Non c’erano dubbi in proposito, ma ieri è arrivata l’ufficialità: il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità il documento programmatico di bilancio (dpb) che disegna la cornice della manovra.
Nel corso della riunione la Lega ha espresso una riserva politica sulla soluzione a ora individuata sulle pensioni con quota 102 e 104, ma il tema sarà discusso nei prossimi giorni in vista del varo della legge di bilancio in un successivo cdm. Tra le ipotesi per la manovra da 23 miliardi (pari all'1,2% del Pil) che il governo si appresta a presentare a Bruxelles, una stretta anti-furbetti sul reddito di cittadinanza, nuovi meccanismi per l'uscita anticipata per le pensioni, una riduzione delle tasse con una cifra intorno agli 8 miliardi per quel che riguarda l’Irpef.
Appare ormai scontato una revisione della misura cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle: l’esecutivo conta di ricavare circa 1 miliardo dal restyling del reddito di cittadinanza. Secondo le fonti, sarebbe di 8,8 miliardi la cifra prevista per rifinanziare il rdc, che aggiorna l’iniziale stima di 7,6 miliardi. Stessi numeri sarebbero previsti per il 2023. Altro scoglio, il superamento appunto di quota 100.
La Lega, durante il consiglio dei ministri, ha espresso una “riserva politica” nei confronti della proposta avanzata dal ministro dell’Economia Daniele Franco: procedere con la cosiddetta quota 102 (cioè l’uscita dal lavoro con 64 anni d’età più 38 di contributi) nel 2022 per poi arrivare a quota 104 nel 2023. Chiesta la proroga del Superbonus per il 2023 dal Partito Democratico. Sul taglio delle bollette energetiche, invece, il fondo messo a disposizione è di 1 miliardo di euro, con cui limitare gli effetti dell'aumento di costi di gas ed elettricità: il decreto legge per utilizzare il fondo entro fine anno. Ma Italia viva e Forza Italia hanno chiesto uno sforzo in più.
Così Luigi Marattin di Iv: “Tutti i partiti chiedono di tagliare le tasse: è un po’ strano che si faccia col braccino corto, con un terzo delle risorse della manovra. Chiediamo che si arrivi almeno a dieci miliardi, lo abbiamo domandato noi e anche FI”. Anche i ministri Mariastella Gelmini e Renato Brunetta nel corso della cabina di regia hanno chiesto a nome di Forza Italia di aumentare quanto più possibile lo stanziamento per il taglio del cuneo fiscale (auspicabilmente fino a 10 miliardi) a favore di imprese e lavoratori.