Ieri l'incontro con i sindacati, con le richieste da parte di Cgil, Cisl e Uil, di una riforma strutturale del Welfare e lo stop a ogni ipotesi di ritorno alla legge Fornero per quanto concerne il fronte pensioni. Domani, salvo imprevisti, dovrebbe esserci il primo Consiglio dei ministri sulla nuova manovra.
Quella in corso è una settimana decisamente delicata per Mario Draghi, perché giunta al termine di un periodo particolarmente "movimentato" per le sorti della politica italiana. I recenti verdetti delle amministrative, infatti, hanno tracciato un solco ancora più profondo tra centrodestra e centrosinistra, guarda caso le due anime "separate" della maggioranza che sostiene il governo.
Il resto lo stanno facendo i piani sul Recovery plan che stentano a decollare. La pazienza del premier, assicura chi lo conosce, è giunta ai minimi storici. Come spiega Dagospia, il timore è quello di affogare nei mugugni e nei bizantinismi, con una classe politica preoccupata solo di quello che accadrà nel 2023, ossia le elezioni.