di Manuela Repetti
Non c'è alcun dubbio che ieri la sinistra abbia vinto le amministrative. E le ha vinte senza se e senza ma.
Per essere più corretti però, più che la sinistra, le ha vinte chi ha dimostrato senso di responsabilità, chi è rimasto ben saldo al principio di appartenenza all'Europa, rigoroso nelle scelte di regole che tutelino la salute e gli interessi della comunità, ecc.
E il PD tutto questo lo ha dimostrato, senza farsi corrompere dalle debolezze, a volte anche in parte comprensibili, di una parte del popolo, quella più fragile soprattutto in termini culturali.
Una vera classe dirigente deve dimostrare di saper condurre con mano ferma i cittadini verso la strada più giusta, aiutandoli a superare le paure e non cavalcandole per avere ancor più consenso.
Queste cose non pagano mai alla lunga.
Anzi, portano alla confusione, allo smarrimento, agli errori più devastanti che poi pagheranno i cittadini.
Ma resta un dato altrettanto importante, forse il più importante: quella maggioranza silenziosa che non ha votato.
Una "maggioranza silenziosa" diversa da quella dell'epoca della Democrazia Cristiana che nelle urne riscuoteva un alto consenso, indipendente, senza il plauso degli intellettuali, il gradimento dei giornalisti e il consenso esibito del popolo.
Una maggioranza silenziosa che non era ignorante e conformista, ma più avveduta di certi intellettuali e partiti, convinta che la DC, pur con tutti i suoi limiti, assicurasse l'appartenenza dell'Italia all'Occidente e l'unico progresso possibile.
La maggioranza silenziosa di queste elezioni, invece, non si è espressa, dimostrando però, come quella di allora, una capacità non scontata di giudizio critico e di scelta ben calibrata.
Significa che quella maggioranza di italiani, fino a pochi mesi fa affascinati dalle sirene della destra e del M5S, ci ha messo poco per capirne la pericolosità.
Nello stesso tempo però ancora non si fida a pieno di una sinistra che ancora deve dimostrare un'identità chiara, che, pur a sinistra, sappia puntare con progetti concreti alla modernizzazione del paese.
Una maggioranza silenziosa che a braccia conserte ha dato un segnale forte di bocciatura ai populismi e di "aver rimandato" la sinistra a dimostrare impegno e coerenza per traghettare l'Italia fuori dalla crisi, con alleanze con forze politiche capaci di governare (come potrebbe essere il nuovo M5S guidato da Conte) e non solo a far facile opposizione.
Attenzione però perché sono convinta che quella maggioranza silenziosa starà lì a studiare per mesi la classe dirigente politica, tutta, per sorprenderci alle prossime elezioni esprimendosi alle urne fortemente e convintamente.
Un monito per tutti.
Chi ha capito, lo dimostrerà.