Lo schema a cui lavorano Salvini e i suoi è chiaro. Non basta all'Economia Paolo Savona, il prof anti-euro più che chiacchierato per il suo sogno di uscita dalla moneta unica. Salvini vuole anche dicastero dei Trasporti, che alla fine i 5Stelle avrebbero ceduto, in cambio però di avere la Difesa. Giancarlo Giorgetti, capogruppo alla Camera e plenipotenziario di Salvini che alcune voci di queste ultime ore volevano all'Economia, sarebbe proprio destinato alle Infrastrutture e Trasporti, ministero chiave in materia di immigrazione perché è il dicastero da cui dipende la guardia costiera, quella che - più della Marina - ha a che fare con le ong che si occupano di migranti in mare e con gli sbarchi dall'Africa.
Non è finita. Naturalmente Salvini andrebbe al Viminale, come noto da tempo. Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, fedelissimo di Salvini, ex eurodeputato ora eletto alla Camera,sarebbe invece il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo giallo-verde con deleghe pesanti. Mentre il grillino Vito Crimi, anche lui in pole per diventare sottosegretario avrebbe la delega ai Servizi segreti. Infine Gianmarco Centinaio, capogruppo al Senato, andrebbe al ministero Cultura e Turismo, un unico ministero nello schema leghista, anche se il contratto di programma parla di separazione delle due aree ed è ciò che in queste ore stanno rivendicando gli M5s. Anche Agricoltura con Nicola Molteni e Salute sarebbero in quota Carroccio.
Nel nuovo governo, Di Maio prenderebbe il ministero dello Sviluppo. Ma anche qui non c'è accordo con la Lega. In quanto il leader pentastellato lo immagina come un super-ministero che vedrebbe accorpato anche il Lavoro. La Lega invece chiede di mantenere separate le due competenze. E' chiaro che in questa maniera il ruolo di Di Maio verrebbe ridimensionato. Ma la Lega punta i piedi anche perché sa che in materia di Esteri o nei rapporti con l'Unione Europea non può incassare alcun ministero chiave. Sembrerebbe pacifico, anche dopo il conferimento dell'incarico con riserva a Conte, che di Politiche
comunitarie nel nuovo governo si occuperà Enzo Moavero Milanesi, ex ministro degli Affari europei nei governi Letta e Monti. Mentre per la Farnesina sarebbe sempre più in bilico il diplomatico Giampiero Massolo, secondo fonti cinquestelle, smentite però dalla Lega.
Sono due posti chiave che la Lega non potrà ottenere per sé, non potrà sfruttarli per la battaglia anti-europea. Di contro, la Lega dovrebbe incassare i Rapporti con il Parlamento con Giulia Bongiorno. La Giustizia invece andrebbe ai cinquestelle: Alfonso Bonafede. Anche la Difesa andrebbe ai pentastellati, con Elisabetta Trenta, esperta e docente universitaria di sicurezza e intelligence. E per l'Istruzione si fa il nome del braccio destro di
Di Maio, Vincenzo Spadafora, male sue quotazioni per questo dicastero starebbero calando a favore del preside di Brindisi Salvatore Giuliano. Infine con il generale della Terra dei Fuochi Sergio Costa il ministero all'Ambiente andrebbe ai 5Stelle. Per i grillini finisce qui, i dicasteri pesanti sono in quota Lega: è la contropartita per aver ottenuto il premier.