di Matteo Forciniti
Saranno solo 4691 i cittadini italiani residenti in Uruguay che parteciperanno alle elezioni del Comites. Lo rende noto a Gente d'Italia il capo della cancelleria consolare di Montevideo Alberto Amadei precisando che "anche nella corrente settimana sono continuati a arrivare i nulla osta da parte dei Comuni".
Come era ampiamente prevedibile si tratta di un dato bassissimo che dovrebbe aggirarsi intorno al 4% del totale (su una popolazione di 125mila cittadini) anche se bisognerà attendere i numeri ufficiali per avere l'esatta percentuale. In ogni caso questo risultato è già totalmente fallimentare e vergognoso: si è riusciti a fare addirittura peggio del 2015 quando gli elettori furono appena 7mila su una popolazione di 80mila. Quello che i più pessimisti pronosticavano si è perfettamente realizzato e i numeri raggiunti in Uruguay sono ancora più osceni rispetto all'ultima volta. Quella che verrà scritta a breve sarà una pagina nera per la democrazia e per la rappresentanza degli italiani all'estero perché risultati del genere sono inaccettabili.
Come recentemente informato dal Ministero degli Esteri, il fallimento riguarderà tutti i Comites del mondo: solo 177.835 cittadini si sono registrati per votare, ovvero un misero 3,76% su un totale di aventi diritto di 4.732.741. In Sud America il risultato si annuncia trionfante considerato che abbiamo i numeri più alti con il 6,28% di iscrizioni (94.997 su 1.512.986 aventi diritto).
L'Uruguay però rappresenta un caso molto particolare per via della sua cultura civica molto elevata e la sua tradizionale alta partecipazione: questo atteggiamento e questa cultura si sono pesantemente scontrati con il rovinoso diktat della Farnesina che ha imposto ancora una volta l'assurda regola dell'opzione inversa per votare cosa che qui -forse più che altrove- è del tutto incomprensibile, inaccettabile. Questa scelta è stata dettata da ragioni economiche ma poi non si capisce perché per i referendum -tematiche meno sentite da chi vive all'estero- invece il plico viene mandato a tutti. Ci sono altre ragioni?
Anche se bisognerà poi vedere quanti effettivamente voteranno e come andrà la restituzione dei plichi, la situazione appare già come un assoluto disastro, la cronaca di una morte annunciata per usare un'espressione molto diffusa in questi ultimi mesi. Da tempo, infatti, si sono susseguiti tantissimi appelli da parte del variegato mondo dell'emigrazione che aveva ripetutamente lanciato un allarme rimasto inascoltato da parte di un governo lontanissimo dalle reali esigenze degli italiani all'estero che vengono così mortificati ancora una volta.
Senza alcuna diffusione e con il massimo silenzio le operazioni di voto per eleggere i rappresentanti della comunità sono già iniziate con una certezza: il Comites che uscirà fuori il 3 dicembre non avrà alcuna legittimità dato che rappresenterà soltanto una esigua minoranza di cittadini.