Spuntano le scuole clandestine per le famiglie senza il Green Pass. Accade in Veneto e in Alto Adige dove decine di genitori no vax hanno ritirato i figli dalle scuole pubbliche. L’alternativa per loro sono case private dove i ragazzi, dall’asilo alle elementari, possono fare homeschooling.
Una di queste scuole è stata aperta a Povegliano, in provincia di Treviso. Qui l’associazione Real Human Rights, che ha sede a Gruaro (Venezia) ha messo su una struttura educativa in una casa disabitata da anni.
Ma non chiamatela scuola No Vax: al Gazzettino gli organizzatori rifiutano tale etichetta, spiegando di essere un “circolo ricreativo”, il cui obiettivo è “darsi una mano tra famiglie”. “Diamo un aiuto a chi è impegnato per il lavoro – spiegano – Non facciamo lezioni didattiche, ma attività di gruppo”.
La scuola, aperta da alcuni giorni, è in una casa che era di proprietà del suocero del sindaco Rino Manzan: è stata concessa in comodato d’uso all’associazione da un nipote. E il sindaco non è contrario: “Trovo grave, piuttosto, che i genitori siano costretti a ricorrere a queste scuole parentali. Il fatto che si sentano sfiduciati dalla scuola tradizionale è un fallimento per le istituzioni”.
“C’è già la legge, e questo basta e avanza – aggiunge – Non ho niente contro i vaccini, ma ognuno deve affrontare il problema se vaccinarsi con responsabilità. Io non l’ho fatto, ma soltanto per fondate ragioni di salute”.
“Quando andrò in municipio – conclude – sarò coperto da tampone, in caso contrario lavorerò fuori, ma non utilizzerò un gazebo”. Il riferimento è al collega Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia di Piave e medico del paese, che da alcune settimane ha allestito il suo ufficio in piazza.
Qualcosa di simile accade anche in Alto Adige: qui i genitori no vax mandano i figli a scuola in un vecchio maso. A Gais (Bolzano), sono sei le famiglie che hanno ritirato i bambini dalla scuola. E nei paesi vicini è lo stesso: qualcuno porta i figli al maso anche da Brunico.
Qui però il sindaco, Christian Gartner, non è compiacente ma ammette di avere le mani legate. “Il Comune non sostiene questa iniziativa in nessun modo”, dice al Corriere della Sera. “Ufficialmente non c’è nessuna scuola ma comunque abbiamo informato l’Intendenza scolastica, saranno loro a decidere come muoversi”, precisa.
Stessa cosa a Campo Tures (Bolzano): un collettivo di genitori ha scelto di tenere i figli a casa per evitargli di indossare la mascherina e fare tamponi. A dare loro ospitalità è l’associazione Herzstrahl.
Anche qui l’assessora alla Famiglia Judith Caneppele prende le distanze: “Il Comune non c’entra nulla con questa iniziativa”, assicura. E siccome formalmente queste scuole non esistono, non è possibile neanche effettuare controlli sulle regole di sicurezza o la didattica.
Il Corriere spiega che in Alto Adige sono quasi 600 le famiglie che da quest’anno hanno scelto l’homeschooling. Il Consiglio provinciale ha fissato per loro dei limiti: chi sceglie di far studiare i figli a casa dovrà tenerli tutto l’anno e non potrà mandarli a scuola a giorni alterni; l’esame poi andrà sostenuto nella scuola di appartenenza. Ma alcune famiglie rifiuterebbero anche di far fare gli esami ai figli.