto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prima che prendesse la parola dal palco del Teatro Ivo Chiesa di Genova, dove sono in programma gli interventi istituzionali per l’80esimo anniversario della Liberazione.

Dalla Liguria è venuta una forte lezione sulla moralità della Resistenza, sulle ragioni di fondo che si opponevano al dominio dell’uomo sull’uomo, si opponevano a un conflitto nato non per difendere la propria comunità ma come aggressione alla libertà di altri popoli”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha dovuto aspettare alcuni secondi che terminassero gli applausi.

Assumendo comportamenti elementari di rispetto e di solidarietà– ha aggiunto il Capo dello Stato- i partigiani si uniformavano a quel Codice di Cichero, che faceva sì che, nelle formazioni, il capo dovesse mangiare per ultimo, potesse addormentarsi solo una volta accertato personalmente che tutto funzionasse e fosse in ordine, avesse i turni di guardia più gravosi, che non si bestemmiasse, che non si molestassero le donne, che non si requisisse senza pagare il dovuto, che si dovesse dividere con gli altri qualunque cosa si ricevesse”.

Il presidente ha continuato: “Nel 1945 l’Italia si unì nuovamente – Sud e Nord – dopo che quest’ultimo era stato separato e trattenuto in ostaggio dai nazisti e dalla Repubblica di Salò. Tante le sofferenze e i caratteri originali della Resistenza ligure, solidamente collegata ai centri di Torino e di Milano e destinata, come essi, a soffrire sino in fondo la barbarie nazista e fascista”.

MATTARELLA: “NON POSSIAMO ARRENDERCI AD ASSENTEISMO CITTADINI DA COSA PUBBLICA”

È l’esercizio democratico che sostanzia la nostra libertà. Da questi principi fondativi viene un appello: non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità. Anche per rispettare i sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà”.

MATTARELLA: “NO PACE SOLO PER ALCUNI, È GRANDE LEZIONE PAPA FRANCESCO”

“Non ci può essere pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri. È la grande lezione che ci ha consegnato Papa Francesco”, ha proseguito Mattarella.

“Nella sua ‘Fratelli tutti’, ci ha esortato a superare ‘conflitti anacronistici’ ricordandoci che ‘ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte… Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti'”, ha aggiunto il Capo dello Stato.

MATTARELLA: “PATRIOTI SEPPERO ASSUMERE RESPONSABILITÀ GOVERNO”

“Con le stragi della Pasqua di sangue del 1944 alla Benedicta, di Fontanafredda di Masone, all’Olivetta di Portofino, a Costa Binella di Testico, alla Foce del Centa di Albenga, a Molini di Triora, Torre Paponi di Pietrabruna ove due sacerdoti vennero arsi vivi, a Ressora di Arcola. Qui si sviluppa la maturazione politica di patrioti che sanno assumere, accanto alle operazioni militari di sabotaggio e di contrasto alle forze di occupazione, responsabilità di governo“, ha detto il presidente.

Qui si collocano anelli di quell’arco di esperienze di ‘zone libere’ che confermano la presenza sul territorio delle formazioni partigiane e la stretta relazione con le popolazioni. Qui, con la libera Repubblica di Pigna e di Triora nell’Imperiese, di Torriglia nel Genovese, della Repubblica del Vara in Alta Val di Vara nello Spezzino, emerge la dimostrazione della estraneità tra regime e popolazioni. Questo si manifestava nelle vallate, e trovava conferma nelle città dalle quali migliaia di donne e uomini vennero ignobilmente avviate al lavoro coatto in Germania, alla deportazione verso il lager di Mauthausen. E la fabbrica, le fabbriche, si manifestarono, una volta di più, luoghi di solidarietà, scuole di democrazia, con la crescita di coscienza sindacalee la costituzione delle squadre di difesa operaia. Con gli scioperi nel Savonese e nello Spezzino alla fine del 1943 e nel 1944- ha aggiunto Mattarella- che conferirono una forte spinta all’allargamento del consenso verso il movimento partigiano. Gli scioperi a Genova del 1943 sino al giugno del 1944, sino allo sciopero insurrezionale del 1945″.

Per Mattarella “è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata”.

MELONI: “NAZIONE RIAFFERMA CENTRALITÀ VALORI NEGATI DA REGIME FASCISTA”

“Oggi l’Italia celebra l’ottantesimo Anniversario della Liberazione. In questa giornata, la Nazione onora la sua ritrovata libertà e riafferma la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da settantasette anni sono incisi nella Costituzione repubblicana. La democrazia trova forza e vigore se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto e sulla libertà e non sulla sopraffazione, l’odio e la delegittimazione dell’avversario politico”. Così in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Oggi rinnoviamo il nostro impegno affinché questa ricorrenza possa diventare sempre di più un momento di concordia nazionale, nel nome della libertà e della democrazia, contro ogni forma di totalitarismo, autoritarismo e violenza politica”, aggiunge la premier.

GUALTIERI: “PAGINA FONDAMENTALE, MANTENIAMO VIVA MEMORIA”

“Ottant’anni fa, il 25 aprile 1945, l’Italia riconquistò la libertà. Ricordiamo con profonda gratitudine il sacrificio e la determinazione di quelle donne e quegli uomini che lottarono contro il Nazifascismo e riscattarono il Paese. Roma, città Medaglia d’oro per la Resistenza, onora oggi la memoria di tutti coloro che si sono battuti per consegnarci un’Italia libera e democratica. Il loro esempio ci guida ancora oggi nell’impegno quotidiano per difendere e promuovere i principi fondamentali della nostra Repubblica: libertà, democrazia, giustizia sociale e uguaglianza nei diritti. Manteniamo viva la memoria di quella pagina fondamentale della nostra Storia, trasformandola in ispirazione per difendere quelle conquiste e costruire insieme un futuro migliore. Buona Festa della Liberazione a tutte e a tutti”. Lo scrive sui social il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.